Le controverse raffigurazioni della Pachamama sono “forma espressiva degli indigeni” che potrebbe essere “integrata nella nostra liturgia”, sostiene il vescovo amazzonico Erwin Kräutler, favorevole anche all’ordinazione di uomini e donne sposati.

Un articolo della redazione di Die Tagespost nella traduzione Alessandra Carboni Riehn.

Erwin Kräutler, vescovo

Erwin Kräutler, vescovo

 

Il vescovo amazzonico Erwin Kräutler ha difeso le controverse raffigurazioni della Pachamama come “forma espressiva degli indigeni” che potrebbe essere “integrata nella nostra liturgia”. Mercoledì sera scorso, durante una conferenza a Bregenz, Kräutler ha detto: “Ci sono persone che pensano che la Pachamama sia una dea”. Kräutler, originario del Vorarlberg in Austria e vescovo della Prelatura Xingu nella regione amazzonica dal 1981 al 2016, valuta il fatto che degli attivisti abbiano rimosso le raffigurazioni dalla chiesa romana di Santa Maria in Traspontina e le abbiano gettate nel Tevere come un “brutale attacco alle popolazioni indigene”.

A precisa domanda il Vescovo Kräutler ha detto che le persone che hanno portato la Pachamama a Roma sono “cristiani cattolici che sono ben lungi dall’adorarla come divinità”. Si tratterebbe di un simbolo di fertilità. Kräutler letteralmente: “E se per molti è una divinità, allora gettarla nel Tevere è un attacco all’anima di un popolo”.

L’ordinazione delle donne come questione di giustizia di genere

Indipendentemente da quale siano davvero origine e identità delle misteriose figure di legno ospitate in Vaticano: l’adorazione di concetti come “vita” e “fertilità” è pagana nella sua origine spirituale.

Il Vescovo Kräutler, che ha avuto un ruolo non trascurabile nel Sinodo amazzonico, a Bregenz è tornato a parlare a favore dell’ordinazione di “personae probatae”, quindi non solo per l’ordinazione sacerdotale di uomini sposati di provata esperienza (viri probati), bensì anche per l’ordinazione femminile. Per lui si tratterebbe di “una questione di giustizia di genere”, ha sottolineato Kräutler. In un’intervista rilasciata al “Tagespost”, il vescovo amazzonico ha confermato che l’ordinazione femminile sarebbe un ostacolo al dialogo ecumenico con l’ortodossia: “Questo è uno dei maggiori problemi.”

A Bregenz Kräutler ha sottolineato che non gli interessa abolire il celibato, ma il fatto che “migliaia di persone non abbiano accesso all’Eucaristia”. Secondo lui, molti degli uomini e delle donne che nelle ampie distese amazzoniche celebrano la liturgia della Parola domenicale potrebbero ricevere l’ordinazione. Riferendosi alla situazione nell’Europa centrale ha detto: “Ci sono donne e uomini ben preparati, attivi come assistenti pastorali, che dovrebbero ottenere questa possibilità. ”

“Non si tratta di battezzare gli indios

e di pensare che con ciò essi cessino

di essere indios per essere cristiani”.

Il vescovo amazzonico Erwin Kräutler

Durante il colloquio con il quotidiano “Tagespost”, il vescovo Kräutler ha smentito di aver mai detto di non aver mai battezzato un Indio e di non volerlo fare. Questa sarebbe una “completa assurdità” e una voce sparsa intenzionalmente. Kräutler ha dichiarato letteralmente: “Anni fa ho detto che dobbiamo far sì che esista una chiesa cattolica con un volto indigeno. Non si tratta di battezzare gli indios e pensare che con ciò smettano di essere indios per essere cristiani”. Lui stesso avrebbe battezzato migliaia di indigeni.

 

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