“La libertà di culto è stata duramente guadagnata nel corso dei secoli. Ed è così facilmente persa o compromessa. L’attuale pandemia mette in luce una serie di problemi in cui lo spirituale passa in secondo piano rispetto al temporale. In alcuni luoghi, I night club sono aperti mentre le chiese sono chiuse. Anthony Fauci ha dato la sua approvazione per il sesso tra sconosciuti (indossando però le mascherine). Lo spirituale, tuttavia, ha la supremazia sugli incontri sociali, sugli eventi sportivi, sull’economia e persino sulla salute.”
Un articolo del prof. Donald DeMarco, pubblicato su Crisis Magazine, nella mia traduzione.

I canadesi, a differenza dei loro omologhi più risoluti negli Stati Uniti, tendono ad essere rispettosi della legge, fino al punto della sottomissione. La rivoluzione non è mai stata nei geni. Quando il governo li esorta a indossare mascherine per aiutare ad alleviare la minaccia della diffusione del virus Covid-19, ci si aspetta che si adeguino, e che si adeguino senza lamentarsi.
Un parrocchiano della Columbia Britannica, tuttavia, è diventato uno che ha fatto notizia per essersi rifiutato di indossare una maschera durante la messa. Egli cita un passo delle linee guida dichiarate dalla sua Chiesa che permette eccezioni per coloro che non possono indossare la mascherina per motivi legittimi, come la salute. Il suo pastore, sostenuto dal suo vescovo, gli ha però dato un severo ultimatum: indossare la mascherina o non partecipare alla Messa. La questione sembra ancora più difficile da comprendere alla luce del fatto che la Provincia [del Canada] non ha emanato delle linee guida obbligatorie sulla mascherina. L’ufficiale della Provincia Dr. Bonnie Henry ha dichiarato che “ordinare l’uso universale della mascherina in tutte le situazioni crea inutili sfide con l’adempimento e la stigmatizzazione”. Il parrocchiano, che rimane anonimo per paura di rappresaglie, è determinato ad assistere alla messa nonostante gli ordini del clero. In apparenza, la storia appare come un conflitto inconciliabile tra sfida intenzionale e autoritarismo. Ma la superficie è per i giornali.
Il sacerdote, per non essere sfidato, ha incluso il suo parrocchiano recalcitrante in un sermone in cui ha dichiarato che il suo parrocchiano non è stato obbediente al governo non avendo indossato una mascherina e non è stato obbediente correttamente a Cesare (che cosa poco canadese!). Dopo aver letto questo sorprendente riferimento a Cesare, ho preso la mia copia de Le cose che non sono di Cesare di Jacques Maritain. Riguardo alla distinzione tra il potere spirituale e quello temporale, il Contadino della Garonna [cioè Jacques Maritain, ndr) fa il seguente commento: “Nulla è più importante per la libertà delle anime e per il bene dell’umanità che distinguere correttamente questi due poteri: nulla, nel linguaggio odierno, ha un così grande valore culturale. È risaputo che la distinzione è la conquista dei secoli cristiani e la loro gloria” (pag. 1). Maritain si riferisce a una distinzione che affonda le sue radici nella distinzione critica fatta da sant’Agostino tra la Città di Dio e la Città dell’uomo. La Città pagana rivendicava l’intero essere umano e allo stesso tempo divinizzava lo Stato. La libertà dell’anima non era di alcuno interesse.
Il sacerdote era oltre le righe nel riferirsi all’obbedienza a Cesare? Probabilmente, dato che la Chiesa cattolica non appartiene a Cesare. La triste ironia per quanto riguarda la situazione della Columbia Britannica è che il conflitto si sta svolgendo all’interno della Chiesa. Sicuramente si potrebbero fare degli accomodamenti che includano il distanziamento sociale, il lavarsi frequentemente le mani, una adeguata selezione dei posti a sedere nella chiesa, ecc. Il divieto assoluto di partecipare alla Messa sembra, in questo caso, prematuro e inutile.
La libertà di culto è stata duramente guadagnata nel corso dei secoli. Ed è così facilmente persa o compromessa. L’attuale pandemia mette in luce una serie di problemi in cui lo spirituale passa in secondo piano rispetto al temporale. In alcuni luoghi, I night club sono aperti mentre le chiese sono chiuse. Anthony Fauci ha dato la sua approvazione per il sesso tra sconosciuti (indossando però le mascherine). Lo spirituale, tuttavia, ha la supremazia sugli incontri sociali, sugli eventi sportivi, sull’economia e persino sulla salute.
L’episodio nella diocesi di Nelson della British Columbia (che si sta ripetendo in molte parti del mondo) dovrebbe ricordare a tutti noi la priorità dello spirituale, ma anche la necessità di trovare un equilibrio, e non allontanarsi dalla gentilezza e dalla comprensione. La Chiesa dovrebbe essere testimone della libertà delle anime. Le decisioni particolari nell’ordine pratico possono essere complesse e difficili, ma non possiamo dimenticare ciò che è più importante. Il rispetto delle priorità è essenziale nella risoluzione di qualsiasi controversia.
Donald DeMarco è professore emerito dell’Università di San Girolamo e professore aggiunto presso il Collegio e il Seminario dei Santi Apostoli. È un cronista abituale della rivista Saint Austin Review e l’autore, più recentemente, di Riflessioni sulla pandemia di Covid-19: Una ricerca di comprensione.
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