di Gianni Silvestri
In altre riflessioni ed articoli, ho già espresso il mio parere sulla situazione della Chiesa Cattolica dopo il Concilio (qui), e sulla necessità di una più profonda prospettiva di vita per i cristiani.
Oggi mi ripropongo di fare un passo avanti cercando di rispondere alla successiva e conseguente domanda:
Cosa fare per evitare la crisi della Chiesa e dei cristiani?
A questa importante domanda, si può dare una risposta “terrena”
(più superficiale) ed una risposta alla luce della fede.
La risposta terrena attribuisce questa crisi della Chiesa a:
– cause culturali: c’è una ignoranza di ritorno nei cristiani che li rende incapaci di motivare razionalmente le scelte di fede che restano incomprensibili;
– a cause morali: la Chiesa in questi decenni ha mostrato una sottovalutazione del degrado morale di tanti sacerdoti (es cause di pedofilia o corruzione ecc),
– a cause organizzative: non è stata recepita ed attuata la nuova spinta pastorale riveniente dal Concilio;
– a cause sociali: una sempre più pervasiva opposizione alla proposta cristiana ed alla Chiesa;
– cause politiche: la opposizione di tanti stati alla diffusione del cristianesimo (pensiamo agli Stati comunisti, agli stati musulmani o “massonici “ del nord Europa) e la crescente persecuzione dei cristiani sempre più tollerata, se non incoraggiata.
Tutte queste cause (ed altre ancora, che potremmo individuare), mostrano solo “la parte esterna” della crisi, che superficialmente si attribuisce a carenze materiali ed organizzative, come se la Chiesa fosse un’azienda qualsiasi che necessita di bravi manager: questo tipo di analisi è inappropriata in quanto potrebbe andar bene per le realtà umane, ma non considera la specificità della Chiesa: la Volontà e la Presenza di Dio.
La Risposte di fede va in profondità ai motivi della crisi.
E’ necessario, per comprendere una realtà complessa (come la Chiesa), non fermarsi ad un’analisi strutturale, ma considerare l’essenza stessa della sua nascita ed esistenza (la sua “vision” si direbbe, riduttivamente, oggi).
Ebbene la Chiesa non è nata da una iniziativa umana, ma è stata fondata da Cristo: “Tu sei Pietro e su questa pietra FONDERO’ la mia Chiesa e le porte degli inferi non preverranno su di essa ”(Mt 16,18).
Quindi la Chiesa è stata voluta da Cristo stesso (il tuttologo Augias si rassegni…), il quale non solo ha scelto il suo successore, ma Le ha garantito una assistenza eterna (attenzione non ci ha promesso che il mondo si convertirà e tutto avrà un lieto fine, anzi…Cristo ci ha solo promesso che “gli inferi non prevarranno su di essa”). Ed ancora: ” Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno. (Lu. 12, 32). A Dio è piaciuto….
L’iniziativa parte quindi da Dio e si poggia sul Suo aiuto e sulla Sua assistenza (sulla Sua GRAZIA); ecco perché la saggezza popolare ha sempre usato l’intercalare: “fuori dalla Grazia di Dio” , per indicare una situazione individuale terribile o ingestibile.
Ma per ragionare correttamente di fede occorre partire sempre dal Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC), (qui) che è il vero faro a cui far riferimento, perché illustra le verità cristiane ed evita che il nostro dedurre sia un solo “secondo me” che- condizionabili come siamo- diventerebbe spesso “secondo il Pensiero del mondo”. Orbene nel C.C.C. leggiamo: “la Grazia è il favore, il soccorso gratuito che Dio ci dà perché rispondiamo al suo invito: diventare figli di Dio, figli adottivi, partecipi della natura divina, della vita eterna” (n° 1996).
Ed ancora: “ Questa vocazione alla vita eterna è soprannaturale. Dipende interamente dall’iniziativa gratuita di Dio, poiché egli solo può rivelarsi e donare se stesso. Supera le capacità dell’intelligenza e le forze della volontà dell’uomo, come di ogni creatura”(n° 1998 ). Quindi per la Chiesa tutto parte da Dio, vive del Suo intervento continuo nella vita e nella storia, per questo non possiamo ridurre la vita della Chiesa – e quella di fede- agli sforzi terreni degli stessi credenti, perderemmo il punto di forza che ci è stato donato: la Sua Grazia. Senza il Suo intervento ci limiteremmo solo alle nostre forze, alla nostra misura limitata (anche dal peccato originale). Basti pensare che, a differenza di ogni altra organizzazione, la Chiesa è l’unica realtà sulla terra che sopravvive da 2000 anni: Come mai? Perché é retta dai migliori manager? Perché perfetta nella sua organizzazione terrena? Certo che no, gli errori non mancano, anzi…
Ecco la vera straordinaria risposta: Dio sta mantenendo nei secoli la Sua promessa e- nonostante gli errori storici ed umani che chiunque può compiere- la Chiesa resta una barca sicura nelle tempeste del mondo, perché Lui è con noi e la guida.
