Articolo di Christine Rousselle, pubblicato su Catholic News Agency, nella mia traduzione.
Il vescovo Gustavo Zanchetta è stato condannato a quattro anni e mezzo di prigione venerdì 4 marzo, dopo che un tribunale argentino lo ha dichiarato colpevole di aver abusato sessualmente dei seminaristi.
Zanchetta, 58 anni, si è dichiarato non colpevole dell’accusa di “abuso sessuale semplice aggravato continuato commesso da un ministro del culto riconosciuto” il 21 febbraio. Era accusato di aver abusato di due seminaristi, identificati con le sigle “G.G.F.L.” e “C.M.”.
Le due vittime dissero che Zanchetta aveva fatto “proposte amorose” e aveva chiesto “massaggi” ai due.
Zanchetta ha guidato la diocesi di Orán, situata nel nord dell’Argentina, dal 2013 al 2017. La sua nomina episcopale è stata una delle prime fatte da Papa Francesco nella sua nativa Argentina.
Si è dimesso nel 2017, adducendo “motivi di salute”, ed è stato successivamente nominato come assessore presso l’Amministrazione del Patrimonio della Santa Sede (APSA) del Vaticano, una posizione appositamente creata. L’APSA supervisiona le proprietà immobiliari del Vaticano e altri beni sovrani.
A partire dal giugno 2021, Zanchetta non era più nell’APSA. In precedenza era stato sospeso, poi reintegrato, dal ruolo nel mezzo di un’indagine canonica sulla sua condotta.
Il processo di Zanchetta, che inizialmente doveva iniziare a ottobre, è stato ritardato di quattro mesi su richiesta del suo avvocato. L’avvocato della difesa aveva chiesto ai giudici di aspettare i documenti del processo canonico che il vescovo Zanchetta sta subendo presso la Congregazione per la Dottrina della Fede.
Il Vaticano non ha ancora reso pubblica alcuna informazione riguardante il processo canonico, e le eventuali determinazioni che sono state raggiunte, riguardo a Zanchetta.
Mentre questa è la prima condanna di Zanchetta in un tribunale penale, le accuse di cattiva condotta sessuale sono state sollevate per la prima volta nel 2015.
Secondo il giornale argentino El Tribuno, una delle segretarie di Zanchetta ha scoperto accidentalmente immagini sessualmente esplicite che sono state inviate e ricevute dal suo cellulare nel 2015. La segretaria ha allertato le autorità, affermando che le foto includevano “giovani” impegnati in attività sessuali, così come immagini oscene del vescovo.
Nell’ottobre 2015, Papa Francesco ha convocato Zanchetta a Roma per cinque giorni. All’epoca, Zanchetta informò Papa Francesco che il suo telefono era stato violato, e che le accuse contro di lui erano motivate da sentimenti anti-Papa Francesco.
Secondo quanto riferito, Francesco ha accettato la spiegazione del vescovo che il suo cellulare era stato violato, e non ha preso ulteriori provvedimenti.
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