Udine-manifestazione-No-green-pass-15-10-2021
Udine-manifestazione-No-green-pass-15-10-2021

 

 

di Comelli Lucia

 

 

Dopo un lunghissimo corteo, i manifestanti – che camminavano per le vie del centro scadendo ad alta voce slogan quali: Trieste chiama, Udine risponde! – confluiscono in Piazza Libertà verso le 13.00: qui rappresentanti di diversi gruppi di persone presenti in piazza si sono alternati al microfono. Il clima è assolutamente pacifico, a volte persino festoso (fa bene al cuore trovarsi assieme, dopo tanto isolamento e contrapposizioni) anche se dagli interventi si coglie il profondo dolore che attraversa oggi la vita di tante persone. L’impressione è quella di trovarsi tra gente comune che non si sente più tutelata dai propri rappresentanti (anche sindacali). Tra quanti hanno parlato: il rappresentante dei ferro-tramvieri, che ricorda come con i compagni abbia lavorato durante la pandemia, e senza protezione, notte e giorno. Uno dei vigili del fuoco presenti in piazza (cui gli astanti hanno tributato un applauso): dopo aver menzionato i compagni presenti all’incontro con il prefetto, per consegnare al funzionario una petizione diretta a Mario Draghi, ha lamentato il forte clima di tensione, mai percepito prima tra colleghi, causato dalle disposizioni governative e il fatto che le sospensioni dal lavoro mettono in pericolo gli interventi d’urgenza. Successivamente è intervenuto un cuoco che lavorava con una trentina di colleghi in una piccola azienda udinese che eroga pasti caldi a mense scolastiche/ospedaliere: per molti anni mi sono alzato alle 3 di mattina, mettendo il bene comune prima del mio benessere e di quello della famiglia. Ora è stato costretto con dolore, suo e dei compagni, ad abbandonare il proprio lavoro, che ha continuato a fare con dedizione fino al giorno prima. Federico, un operaio da 30 anni impegnato nel settore del legno, sostiene che lo Stato – con le disposizioni attuali – lo ha messo in contrasto con un’azienda in cui avevo finora lavorato in armonia! Ho dovuto licenziarsi perché le istituzioni non mi riconoscono l’immunità ricevuta dal superamento del Covid, pur essendo quest’ultima molto più durevole e ampia di quella offerta dal vaccino. Un rappresentante dei metalmeccanici (applauso per la categoria) definisce il green pass un ricatto e lamenta il fatto che i nostri governanti sono dei burocrati che non sanno neppure lontanamente cosa significhi lavorare sul serio!

Arriva in piazza la delegazione ricevuta a colloquio dal prefetto: un’insegnante, ormai senza lavoro, legge la petizione diretta a Draghi e consegnata al funzionario, dicendo che questi si è mostrato cordiale e li ha ringraziati per il carattere pacifico della manifestazione. Nella petizione si chiede: l’immediata cancellazione di un decreto che manifesta evidenti caratteri di incostituzionalità, provoca un rallentamento dei servizi e la divisione e ghettizzazione di fasce sempre più ampie di personee la cancellazione dell’obbligo del vaccino per il personale sanitario, che riduce la capacità delle strutture sanitarie di rispondere ai bisogni della popolazione. La delegazione ha ribadito al prefetto la propria ferma volontà di continuare ad opporsi con una resistenza passiva e pacifica a queste misure discriminatorie e liberticide.

Riprendono dal palco le testimonianze: un’infermiera ha detto che il virus esiste e nessuno pensa di negarlo, ma la cattiva gestione della pandemia e la rappresentazione della stessa da parte dei mass media hanno creato un clima di feroce ostilità che divide la popolazione: non mi sento di appartenere ad un mondo senza pietà come questo e non è questo che voglio insegnare ai miei figli: dobbiamo salvare l’umanità che abbiamo in noi! Ha concluso. Un ferroviere ha espresso il desiderio di rivolgere a Draghi la seguente domanda: Perché un capo treno deve avere il Green pass quando magari sullo stesso treno ci sono 500 persone prive del lasciapassare verde? La normativa europea vieta le discriminazioni tra vaccinati e non. Noi non siamo contro i vaccini in quanto tali, ma contro questi vaccini! Ha terminato l’intervento con una citazione fantozziana: il lasciapassare è una boiata pazzesca!

Con il lockdown – ha aggiunto un giovane – hanno distrutto la socialità e acceso l’ipnosi mediatica. Noi uomini siamo esseri sociali! In Europa non esiste quello che succede qui. Ai poliziotti hanno negato i tamponi gratuiti, ma li hanno concessi ai parlamentari!

La studentessa universitaria che ha incontrato il prefetto ha raccontato come: per gli studenti che come me non si sono vaccinati il clima diventa sempre più pesante: i docenti, ma soprattutto altri studenti, premono per ulteriori controlli. Stanno negando il diritto allo studio di chi, come lei, non si piega alle direttive del governo. La cosa più penosa da sopportare – continua – è l’accanimento di questi compagni che sono pronti a sostenere la causa dei più diversi gruppi di persone discriminate, tranne questa. Li capisco aggiunge: accanirsi contro di noi li fa sentire parte integrante della comunitàIo prego per loro ogni giorno. Poi ha ricordato una frase di Pietro Calamandrei: “la Costituzione è solo un pezzo di carta se non la facciamo vivere ogni giorno!”. Ha concluso il suo intervento appellandosi alle forze dell’ordine presenti in piazza: Ricordate che avete giurato sulla Costituzione! A questo punto, essendo passate le ore 14.00, mi sono allontanata dalla piazza, mente i manifestanti si davano appuntamento per le ore 17.00 del giorno successivo.

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