Mons. Marcelo Sánchez Sorondo (qui), cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze, a febbraio scorso ha curiosamente affermato (qui): “In questo momento, coloro che meglio stanno attuando la dottrina sociale della Chiesa sono i cinesi”. Qualche giorno fa il card. Reinhard Marx, nella ricorrenza dei 200 anni dalla nascita di Karl Marx, ha fatto una altrettanto curiosa affermazione (qui): “Senza di lui non ci sarebbe stata alcuna dottrina sociale cattolica”.
E’ veramente curioso che alti prelati associno la Dottrina sociale della Chiesa a regimi o a ispiratori di regimi che hanno fatto milioni di morti. Infatti, Karl Marx e Friedrich Engels stilarono il Manifesto del partito comunista a cui i regimi comunisti del ‘900 (Unione Sovietica e paesi satelliti, Cina, Corea del Nord, Cuba, etc.) si sono ispirati. Tale Manifesto conteneva dieci punti che diventarono, letteralmente, la tabella di marcia per realizzare la futura società comunista. Il risultato è stata l’uccisione di decine e decine di milioni di persone.
Ma lasciando stare queste tristi affermazioni, vi propongo solo alcuni stralci di una interessante intervista di due anni fa rilasciata dallo scrittore Paul Kengor a Carl E. Olson, e ripubblicata sul Catholic World Report (qui) il 5 maggio scorso, giorno della ricorrenza dei 200 anni dalla nascita di Karl Marx. Il dott. Kengor ci racconta come il comunismo vecchio e nuovo abbia lanciato un attacco mortale al cristianesimo ed alla famiglia.
Eccoli nella mia traduzione.
Dr. Kengor: Perché tante persone non sono in grado e non sono disposte a vedere e capire? Perché sono stati diseducati dalla loro scuola pubblica, dalla loro università, dai loro social media, dal loro televisore, dalla loro cultura.
Domanda: Come cominciarono a cambiare le tattiche marxiste e di sinistra a metà del ventesimo secolo? Chi sono stati i principali strateghi e perché la Columbia University ha svolto un ruolo così importante nella diffusione delle loro ideologie?
Dr. Kengor: La chiave qui è l’ascesa della Nuova Sinistra, o i cosiddetti “marxisti culturali”. Hanno spostato la lotta contro l’Occidente dal modello rivoluzionario basato sulla classe marxista/economica a quello della cultura e del sesso. La loro incapacità di spacciare il marxismo economico al mondo significava che sarebbe stato necessario un nuovo mezzo per far crollare l’Occidente. Una guerra economica di classe avrebbe preso un ruolo di secondo piano nell’assalto alla civiltà occidentale. Fu qui che dovette avvenire la rottura. Un metodo primario sarebbe stato quello di saturare la cultura occidentale con quello che Ralph de Toledano chiamava un “miasma del sesso sfrenato”. La distruzione dell’Occidente sarebbe avvenuta attraverso una forma di neomarxismo, di neofreudianesimo, una nefasta fusione delle idee di Marx e Freud, le peggiori teorie del XIX e XX secolo. Il sistema educativo, soprattutto le università, sarebbero divenute la “cinghia di trasmissione” (parola di Lenin) di questa fusione di pensiero marxista e freudiano. Il gruppo che ha spinto questa forma di marxismo freudiano è stata la Scuola di Francoforte, i cui principali teorici alla fine si sono diretti verso luoghi come la Columbia University con l’aiuto entusiasta del professor John Dewey e il suo distruttivo Columbia Teachers College e National Education Association.
In tutto, hanno generato una infusione tossica destinata a produrre risultati velenosi per la cultura tradizionale giudaico-cristiana. E i radicali degli anni ’60 nelle università bevevano a fondo da quel calice. E’ stato necessario un po’ di tempo – c’era bisogno di prendere il controllo delle università per diffondere le loro idee radicali sulla famiglia, il matrimonio, il sesso e il gender – ma alla fine ci sono riusciti.
È importante notare che sono stati molto aiutati dai milioni di ignari genitori cattolici che hanno incanalato i loro figli in queste terribili università a costi enormi, sia finanziari che morali. È qui che il lavoro è stato davvero completato. Nulla di questo collasso si sarebbe verificato se gli ignari genitori culturalmente tradizionali non avessero ingenuamente fatto marciare i loro figli in quel tritacarne intellettuale-morale noto come l’istruzione “superiore” americana. Sono complici. Coloro simili a Lenin e i marxisti culturali come Herbert Marcuse e Wilhelm Reich li ringraziano dalle loro tombe.
Domanda: Col senno di poi, guardando indietro a quasi due secoli di storia, era quasi inevitabile che il “matrimonio gay” fosse reso legge della terra dal giudice Anthony Kennedy e dalla sua compagnia? Cosa pensa che riservi il prossimo futuro a coloro che sostengono la verità sul matrimonio e la famiglia?
Dr. Kengor: Il futuro è triste. Una trasformazione fondamentale della cultura ha avuto luogo durante gli anni del presidente Obama. L’America è un luogo diverso e molto peggiore, soprattutto per coloro che hanno una fede religiosa che osano opporsi alla valanga del “matrimonio gay”. Il giudice Kennedy (della Corte Suprema degli USA, dal cui voto è dipesa l’approvazione del marimonio gay, ndr), nella classica posizione dell’allocco, ritiene che la sua decisione di ridefinire il matrimonio abbia creato amore e pace, quando, infatti, ha scatenato un lungo periodo di aspre persecuzioni contro i cittadini con una fede religiosa da parte della cultura, dello Stato e delle forze della “tolleranza” e della “diversità”. Preparatevi a un periodo di sconcertante e disgustosa intolleranza aggressiva da parte degli autoproclamati profeti della “tolleranza”, sotto la bandiera arcobaleno della “diversità”. Mostreranno quella che Herbert Marcuse chiamava “tolleranza repressiva”, rifiutandosi di tollerare coloro con cui non sono d’accordo, il che, naturalmente, non è affatto una vera tolleranza.
Sì, questo era inevitabile (aspettarselo, ndr) da “Kennedy e compagnia”. Non dimenticate mai lo sconvolgente giudizio di Anthony Kennedy del 1992 nella causa Planned Parenthood contro Casey. Lì, Kennedy guidò la maggioranza con questa proclamazione mozzafiato: “Al centro della libertà c’è il diritto di definire il proprio concetto di esistenza, di significato, di universo e di mistero della vita umana”. Se Anthony Kennedy interpreta la libertà nel senso che ogni americano ha il diritto di definire il proprio personale concetto di esistenza, di significato, dell’universo e della vita stessa, allora perché non determinare la propria definizione di matrimonio? In realtà, ridefinire il matrimonio è una cosa di poco conto una volta che si sviluppa il proprio significato di senso. Ancora una volta, una dittatura del relativismo.
Ovviamente, la concezione della libertà di Kennedy non è assolutamente quella dei Padri Fondatori (degli USA, ndr) e certamente non quella dei Padri della Chiesa o del Catechismo. E Kennedy, naturalmente, è un cattolico da una vita. Vale a dire che egli si erge come un emblema del colossale fallimento della Chiesa nel catechizzare i laici. Dimostra quanto questi fallimenti possano essere consequenziali per una cultura e un paese.
Per quanto triste sia il fatto che la ridefinizione del matrimonio sia stata resa possibile da un giudice cattolico della Corte Suprema Cattolica nel 2015, è anche perfettamente in linea. Anthony Kennedy incarna i grandi fallimenti della Chiesa nell’insegnamento. E ora la Chiesa stessa sarà tra le vittime.
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