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Gentile direttore,

alla fine della propria carriera scolastica un docente dovrebbe rimuovere i momenti bui per lasciar spazio ai ricordi migliori. Nell’attuale contesto dell’emergenza Covid è difficile anche volendo congedarsi con un sorriso. Perché? Perché se l’ultima impressione è quella che conta, amarezza e risentimento, non gioia, proviamo nel vedere oggi quei colleghi che, non avendo presentato la documentazione sull’ osservanza dell’obbligo vaccinale a scuola aperta (prorogata al 15 giugno 2022), sono attualmente utilizzati in attività di supporto all’istituzione scolastica, non andando dunque in classe. Non avrebbero potuto insegnare in Dad? No, la devono pagare fino in fondo. Ci ferisce vedere ancora amici, intellettuali di valore e docenti amati dagli studenti, aggirarsi come spettri negli ambienti scolastici a fare i porta – carte, a progettare qualcosa al Pc, a fingere di fare qualcosa di utile per la scuola. Insegnanti di serie B, anzi, non insegnanti: abbiamo passato il segno. Lo abbiamo passato anche di fronte all’Europa. Infatti, le realtà nazionali più densamente popolate del continente hanno detto addio nel mese di febbraio all’utilizzo delle mascherine a scuola e ad altre misure restrittive più in generale. L’Irlanda e il Regno Unito hanno rimosso le disposizioni già dallo scorso anno. Francia e Germania hanno provveduto più tardi alla rimozione degli obblighi (chi vuole poteva indossare la mascherina a piacimento) solo dai mesi di gennaio e febbraio 2022. Alcuni paesi europei non le hanno affatto introdotte o rese obbligatorie solo in alcuni istanti critici: parliamo di Svezia, Olanda, Danimarca e Polonia. È più facile risolvere i problemi con il pugno di ferro, con l’emergenza, è più facile reprimere che prevenire. Speriamo la lezione sia servita. Apprendiamo che: riguardo alle risorse per l’emergenza con il decreto dello scorso 21 marzo, sono stati previsti 30 milioni da destinare alle scuole per proseguire con l’acquisto di mascherine e materiale per l’igiene, materiali di consumo legati all’emergenza (Tecnica della scuola, ibid.). Partiamo con piccoli passi. che non sia un segnale di conforto (sic) anche per gli amici colleghi non vaccinati? Li salutiamo, ora che sono imboscati chissà dove, in qualche scantinato, negli archivi della scuola, a spolverare i classici dimenticati. E che per tutti gli altri in sala insegnanti non sembrano neppure esistere più.

 Livio Braida. Udine

(da Messaggero Veneto, 5 aprile 2022)

 

 

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