Uno studio di Sivan Gazit et al., appartenenti prevalentemente al Maccabitech Institute for Research and Innovation, Maccabi Healthcare Services, situato in Israele, ha effettuato un ampio studio su due gruppi di persone, coloro che erano immunizzati con due dosi di vaccini COVID della Pfizer (indicati con la dizione “individui SARS-CoV-2-naive” e coloro che erano immunizzati perché avevano contratto il virus della variante Delta. I ricercatori si sono chiesti se i vaccinati avevano una protezione contro la reinfezione migliore, uguale o peggiore rispetto ai non vaccinati che avevano avuto una precedente infezione. I risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa Clinical Infectious Diseases della Oxford Academic. Lo studio è peer-reviewed. Vi propongo il sommario nella mia traduzione. Le evidenziazioni sono mie.
Contesto
Il declino della protezione contro l’infezione da coronavirus della sindrome respiratoria acuta grave 2 (SARS-CoV-2) conferita da 2 dosi di vaccino BNT162b2 inizia poco dopo l’inoculazione e diventa sostanziale entro 4 mesi. Non è però chiaro l’impatto di un’infezione precedente sulla reinfezione da SARS-CoV-2. Pertanto, abbiamo esaminato la protezione a lungo termine dell’immunità acquisita naturalmente (protezione conferita da un’infezione precedente) rispetto all’immunità indotta dal vaccino.
I metodi
Uno studio osservazionale retrospettivo su 124.500 persone ha messo a confronto 2 gruppi: (1) individui SARS-CoV-2-naive che hanno ricevuto un regime di 2 dosi del vaccino BioNTech/Pfizer mRNA BNT162b2 e (2) individui precedentemente infettati che non sono stati vaccinati. Sono stati applicati due modelli di regressione logistica multivariata, valutando quattro esiti correlati alla SARS-CoV-2: infezione, malattia sintomatica (malattia da coronavirus 2019 [COVID-19]), ospedalizzazione e morte, tra il 1° giugno e il 14 agosto 2021, quando la variante Delta era dominante in Israele.
Risultati
I vaccinati SARS-CoV-2-naive avevano un rischio aumentato di 13,06 volte (intervallo di confidenza [CI] al 95%, 8,08-21,11) di contrarre l’infezione con la variante Delta rispetto agli individui non vaccinati e precedentemente infettati, quando il primo evento (infezione o vaccinazione) si è verificato nei mesi di gennaio e febbraio del 2021. L’aumento del rischio era significativo anche per la malattia sintomatica. Quando si è permesso che l’infezione si verificasse in qualsiasi momento tra marzo 2020 e febbraio 2021, è stata dimostrata l’evidenza del declino dell’immunità acquisita naturalmente, sebbene i vaccinati SARS-CoV-2 naive avessero ancora un rischio aumentato di 5,96 volte (95% CI: 4,85-7,33) per l’infezione di rottura (l’infezione che ha rotto la barriera di protezione offerta dal vaccino, ndr) e un rischio aumentato di 7,13 volte (95% CI: 5,51-9,21) per la malattia sintomatica.
Conclusioni
L’immunità acquisita naturalmente conferisce una maggiore protezione contro l’infezione e la malattia sintomatica causata dalla variante Delta del SARS-CoV-2, rispetto all’immunità indotta dal vaccino BNT162b2 a 2 dosi.
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In un contesto socio politico sano e caratterizzato da una sostanziale buona fede, dopo gli studi presentati dal Dott. Frajese alla Camera dei Deputati (quelli che mostravano come gli unici anticorpi che interrompono il contagio sono quelli ottenuti da guarigione, ergo la cosiddetta vaccinazione non è rilevante a questo proposito) chi ci ha torturato per mesi con la storiella che il vaccino immunizza e pertanto chi ne è privo dovrebbe essere ripudiato dalla società e perfino odiato, pagherebbe per gli enormi danni economici, sociali, psicologici che ha provocato. Invece, dopo la sentenza del giudice Zanda, ancora ha la faccia tosta (per non dire altro) di parlare. Troppo complottista parlare di dittatura?
Sta emergendo molto in fretta il “panorama” che temeva il prof. Montagnier per quello che riguarda gli effetti avversi. Penso che la dittatura sia la ” forma Stato” che è stata adottata per perpetrare un genocidio che riguarda più di un Paese. La dittatura non è il fine, il fine è il genocidio. La dittatura è il mezzo. Come è già stato osservato da più parti il complotto non è nella mente di chi denuncia o, in forza di prove, dimostra l’esistenza di questo obiettivo, ma di chi l’ha progettato e lo sta portando avanti. Imperterriti. La cosa che, almeno a me ma credo a molti altri,fa male è il constatare che, a questo progetto abbia aderito lucidamente una parte consistente delle gerarchie della Chiesa.
Il prof. Montagnier… lo stesso che è stato altezzosamente sbeffeggiato da un “cattolicone” posto come moderatore ad un evento culturale della mia unità pastorale (sic!).
Non si tratta di invocare rispetto per chi non è più in vita, ma di provare a smarcarsi da un contesto culturale che di cristiano non ha proprio nulla, e a dirla tutta nemmeno di ragionevole.
L’emergenza è assurta a forma di governo ordinaria ormai da un ventennio, da quando con il pretesto del terrorismo si cominciò a smantellare la privacy. Poi ci convinsero ad accettare la normalità del precariato sulla scorta dell’emergenza economica. Il resto è storia recente, sempre peggio, sempre più a fondo.
Ma come dicevi tu, fa male constatare l’asservimento delle gerarchie ecclesiastiche inclusi i capetti locali che mi danno del fascista non appena provo a porre qualche quesito. Che pena…