Partendo dalla notizia che in Irlanda studiare Storia verrà reso obbligatorio nei primi tre anni delle scuole secondarie l’autore di questo articolo apparso sull’Irish Time, sostiene che ci sarebbero ottime ragioni per rendere obbligatoria anche l’educazione religiosa per studiare le differenze tra le varie religioni del mondo con quella Cristiana e, a questo proposito, intervista Tom Holland, un rinomato storico britannico che è stato contestato e minacciato per un documentario sull’Islam. Essendo stato accusato di aver usato un “doppio standard” rispetto al proprio retroterra culturale si era reso conto di ritrovarsi, senza averci mai davvero riflettuto davvero, “in una sorta di prospettiva liberale, agnostica e atea che riteneva che la mia eredità morale e tutto il resto derivassero dalla Grecia, da Roma e dall’Illuminismo. Mi sono reso conto che questo era il mio mito”.
In questa intervista, quindi, hanno parlato del suo ultimo libro “Dominion: The Making of the Western Mind” (“Dominio: la creazione del pensiero occidentale”, n.d.t.) in cui lo storico si interroga non solo sulla diffusa mancanza di conoscenza delle origini dei nostri valori, ma, ancora più significativamente, sulla altrettanto diffusa carenza di strumenti filosofici che possano essere usati per verificare quali credenze morali siano più credibili di altre.
Erudito ma molto divertente, Dominion intreccia aneddoti storici con analisi filosofiche rendendo chiaro che non si può capire la situazione odierna del mondo senza apprezzare la nostra eredità cristiana: “In pratica, seguire il filo nel labirinto mi ha riportato al Cristianesimo”.
Ed ecco l’intervista.
(introduzione e traduzione a cura di Annarosa Rossetto)
Possiamo capire la nostra Storia senza capire il Cristianesimo?
Tom Holland: “Molto tempo fa sono giunto alla conclusione che il modo tripartito in cui la storia è divisa tra antichità, Medioevo e modernità è [inaccurato] … La vera divisione è la trasformazione del mondo classico in mondo cristiano non solo nella morale e nell’etica ma quasi in tutto ciò che oggi diamo per scontato.
“Come noi concepiamo le relazioni sessuali, la natura della famiglia, la nostra capacità di comprendere i tempi antichi, persino la natura della Fede e dell’incredulità: tutte queste cose sono interamente valutate attraverso una specie di filtro cristiano. E anche il modo in cui guardiamo alla filosofia classica, è attraverso uno sguardo cristiano”.
Lei dice che il Cristianesimo ha raggiunto un punto in cui “non ha bisogno di autentici Cristiani perché i suoi presupposti continuino a prosperare”. Quanto può durare?
“Questa è la domanda che Nietzsche pone. E la sua potenza come critico del Cristianesimo deriva dal fatto che non è come un [Richard] Dawkins, che sostanzialmente rimane nella sua morale ed etica come Cristiano – continuando a pensare che tutti gli esseri umani siano essenzialmente uguali e che i forti abbiano un dovere di cura verso i deboli.
“Nietzsche odia il Cristianesimo proprio per quegli argomenti, e in un modo distorto, volgare e imbastardito, questo ha alimentato il nazismo.
“Tale è stato lo shock di quell’esperienza che l’Europa ha subito, che tutto ciò che abbiamo dovuto fare per 70 anni, se volevamo sapere cosa era giusto, è stato guardare ai Nazisti e fare il contrario. Quindi, in un certo senso, il Nazismo è diventato una sorta di ombra che ci dice che non abbiamo bisogno del Cristianesimo.
“Ma penso che questo effetto ora stia svanendo e il fatto che sia diventato quasi un argomento di scherno – si definisce qualcuno “nazista” quando non si è d’accordo con lui – lo dimostra. E questo fa sorgere la domanda: quale terreno di coltura abbiamo per far germogliare queste idee? ”
Che ne dice della storia come terreno di coltura? Non possiamo semplicemente imparare le lezioni della storia?
“Ma quali lezioni? Hitler ha studiato storia. Tutti studiano la storia e tutti traggono conclusioni opposte.
“L’argomento secondo cui basterebbe studiare la storia fa sorgere molte domande. Chi può dire qual è il lato giusto della storia? La questione del cristianesimo è che in realtà fornisce un enorme insieme di determinanti morali e una sorta di nucleo mitico. Ma, naturalmente, non tutti i cristiani sono d’accordo tra loro ”.
Il nuovo Commissario Europeo Ursula von der Leyen è stata criticata per aver alluso alle radici cristiane dell’Europa. Ma non era una cosa fondata riconoscerle?
“Nel libro scrivo sulla crisi dei rifugiati attraverso il prisma di Merkel e Orbán che rappresentano le tensioni decisive del cristianesimo. La Merkel è ovviamente espressione del Buon Samaritano, l’idea che ci si dovrebbe prendere cura di tutti, ma Orbán – che guida un paese che per molti secoli è stato occupato dagli Ottomani – sostiene che se lo si farà, il Cristianesimo sparirà. Questa è sempre stata una tensione nel cuore del Cristianesimo sin dall’inizio.
“Ma c’è anche un’ulteriore tensione nel fatto che l’idea fondante della tolleranza europea si basa sull’idea che esista qualcosa chiamata laicità. E la nozione di laico è qualcosa di molto tipico del cristianesimo ed è emersa nel corso di molti secoli di evoluzione ed è radicata teologicamente. Ma laicità si è laicizzata.
“La maggior parte della gente dimentica che è un’idea tipicamente cristiana e non è per nulla neutra perché obbliga i musulmani, gli ebrei, gli indù e chiunque a modificare la propria percezione di loro stessi per adattarsi a questo modello. E loro sono molto più pronti a farlo se sentono che la laicità è, come dicono i suoi propagandisti, neutra – una specie di direttore d’orchestra. Ma se la gente dice che devi diventare “laico”, ed essere “cristianizzato” da questo processo, è molto meno probabile che lo voglia fare.
“È un problema perché da un lato è assolutamente vero che essere laici è profondamente cristiano, e in tale misura se le persone di origini non cristiane vogliono diventare cittadini dei paesi europei devono diventare più “cristianizzati”, come lo sono gli Ebrei dal tempo della rivoluzione francese. Lo stesso effetto erosivo dell’ambiente è sperimentato oggi dai musulmani.
“Ma ad essere onesti, bisogna dire che non sono molto propensi. Quindi penso che l’Europa sia fortemente in imbarazzo su questa questione.”.
Non si riesce a trovare una difesa della laicità nelle altre religioni?
“Beh, l’idea stessa di una religione è un’idea cristiana. La religione in qualsiasi lingua europea non è una parola neutra. E in Inglese ha subito una sorta di semplificazione protestante, quindi ha un effetto erosivo persino sui cattolici.
“I cattolici sono diventati nel complesso più protestanti quanto più hanno accettato quella cosa chiamata “Stato laico”, e penso che ciò sia in parte quello che è successo in Irlanda. Penso che l’Irlanda sia diventata culturalmente molto più protestante negli ultimi 20 anni ”.
Il predecessore di Papa Francesco, Benedetto XVI si oppose strenuamente al laicismo. Allora c’era una logica nella sua posizione?
“Sì, Benedetto era ovviamente uno studioso geniale che ha visto molto, molto chiaramente le implicazioni di ciò. E penso che consideri correttamente il laicismo una sorta di eresia protestante. Penso che il laicismo sia il punto di arrivo logico del Protestantesimo. ”
Lei sostiene che una minaccia comune in tutta la civiltà occidentale è la “reformatio” – l’ideale cristiano secondo cui la società può rinascere o purificarsi. Ne vedi una tensione in Brexit?
“Qualcosa come la Brexit è spiegato fondamentalmente dalle ansie geo-politiche ed è una specie di relazione conflittuale con il continente, ma è assolutamente mediata dalla religione.
“L’idea fondante dell’Inghilterra – che gli Inglesi sono in qualche modo un popolo eletto che Beda [il monaco dell’VIII secolo] formula per primo e che durante la Riforma è stato rivitalizzato come protestantesimo confessionale – è svanita ma penso che in qualche modo ne rimanga una traccia nell’immaginario della gente. E penso che lo stesso valga per le persone in Scozia … [dove] il protestantesimo è espresso nell’Alleanza (petizione che nel 1930 chiedeva una sorta di indipendenza legislativa per la Scozia, ndt), l’idea che gli Scozzesi siano in qualche modo una specie di popolo eletto rispetto ai carnai di quella Babilonia che è il Sud del paese.
“Penso che in Irlanda sia leggermente diverso perché il declino della religione confessionale è stato molto più precipitoso. . . ma si potrebbe dire che gli Irlandesi non sono diventati protestanti perché lo hanno fatto gli Inglesi.”
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Gesù risponde (in Matteo 7:12): “Fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te” (la cosiddetta regola d’oro dell’etica).
Confucio risponde (nei Dialoghi): “Non imporre mai agli altri ciò che non sceglieresti per te stesso ” (la cosiddetta regola d’argento dell’etica).
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