“Ogni azione è un giudizio. Che cosa artificiosa, che accademia spirituale, che forzatura abbastanza facilmente sensibile, che episodio senza nessun vero riflesso sulla vita, che insignificanza di fronte alla vita compiuta, può essere la Confessione – il sacramento – o la contrizione con cui la comunità cristiana esige che si apra l’assemblea! Come, dalla nostra giornata, è espunta accuratamente ogni notizia di giudizio, del giudizio! Lo chiamavano «esame di coscienza» perché la riduzione intellettualistica, razionalistica e volontaristica della Chiesa di questi quattrocento anni ha dimenticato che il vero termine è «contrizione». La contrizione del centurione: «Signore, io non sono degno», o quella di Pietro: «Allontanati da me che io sono un uomo peccatore»; la contrizione, che deve essere in ogni nostra giornata e che è un giudizio. Ogni nostra azione è un giudizio che si attua, perché ogni nostra azione anticipa il giudizio finale, la Sua venuta. E se l’azione è un giudizio, come quello che disse Cristo nel venticinquesimo capitolo di san Matteo («Venite a me, benedetti»), allora essa è piena di amore ed è per sua natura tutta tesa al realizzarsi della Sua venuta nel mondo; e se è un giudizio come quello del venticinquesimo capitolo («Andate via da me, maledetti»), allora è pianto e stridore di denti subito; e così la contrizione elimina l’inferno, così la contrizione fa diventare attesa e desiderio della Sua venuta anche l’azione ingiusta, anche l’azione «male». «Liberaci dal male»!”
Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia;
nella tua grande bontà cancella il mio peccato.
Lavami da tutte le mie colpe,
mondami dal mio peccato.
Riconosco la mia colpa,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto;
perciò sei giusto quando parli,
retto nel tuo giudizio.
Ecco, nella colpa sono stato generato,
nel peccato mi ha concepito mia madre.
Ma tu vuoi la sincerità del cuore
e nell’intimo m’insegni la sapienza.
Purificami con issopo e sarò mondo;
lavami e sarò più bianco della neve.
Fammi sentire gioia e letizia,
esulteranno le ossa che hai spezzato.
Distogli lo sguardo dai miei peccati,
cancella tutte le mie colpe.
Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non respingermi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.
Rendimi la gioia di essere salvato,
sostieni in me un animo generoso.
Insegnerò agli erranti le tue vie
e i peccatori a te ritorneranno.
Liberami dal sangue, Dio, Dio mia salvezza,
la mia lingua esalterà la tua giustizia.
Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode;
poiché non gradisci il sacrificio
e, se offro olocausti, non li accetti.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio,
un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi.
Nel tuo amore fa grazia a Sion,
rialza le mura di Gerusalemme.
Allora gradirai i sacrifici prescritti,
l’olocausto e l’intera oblazione,
allora immoleranno vittime sopra il tuo altare.
(Salmo 51)
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