L’INTERCOMUNIONE SI AVVICINA?
L’intercomunione, cioè la possibilità o no di partecipare alla stessa comunione eucaristica tra cristiani di diverse confessioni, è un tema da sempre molto critico. A tal proposito, la Conferenza Episcopale Tedesca ha fatto un passo che ha suscitato accese controversie all’interno della stessa Conferenza dei vescovi tedeschi. Di queste preoccupazioni fa cenno il suo stesso presidente, il card. Marx, che è strettissimo collaboratore del Papa in quanto componente del C9, cioè della commissione ristretta che assiste il papa nella riforma della Chiesa.
Del documento tedesco c’è ne dá conto Edward Pentin con un articolo pubblicato ieri sul National Catholic Register (qui).
Eccolo nella mia traduzione.
I vescovi tedeschi hanno votato “a stragrande maggioranza” a favore della realizzazionedi una “guida” per i coniugi protestanti riguardo il ricevimento della Santa Comunione a determinate condizioni.
Nella loro conferenza di primavera ad Ingolstadt, la Conferenza Episcopale Tedesca ha convenuto che un partner protestante di un coniuge cattolico può ricevere l’Eucaristia dopo aver effettuato un “serio esame” di coscienza con un sacerdote o con un’altra persona con responsabilità pastorali, [dopo aver] “affermato la fede della Chiesa cattolica, [dopo aver] “desiderato porre fine a “gravi disagi spirituali” ed abbia un “desiderio di soddisfare la brama per l’Eucaristia”.
Il cardinale Reinhard Marx, presidente della Conferenza episcopale tedesca, ha detto giovedì che tale guida è stato un “passo positivo”. Ha detto che c’è stato un “intenso dibattito” durante il quale sono state sollevate “serie preoccupazioni”, secondo quanto riportato da Katholisch.de, il sito web della Conferenza Episcopale Tedesca.
(Il card. Marx, ndr) ha aggiunto che i vescovi non hanno dato l’approvazione generale, ma che la guida riguarda le decisioni individuali. Ha detto che i vescovi volevano continuare su questo tema “secondo in modalità di alto profilo”, ma che la guida sarebbe stata solo un “opuscolo pastorale” e che “non vogliamo cambiare nessuna dottrina”.
I vescovi credono che le linee guida dovrebbero aiutare i pastori a chiarire se tali casi siano di natura eccezionale, in linea con il significato del can. 844 § 4del codice di Diritto Canonico che regola quando un non cattolico possa ricevere la Santa Comunione.
Il codice di diritto canonico al n. 844 § 4 stabilisce:
§4. Se vi sia pericolo di morte o qualora, a giudizio del Vescovo diocesano o della Conferenza Episcopale, urgesse altra grave necessità, i ministri cattolici amministrano lecitamente i medesimi sacramenti anche agli altri cristiani che non hanno piena comunione con la Chiesa cattolica, i quali non possano accedere al ministro della propria comunità e li chiedano spontaneamente, purché manifestino, circa questi sacramenti, la fede cattolica e siano ben disposti.
Il cardinale Marx ha rifiutato l’idea che tale passo equivarrebbe a un cammino che chiamerebbe i protestanti alla conversione, altrimenti noto come “ecumenismo del ritorno o della conversione”. In altre parole, ha sottolineato che il documento non menziona che i protestanti possono ricevere la Santa Comunione solo se si convertono. Ha anche detto che molto sarebbe stato lasciato alla discrezione del vescovo locale, e le conseguenze che avrebbe potuto trarre dalla guida. Egli ha detto che solo il vescovo stesso può stabilire nuove leggi in questo campo.
La guida è stata preparata dalla commissione episcopale su questioni di fede ed ecumenismo e sarà pubblicata nelle prossime settimane. Il cardinale Marx ha detto che l’approvazione vaticana non è necessaria perché si tratta solo di assistenza pastorale.
La Chiesa Evangelica in Germania (EKD) ha risposto dicendo che la decisione è “un passo importante sulla strada dell’ecumenismo”.
“Per le persone che non solo condividono la fede in Gesù Cristo, ma anche la loro vita l’una con l’altra, questo è un vero e proprio sollievo”, ha detto giovedì il presidente del Consiglio dell’ EKD, Heinrich Bedford-Strohm. La decisione chiarisce che la necessità delle coppie con inter-confessione religiosa di poter stare insieme alla mensa del Signore è ascoltata e apprezzata dalla Conferenza episcopale”, ha detto.
Una fonte con conoscenza della questione in Germania ha detto al National Catholic Register che i vescovi stanno sollevando “di nuovo il famoso caso unico [eccezione]” che per quanto lui sia preoccupato è stata una “pratica tranquilla e discreta in Germania per un po’ di tempo”. Ha anche criticato l’EKD per aver tratto delle conclusioni che vanno oltre a quanto i vescovi sembrano intendere, e di vedere il documento come il semaforo verde per la intercomunione per tutte le coppie.
In un commento (qui) al National Catholic Register dell’anno scorso, un teologo italiano [mons. Nicola Bux] ha avvertito che se la Chiesa cambiasse le sue regole sulla Comunione Eucaristica Condivisa, sarebbe “andata contro la Rivelazione e il Magistero”, portando i cristiani a “commettere blasfemia e sacrilegio”.
Sulla base dell’insegnamento della Chiesa basato sulla Sacra Scrittura e Tradizione, Mons. Nicola Bux, già consultore della Congregazione per la dottrina della fede, ha sottolineato che i cristiani non cattolici, per poter ricevere Gesù nell’Eucaristia, devono aver intrapreso il battesimo e la confermazione nella Chiesa cattolica, essersi pentiti del peccato grave attraverso la confessione sacramentale.
La mossa dei vescovi tedeschi echeggia i commenti fatti da Papa Francesco (qui) nel novembre 2015 quando sembrava suggerire che un luterano sposato con un cattolico potesse ricevere la Santa Comunione sulla base del fatto che la moglie luterana era battezzata e [che nel far ciò] avrebbe agito secondo la sua coscienza.
Egli [papa Francesco] disse ai luterani evangelici di Roma che la donna dovrebbe “parlare con il Signore” per ricevere la santa Comunione “e poi andare avanti”, ma aggiunse che “non oserebbe mai permettere questo, perché non è di mia competenza”.
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