Fonti ben informate affermano che, con l’approvazione del Santo Padre, il Capo della Congregazione per la Dottrina della Fede ha respinto la guida pastorale dei vescovi tedeschi che permette la Santa Comunione ad alcuni coniugi protestanti in determinate condizioni.
Mercoledì scorso il sito cattolico austriaco Kat.net (qui) ha riportato che fonti ben informate vicino al Vaticano hanno confermato che la Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF) ha respinto, con il consenso di papa Francesco, la proposta approvata (qui) a maggioranza dalla Conferenza Episcopale Tedesca di concedere, in “casi individuali” e a determinate condizioni, la comunione a coniughi di fede protestante sposati con cattolici.
Questa notizia è stata confermata anche da altre fonti, sempre vicine al Vaticano, di altre testate giornalistiche come: Catholic News Agency (qui), Edward Pentin del National Catholic Register (qui), e 1P5 (qui).
Il rifiuto da parte del Vaticano mostrerebbe che non vi sarebbe differenza di vedute tra l’arcivescovo Luis Ladaria, attuale prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, e il suo predecessore, il cardinale Gerhard Müller.
Sebbene si tratti di fonti e non di documenti ufficiali, ma data però l’affidabilità delle testate, si può ritenere fondata tale notizia.
Tuttavia ieri, verso mezzogiorno, la Conferenza Episcopale Tedesca ha emesso un comunicato che smentisce queste notizie. Riporta, inoltre, che il card. Marx è atteso in Vaticano per un colloquio con papa Francesco.
La risposta del Vaticano, se risultasse confermato quanto riportato da Kat.net, rappresenterebbe un duro colpo per la decisione presa in febbraio scorso dai vescovi tedeschi guidati dal card. Reinhard Marx (nella foto), molto vicino a Papa Francesco, poiché facente parte del comitato ristretto di cardinali che aiutano il papa nelle riforme della Chiesa, il cosiddetto C9.
Quella proposta dei vescovi tedeschi aveva creato profondi malumori nella conferenza episcopale tanto da sfociare, la settimana scorsa, in una lettera scritta da sette vescovi locali tedeschi (qui), tra cui il cardinale Rainer Maria Woelki (nella foto), di Colonia, indirizzata a Papa Francesco ed alla CDF. In quella lettera venivano espressi profondi dubbi sulla decisione presa che si ritiene essere in contrasto con la Dottrina cattolica, che mina l’unità della Chiesa, che è fonte di forte preoccupazione per una Conferenza che si pensa stia oltrepassando le sue competenze. I sette vescovi chiedevano al Vaticano di intervenire e fare chiarezza su quella che loro pensano sia una fuga in avanti da parte della Conferenza Episcopale Tedesca. Una bella fuga in avanti (qui) che, secondo alcuni, era in “cottura” da vari anni, anche se non riusciva mai a vedere la luce…fino a febbraio scorso.
I dubbi ed i malumori sono stati ben espressi da uno dei sette vescovi, mons. Stefan Oster, di Passau (Bavaria), in un articolo scritto sul settimanale della sua diocesi (qui), articolo ripreso anche da Lifesitenews (qui).
Spiega Oster che “L’Eucaristia è per noi cattolici così importante che esprime essenzialmente tutta la nostra comprensione della Fede e della Chiesa”. Inoltre, a lui non sembra “semplice” “condividere la piena comprensione cattolica dell’Eucaristia“, pur rimanendo in un’altra confessione. In sintesi, o si diventa cattolici o si rimane protestanti.
Oster, infine ha fatto cenno al fatto che la lettera dei sette vescovi è partita dopo una discussione “intensa” e “controversa” durante l’incontro della stessa Conferenza episcopale tedesca, in cui “si è già apertamente discusso se e come ci si dovesse rivolgere a Roma per un ulteriore chiarimento delle questioni aperte“.
Questo cenno alle discussioni è certamente una risposta indiretta alla sorpresa espressa dal card. Marx per il ricorso al Vaticano da parte dei sette vescovi. Egli si era mostrato molto contrariato perché, a suo parere, quanto approvato dalla Conferenza era solo una bozza, soggetta a revisioni.
Ma Marx aveva ben ragione di essere irritato perché quel ricorso portava alla luce del sole una profonda spaccatura in seno ai vescovi tedeschi. Infatti, fonti giornalistiche tedesche parlano di malumori nei confronti del card. Marx che sarebbero molto più estesi di quando si potrebbe osservare a prima vista.
Prima dei sette vescovi, altre personalità importanti della Chiesa avevano rappresentato pubblicamente dure critiche.
Il cardinale Paul Cordes (qui), ex presidente del Pontificio consiglio “Cor Unum” aveva detto che la proposta dei vescovi tedeschi “incontra seri ostacoli teologici“ e contrasta con l’insegnamento della Chiesa “basato sulla Bibbia e sulla Tradizione”.
Il card. Walter Brandmüller aveva detto che è “un imbarazzante melodrammatico imbroglio”.
Infine, il card. Gerhard Müller (qui), oltre che parlare di un “trucco” e di tentativo di “protestantizzazione della Chiesa cattolica”, ha chiaramente detto (qui):
“Ci sarebbe progresso ecumenico solo se ci avvicinassimo alla grande meta dell’unità dei cristiani nella Chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica. Il presupposto, però, sarebbe il riconoscimento della sacramentalità della Chiesa e del fatto che non abbiamo alcun potere di disposizione sui Sacramenti. Qui, si dovrebbe prima chiarire se le Conferenze episcopali non superano la propria area di autorità nei singoli casi.”
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