“Questa è la ‘cancel culture’ in poche righe. Se osi deviare dalla narrazione standard, anche solo per un momento, sei bannato a vita. Mai più! Puoi passare da alleato a nemico in un battito di ciglia.”

Occorre capire questo nuovo fenomeno, perché prima lo capiamo e meglio per noi è.

Ce lo spiega Michael L. Brown in questo suo articolo pubblicato su Lifesitenews.

La traduzione è di Riccardo Zenobi.  

 

cancel culture

 

Ora che il vaso di Pandora è stato aperto e la “cancel culture” è stata diffusa, non nasconde il suo fine. È sfrenata e implacabile. Se osi incrociarla, anche minimamente, verrai preso di mira in seguito – anche violentemente. La “cancel culture” è fuori controllo.

Non puoi ragionare con essa o fare appello. La logica, la verità e i fatti non contano. L’unico modo di fermarla è confrontarsi con lei ed esporla, apertamente, chiaramente, coraggiosamente e senza vergogna.

Se fai compromessi su un argomento sarai costretto a capitolare su tutti. Non c’è un terreno comune con questo movimento irrazionale e distruttivo. Prima lo capiamo, meglio è.

Considerate questi recenti esempi:

Secondo Breitbart, “La Miss costume da bagno inglese è stata privata del suo titolo dopo aver postato il messaggio ‘TUTTE le vite contano’ sulla sua pagina facebook”.

Ha scritto, “Sì, ciò che è accaduto a George Floyd era sbagliato e imperdonabile ma è ciò che accade a molte altre persone di diverse razze in simili situazioni. Ma loro non arrivano a protestare, razziare, monopolizzare i social media, creare un giorno per la loro razza o addirittura raccogliere 10,3 milioni di dollari in aiuto della persona uccisa. La maggioranza dei crimini e morti riguardanti i neri è causata da neri con il crimine che fanno in America”.

Questo discorso è proibito. Via da lei! Toglietele la corona!

Secondo Policemag.com, dopo che due agenti di polizia hanno subito un’imboscata e sono stati uccisi a sangue freddo, Savannah Chavez, la figlia sedicenne di uno di questi agenti (che aveva appena 39 anni), ha twittato, “Le parole non possono descrivere il dolore che ho, ma sono lieta che mio padre sia in pace”. Ha continuato, “Eri un uomo straordinario e chiunque ti abbia incontrato lo sapeva”. E poi questo: “Mi mancherai tanto. Sei morto facendo ciò che più amavi, sei morto da eroe. Ti amo papà, a presto. #bluelivesmatter”.

Quanta malignità! Come osa ritenere che l’esecuzione a sangue freddo di suo padre possa essere comparata alla morte di qualcuno per le mani di un poliziotto. E come ha osato cooptare uno slogan, dato che il padre, per nascita, non era blu.

Questa teenager in lutto ha ricevuto tanta opposizione che ha finito per cancellare il tweet.

Cosa diavolo sta accadendo alla nostra società?

ZeroHedge.com riporta che facebook ha cancellato dalla sua piattaforma un ex impiegato che ha ostato porre domande sulla narrazione BLM (Black Lives Matter, ndr). Patrick Shyu, che ha anche lavorato per Google in passato, ha affermato in un video che “le politiche basate sulla ‘diversità’ stavano creando più problemi che soluzioni”.

Come risultato, è stato bannato da Facebook e oscurato da Youtube. Come ha spiegato, “…solo perché non ti piace qualcosa che ho detto…per 10 anni ho detto tutte cose buone e una volta ho detto qualcosa che può non necessariamente piacerti, hai disabilitato il mio intero account e ho perso l’accesso ai 10 anni passati di informazioni…e non c’è spiegazione, servizio clienti, e nemmeno un processo d’appello”

Questa è la ‘cancel culture’ in poche righe. Se osi deviare dalla narrazione standard, anche solo per un momento, sei bannato a vita. Mai più! Puoi passare da alleato a nemico in un battito di ciglia.

Nelle parole di John Gray, un professore emerito della London School of Economics, dando uno sguardo dalla Gran Bretagna, “Oggi non viviamo più in una società libera. Piuttosto, siamo governati da coloro che provano a rafforzare le loro visioni estreme svergognando e rovinando coloro che la pensano diversamente”.

“Non è forzato paragonare i metodi di questo ‘woke movement’ a quelli delle guardie rosse del presidente Mao, che terrorizzarono il popolo cinese mezzo secolo fa”.

Per quanto riguarda esempi specifici, ha scritto, “La ‘teoria critica della razza’ – un’ideologia sub-marxista in cui il “privilegio bianco” è invocato per spiegare tutti i tipi di ingiustizia – viene sempre più insegnata come parte della “decolonizzazione del curriculum”.”

“In effetti, nessun argomento è immune da questa campagna di rieducazione nelle nostre scuole e università”. “Accademici alla Birmingham City University hanno proposto che Mozart sia eliminato dall’insegnamento musicale e rimpiazzato dal rapper Stormzy. L’Eton College ha annunciato la sua volontà di cambiare l’insegnamento di storia, geografia, religione, politica e inglese, insieme con le assemblee e società scolastiche, in modo da assicurare che la ‘decolonizzazione’ sia rafforzata su tutta la linea.

E in Australia, come riportato dal Daily Mail, c’è un “nuovo tentativo di RINOMINARE parti del corpo come il pomo d’Adamo e il tendine d’Achille perché sono nomi ‘irrilevanti e misogini’”.

Dove si ferma tutto ciò? Non si ferma – finché non avrà del tutto divorato sé stesso.

La cosa triste è che virtualmente ogni giorno potrei scrivere un altro articolo come questo, aggiungendo altri eminenti esempi di cronaca.

La cosa spaventosa è che le folle inferocite della ‘cancel culture’ non hanno problemi a ricorrere alla violenza, si tratti di bruciare chiese, vandalizzare statue ritenute sacre, o attaccare un incontro che sostiene la polizia.

Quindi, di nuovo, è urgente che vi svegliate, alzate e parlate – finché potete.

 

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