“A fronte dell’inefficacia nel prevenire contagi e diffusione di mutazioni del virus originario, è esperienza comune, oramai quotidiana, quella di assistere, spesso impotenti, alla evidenza di effetti collaterali, anche gravi, provocati ai danni della popolazione. (…) Ci siamo fidati ciecamente di una Scienza trasformata in dogma, dove il dubbio è stato silenziato e punito: non possiamo più continuare a far finta che tutto vada bene per paura di dissentire”.

Lo riporta un articolo di Stefano Zavagli pubblicato su Rimini Today, da cui riporto ampi stralci. 

 

vaccini covid vaccinazione
(Photo by Emily Elconin/Getty Images)

 

Il documento è stato messo a verbale durante il consiglio dello scorso 21 aprile. E ora 60 professionisti chiedono all’Ordine dei medici Chirurghi e odontoiatri della Provincia di Rimini di definire una data in cui effettuare una riunione per confrontarsi e discutere su dati di letteratura scientifica sul Covid e sui trattamenti utilizzati per fermare la diffusione del contagio. Si tratta di 60 medici, tutti della Provincia di Rimini, su un totale di 2.400 iscritti. Pari a nemmeno il 3%. Quanto scritto da questa frangia di medici è destinato tuttavia a far discutere. Non solo l’opinione pubblica, ma anche la stessa comunità scientifica. I professionisti, che si riconoscono in un gruppo informale chiamato “Siamo Medici”, hanno inviato alle redazioni dei giornali un testo in cui sostengono che “i vaccini non hanno mantenuto le aspettative che erano state prospettate, quelle cioè di fermare la pandemia”. E ancora nella parte conclusiva del documento parlando dei vaccini dicono che ci sono “la comparsa di effetti collaterali gravi, quando non addirittura mortali”.

Il documento è rivolto al presidente dell’ordine dei medici della Provincia di Rimini, ai membri del consiglio e in generale a tutti i colleghi. Si specifica che l’intento non è quello di alimentare divisioni, ma di affrontare un dialogo sincero e costruttivo nel rispetto delle reciproche convinzioni. “In questi ultimi due anni abbiamo dovuto tutti affrontare il duro periodo pandemico – scrivono i 60 professionisti – alcuni di noi si sono vaccinati con tre dosi, altri solo con una o due dosi contraendo nella maggior parte dei casi anche il Covid; altri fra noi hanno scelto di non vaccinarsi per libera scelta o per precauzione perché portatori di condizioni o patologie che costituiscono un fattore di rischio. La maggior parte di noi comunque ha acquisito un’immunità naturale da malattia. Da mesi, tutti ci siamo resi conto che i vaccini non hanno mantenuto le aspettative che ci erano state prospettate, quelle cioè di fermare la pandemia e restituirci la libertà”.

Temi di tenore simili stanno raggiungendo altri ordini dei medici in giro per l’Italia. E i 60 professionisti di Rimini proseguono nella loro argomentazione: “A fronte dell’inefficacia nel prevenire contagi e diffusione di mutazioni del virus originario, è esperienza comune, oramai quotidiana, quella di assistere, spesso impotenti, alla evidenza di effetti collaterali, anche gravi, provocati ai danni della popolazione. Lo scopo del nostro Ordine è quello di tutelare la salute pubblica e noi tutti siamo il nostro Ordine: ma cosa stiamo facendo per tutelare la salute dei cittadini? Stiamo assistendo, decreto dopo decreto, ad una abdicazione della medicina alla politica. Ci siamo fidati ciecamente di una Scienza trasformata in dogma, dove il dubbio è stato silenziato e punito: non possiamo più continuare a far finta che tutto vada bene per paura di dissentire”.

E concludono: “Le incongruenze e l’anti-scientificità delle direttive che ci vengono date è sconcertante. Non possiamo non farci delle domande di fronte ad un vaccino dalle dubbie potenzialità che viene imposto a noi per primi, pena la sospensione dal lavoro, un vaccino presentato come privo di controindicazioni eludendo il principio di precauzione e la possibilità che quello che è salutare per una persona può non esserlo per un’altra. È ormai sempre più evidente e sempre meno occultabile, la comparsa di effetti collaterali gravi, quando non addirittura mortali. Quante dosi saremo ancora costretti a subire? Quante dosi saremo ancora disposti a fare? E quante dosi potremmo sopportare prima di giungere ad un punto di non ritorno?”.

 


 

Sostieni il Blog di Sabino Paciolla

 





 

 

Facebook Comments

Immagini collegate: