Domenica XXX del Tempo Ordinario (Anno A)
(Es 22,20-26; Sal 17; 1Ts 1,5c-10; Mt 22,34-40)
di Alberto Strumia
Un cristianesimo senza Cristo; un Cristo senza il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe; un umanitarismo che rimpiazza la carità cristiana. È questa la grande tentazione che percorre da diversi anni gli ambienti ecclesiali ed ecclesiastici dei nostri tempi. Così che non ci appaia più nessuna sostanziale differenza tra la Chiesa e il mondo e non ci siano più conflitti culturali tra i due ambiti. E nessuno sembra accorgersi di nulla; anzi si direbbe che la maggior parte della ecclesiasticità, seguita da fedeli ignari o compiacenti, ne sia grandemente soddisfatta…
Non ci istruiscono e “bacchettano” forse energicamente le letture della liturgia di questa domenica?
Oggi è diventato di moda separare i due Comandamenti, quello dell’amore verso Dio e quello dell’amore verso il prossimo. Si lascia da parte, sistematicamente, l’amore verso Dio, come fosse una “faccenda privata” dei credenti, che è del tutto insignificante per gli altri, perché, in fondo è considerata irrilevante per se stessa. E si insiste esclusivamente sull’amore per il prossimo, inteso in un un senso puramente “umanitario”, definito dall’ideologia dominante, o lasciato ai volontari della generosità. Volontari per altro in qualche modo addirittura ammirevoli per il loro coraggio di spendere la propria vita per un ideale così miseramente terreno e senza prospettiva di una ricompensa eterna. Solo un certo più o meno nascosto narcisismo e compiacimento per il bene che si è capaci di compiere con le sole proprie forze e la spinta della propria bravura e generosità, sembra esserne la misera ricompensa.
E si è ormai da tempo finito per spacciare tutto questo per Vangelo e cristianesimo, anche da non pochi amboni delle nostre chiese.
– Gesù nel Vangelo di oggi, riportando quanto già insegnava l’Antico Testamento, smentisce all’origine questa visione ideologica del Suo insegnamento, quasi prevedendo profeticamente la manipolazione che ne sarebbe stata fatta in futuro, e soprattutto nei nostri anni.
Per Cristo, infatti, il primo e più grande Comandamento chiede al primo posto “l’Amore verso Dio”. E solo di conseguenza, motivato dall’amore verso Dio, come secondo Comandamento, fondato sul primo, “l’amore verso il prossimo”. Se uno non impara ad amare il prossimo perché è oggetto dell’Amore di Dio che lo vuole e lo mantiene in esistenza; di Cristo che lo ama fino al punto di morire in Croce per restituirgli la possibilità di accedere alla vera giustizia, quella con se stesso e con gli altri che parte dalla giustizia originale verso Dio Creatore, sarà forse la sua generosità verso gli altri a rendere eterna la sua vita di uomo mortale?
Senza il riferimento a Dio Creatore, non c’è alcuna forma di carità, nel senso proprio e cristiano del termine. La carità è amore verso il prossimo esercitato per amore verso Dio e non per soli motivi umanitari.
Tutto il resto può essere anche umanamente lodevole, ma non è carità cristiana; è solo “umanitarismo” e non salva per l’Eternità. E poi, diciamolo apertamente, l’amore puramente umanitario, per quanto possa essere o apparire anche bello, è poi difficilmente sincero e totalmente gratuito. Spesso nasconde inevitabilmente motivazioni ideologiche quando non anche interessi economici e finalità di strumentalizzazione politica di chi ne è oggetto. E ogni tanto questo dato di verità emerge anche attraverso le notizie rese pubbliche dai mezzi di comunicazione.
Oggi cadere in questa trappola con la quale certi poteri del mondo ricattano i credenti, in nome di quella concezione del mondo che attribuiscono loro, facendola passare anche per cristiana, è diventato fin troppo facile e ne sono vittime sia laici che ecclesiastici. Ma questo ha ben poco a che fare con Cristo e il Suo insegnamento.
– La prima lettura presenta diversi esempi di “prossimo” verso i quali è raccomandato un atteggiamento di umanità, rispetto e disponibilità all’aiuto quando necessario e possibile, tra i quali troviamo oltre al forestiero (che non è necessariamente solo straniero), la vedova o l’orfano, qualcuno del mio popolo, l’indigente che sta con te. Quanta gente oggi appartenente al nostro popolo è lasciata in condizioni miserevoli per preferire il ben più redditizio traffico dello straniero, deportato da lontano fino nei nostri confini? Ma chi è veramente responsabile di tutto questo, alla fine della sua vita, non potrà evitare il giudizio di Dio!
– La seconda lettura, attraverso le parole di san Paolo, sembra una raccomandazione a tutti i cristiani, di non cadere in questa trappola dell’umanitarismo pagano – e in fondo gnostico, e massonico – nascosto sotto il falso nome della “carità” e, anzi di essere un richiamo per tutti coloro che sono caduti in essa quasi senza accorgersene o, peggio ancora, con lucida complicità. A coloro che hanno conservato la fede intatta dice: «Voi avete seguito il nostro esempio e quello del Signore» e avete il compito urgente di «diventare modello per tutti i credenti», così da ricondurli dall’apostasia alla sana dottrina, alla sana morale, alla sacralità della liturgia, degnamente celebrata e partecipata.
– Il versetto dell’Alleluia aggiunge, citando il Vangelo di san Giovanni: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore» e non si permetterà di modificarla a suo piacimento considerandola orami obsoleta, e pretendendo di mettere in piedi una “nuova chiesa”, migliore di quella di Cristo, perché più adeguata al nostro mondo!
Maria, la madre del Signore, al contrario, anziché modificare per aggiornarlo, l’Annuncio che aveva ricevuto dall’Angelo, «serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19).
Affidandoci a lei con la preghiera del Santo Rosario e un atto di consacrazione le chiediamo di mantenerci immuni dagli errori che serpeggiano ovunque in questi nostri giorni di prova della fede.
Maria, madre del Signore, ascolta la nostra preghiera! A te ci affidiamo sicuri.
Bologna, 29 ottobre 2023
A monte di questa errata concezione del Cristianesimo, di questa grave adulterazione della dottrina cristiana, vi è l’ateismo, cioè una visione del mondo e della vita che non tiene conto di Dio, come se Lui non esistesse. Che ciò sia stato accettato negli ambienti ecclesiastici dimostra la gravità della situazione nella Chiesa, che sembra non possedere più la Luce di Cristo che, sola, illumina e salva il mondo.