Riflessione del servo di Dio don Dolindo Ruotolo sul Vangelo delle nozze di Cana (Gv, 2, 1-11), oggi secondo la liturgia ambrosiana.
Siamo vasi di pietra, duri e insensibili, ci manca ogni riconoscenza al Signore e ogni amore.
E’ la Madre divina che ne fa notare la mancanza al misericordioso suo Figlio, perché con la sua grazia ci trasformi in nuove creature.
Egli ci trasforma orientandoci a Dio, come trasformò l’acqua in vino orientandola al capo del banchetto e questi cuori pieni di acque tempestose di passioni ridondano d’amore come calici spumeggianti di ottimo vino.
O Madre divina, o Mamma nostra dolcissima,
sii tu la vigile custode dell’anima nostra e
quando vedi che essa non ha umiltà,
che è fiacca nella pietà,
che si sconvolge nelle contrarietà e non ha pazienza,
dillo tu a Gesù,
perché Egli provveda con un miracolo di grazia;
soprattutto accresci la fede,
perché senza una fede viva
il nostro povero cuore languisce nel convito eucaristico e
siamo come anime smarrite nell’esilio terreno.
Gesù ti disse che non era ancora venuta la sua ora,
cioè il momento di glorificarsi e di manifestarsi,
perché Egli voleva compiere miracoli a conferma della sua Parola,
eppure tu anticipasti quell’ora con la tua intercessione, o Maria!
Anticipa anche per me l’ora della misericordia
con la potenza delle preghiere e
fa’ che la mia vita, scipita come acqua,
si muti tutta in amorosa glorificazione di Dio.
Scrivi un commento