
Foto: padre James Martin S.J.
Padre James Martin, il sacerdote gesuita che usa i grandi social media per difendere l’omosessualità nella Chiesa cattolica, ha accettato l’invito del Vaticano a parlare all’Incontro Mondiale delle Famiglie di Dublino del 2018.
La relazione che padre Martin terrà a Dublino si intitola “Esplorare come le parrocchie possano sostenere le famiglie con membri che si identificano come LGBTI+”.
L’Incontro Mondiale delle Famiglie è un’imponente conferenza cattolica organizzata dal Vaticano che si terrà a Dublino nel prossimo agosto. Vi parteciperà anche papa Francesco, così come fede all’incontro di Filadelfia del 2015. Il tema dell’incontro del 2018 è Amoris Laetitia.
Padre Martin ha scritto sui social: “Su invito del Dicastero Vaticano per i Laici, la Famiglia e la Vita, e dell’Arcidiocesi di Dublino, parlerò all’Incontro Mondiale delle Famiglie #WMOF2018 di agosto, come parte della visita di Papa Francesco in Irlanda, su come la Chiesa possa accogliere le famiglie con membri LGBT”, ha scritto. “L’invito (giuntomi) invia un messaggio chiaro e forte dal Vaticano ai cattolici LGBT, ai loro genitori e alle loro famiglie: voi appartenete e siete i benvenuti”.
Austin Ruse, presidente del Center for Family and Human Rights, ha riferito a LifeSiteNews che padre James Martin “Dice di non sfidare l’insegnamento della Chiesa, eppure dice che l’omosessualità non è disordinata, ma semplicemente ordinata in modo diverso”. “La mia speranza è che i fedeli cattolici in Irlanda si oppongano strenuamente alla sua presenza. Egli mina la grande opera di gruppi come il Courage e confonde i giovani che possono essere attratti dallo stesso sesso”.
Padre James Martin ha detto alla rivista America (la rivista dei gesuiti, ndr) : “Il messaggio [dell’Incontro Mondiale delle Famiglie] ai cattolici L.G.B.T. sembra netto: voi siete una parte importante della Chiesa”. “Sono molto grato per questo invito, non tanto per quello che dice del mio ministero o di quello che io scrivo, ma per quello che dice ai cattolici L.G.B.T., un gruppo di persone che da tanto tempo si sentono escluse. Spero che (questi cattolici LGBT) vedano questo invito, che ha dovuto essere approvato dal Vaticano, come un segno inconfondibile di accoglienza da parte della Chiesa”.
Il Vaticano l’anno scorso promosse padre Martin a consultore della Segretariato per le Comunicazioni (i media vaticani) dopo che egli ricevette un premio da un gruppo cattolico dissidente pro-gay, il New Ways Ministry.
Il card. Robert Sarah ha pubblicamente rimproverato il gesuita per il suo erroneo punto di vista. Il card. Sarah ha detto (qui) dice che padre Martin “è uno dei più espliciti critici dell’insegnamento della Chiesa sulla sessualità “
Padre Martin dice che il linguaggio riguardante l’attività omosessuale e le inclinazioni (non le persone) che vengono definite “disordinate” devono essere rimosse dal Catechismo della Chiesa Cattolica. Egli sostiene (qui) gli uomini gay che a messa si baciano durante il segno della pace, dice che un cattolico che frequenta un “matrimonio” dello stesso sesso è come se frequentasse un matrimonio ebraico, e suggerisce che i suoi critici sono segretamente gay loro stessi.
La sua storia di attivista pro-gay è lunga e spazia dai suoi molti discorsi (qui) e comparse sui media che promuovono l’omosessualità fino al suo retweeting (qui) di una lamentela secondo cui i sacerdoti possono benedire tutto tranne che “benedire” le unioni gay, fino a suggerire che la Chiesa è piena di “omofobia” e “emargina” coloro che sono attratti dallo stesso sesso.
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Fin qui l’articolo di Clarie Chretien su Lifesitenews (qui)
Come detto, l’incontro mondiale delle famiglie a Dublino è organizzato dal Dicastero Laici, Famiglia e Vita, il cui prefetto, nominato da Papa Francesco nel 2016, è il card. Kevin Farrell. Questi ha fortemente sostenuto il libro di padre James Martin “Building a bridge” (costruire un ponte, ndr).
Il card. Farrell ha accolto il libro con queste parole: “Un libro benvenuto e tanto necessario che aiuterà i vescovi, i sacerdoti, i soci pastorali e tutti i leader della Chiesa a svolgere un ministero più compassionevole per la comunità LGBT. Aiuterà anche i cattolici LGBT a sentirsi più a proprio agio in quella che, dopo tutto, è la loro chiesa”.
Da queste parole si capisce perché il Vaticano ha invitato padre Martin all’incontro di Dublino. La cosa che a me appare strana è che un cardinale chiami alcuni cattolici con le parole: “cattolici LGBT”.
Ecco il link alla rivista dei gesuiti americani dove viene annunciata la notizia.
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