Lo stesso Segretario di Stato di Pio VII, (rispondendo a Napoleone che voleva dominare la Chiesa o distruggerla), disse: “Maestà, fareste una fatica inutile. Sareste vinto. Non siamo riusciti noi preti, noi cristiani, con le nostre debolezze, con le nostre infedeltà, a distruggere la Chiesa in venti secoli…”
La storia della Chiesa dimostra ampiamente che è Dio la Sua sorgente di energia inesauribile, noi cristiani siamo solo le lampadine con il compito di irradiare questa luce nel mondo: non siamo noi la fonte del cambiamento, della salvezza, della luce, ma dobbiamo solo restare inseriti nella Suo flusso di Grazia, proprio come ogni lampadina che per funzionare deve restare inserita alla sua presa. Di più: questa inesauribile energia è sempre “gratis”
(che, non a caso, è l’ablativo plurale di “Gratia”) “è un peccato” approfittarne così poco…
”La grazia è innanzi tutto e principalmente il dono dello Spirito che ci giustifica e ci santifica. Ma la grazia comprende anche i doni che lo Spirito ci concede per associarci alla sua opera, per renderci capaci di cooperare alla salvezza degli altri e alla crescita del corpo di Cristo, la Chiesa” (CCC n 2003).
E se ben riflettiamo, non é solo la storia della Chiesa a dimostrarci l’importanza della Grazia, ma anche la vita di tantissimi santi è la “scientifica e ripetuta conferma” che è solo Dio che opera meraviglie, attraverso gente umile che si affida a Lui. E non è un caso che anche le apparizioni della Madonna siano riservate a bambini, spesso analfabeti, per far risaltare la ricchezza della Grazia di Dio e non la sapienza umana. Se questo è vero, allora ogni crisi (generale della Chiesa o singola dei cristiani ) non ha origine in “questioni esterne o organizzative”, ma è causata dall’allontanamento da questa fonte inesauribile di luce, che è la Grazia di Dio; spesso dimentichiamo l’ importanza della Sua assistenza che è a disposizione di tutti noi, ma che va chiesta con fiducia: “Cercate e troverete, Chiedete e Vi sarà dato, bussate e Vi sarà aperto”.
Da qui la primaria importanza nella vita cristiana: 1) della preghiera, 2) della Parola di Dio, 3) della liturgia; 4) dei Sacramenti 5) del rapporto con DIO (Che solo può dare un senso compiuto ai nostri fragili rapporti umani, altrimenti destinati all’insuccesso, per il nostro carattere incostante). Ecco dove nasce la grande libertà dei figli di Dio: non ci è chiesto di essere umanamente di successo; non siamo – come accade nel mondo – ricattati dalla “logica del risultato”, (che premia solo chi sgomita ed emerge); non abbiamo valore per quello che riusciamo a realizzare (quasi che fossimo in un concorso a punti), non valiamo per i budget raggiunti. Il nostro vero valore è dato solo dall’Amore e dalla fede che riusciamo a vivere.
Per questo una ragazzina come S . Teresina del Bambin Gesù può diventare addirittura patrona delle Missioni pur essendo sempre vissuta nella sua cella monastica senza aver apparentemente “realizzato“ nulla di visibile. Addirittura è stata proclamata dottore della Chiesa per averci insegnato “la piccola via”, il semplice abbandono al nostro Padre. Da questo punto di vista il cristiano non è un attivista, ma un “passivista”, lascia cioè fare a Dio, permettendogli di vivere in lui: “Non sono più io che vivo ma Cristo in me”, diceva San Paolo. E per essere un “passivista” abbiamo visto che ruolo ha avuto nella diffusione della fede. Egli è “gestore della vera energia”, e non è mai venuto meno in migliaia di anni di storia; alla fine ci è solo chiesto di abbandonare la (diabolica) presunzione di essere noi la fonte della luce; siamo invece solo le -pur necessarie- lampadine:
“Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla “ (Gv, 15,5), chiariva Cristo con un semplice esempio agreste ad un popolo di contadini.
Senza la sua Grazia, la Sua benevolenza, la Sua azione non possiamo far Nulla: Nulla ci ha detto, Nulla vuol dire che ogni nostro sforzo o risultato è destinato a crollare sotto l’impeto ripetuto e costante delle onde del Male.
Ma chi ha sconfitto il Male, ponendolo sotto i suoi piedi se non “la Piena di Grazia”? Colei che si è affidata a Dio sin dall’infanzia senza riserve, Colei che ha collaborato -ed ancora collabora- con Suo Figlio alla nostra Salvezza? (il famoso ultimo ipotetico dogma “di Maria Corredentrice” di cui si discute… ma è un’altra storia).
Ma qui entra in gioco “l’anello debole” della catena, NOI: l’ultimo passaggio di questa storia di salvezza è la nostra libertà. ” La libera iniziativa di Dio richiede la libera risposta dell’uomo; infatti Dio ha creato l’uomo a propria immagine, dandogli, con la libertà, il potere di conoscerlo e di amarlo”. (CCC n. 2002). Richiede dice, cioè rende necessaria, indispensabile, la nostra libera risposta. Dio ci ha voluti liberi a tal punto da poter interrompere solo noi questo flusso inesauribile di Grazia; noi soli possiamo staccare la spina, con la nostra scelta di vita, nemmeno il Diavolo in persona può separarci da Dio, ma solo Noi…che terribile responsabilità abbiamo in questa vita…
Ce lo conferma S. Paolo: ”.. né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore”. (Rm 8, 38.39).
Tutto per Sua Grazia, (non per nostro merito o impegno).
Ci sarà da ricordarlo, da domani:
i cristiani sono, per l’appunto, quelli che vivono “In Grazia di DIO”.
In Pace
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