Ai vescovi USA, riuniti a Baltimora per discutere sugli abusi sessuali, è arrivato dal Vaticano, in maniera inaspettata, uno stop alla votazione sulle nuove norme di condotta dei vescovi in materia di abusi sessuali e alla costituenda commissione di laici che avrebbe dovuto indagare sugli abusi sessuali. Visibile disappunto del card. DiNardo, presidente dei vescovi USA. Platea dei vescovi chiaramente sorpresa.
Ecco l’articolo di Ed Condon nella mia traduzione.
Il cardinale Daniel DiNardo, presidente della Conferenza episcopale americana, ha detto ai vescovi americani che non voteranno su due proposte chiave che ci si aspettava fossero la base per la risposta della Chiesa alla crisi degli abusi sessuali.
La notizia è arrivata all’inizio dell’assemblea generale autunnale della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti, riunitasi a Baltimora dal 12 al 14 novembre.
L’istruzione di ritardare l’esame di un nuovo codice di condotta per i vescovi e la creazione di un organismo laico per indagare sui vescovi accusati di cattiva condotta è venuto direttamente dalla Santa Sede, ha detto DiNardo ad una sala conferenze visibilmente sorpresa.
DiNardo ha detto che la Santa Sede ha insistito affinché l’esame delle nuove misure fosse rimandato fino alla conclusione di un incontro speciale indetto da Papa Francesco per febbraio. Questo incontro, che includerà i presidenti delle conferenze episcopali mondiali, affronterà la crisi globale degli abusi sessuali.
Scusandosi per la modifica dell’ultimo minuto del programma della conferenza, ha detto che la decisione è stata comunicata nella tarda serata di ieri da Roma.
In vista della riunione dei vescovi, sono stati diffusi due documenti: una bozza delle Norme di condotta per i vescovi e la proposta di creare una nuova commissione speciale d’inchiesta per gestire le accuse mosse contro i vescovi.
Queste proposte erano state considerate come la migliore occasione per i vescovi di produrre un risultato sostanziale durante l’incontro, e segnalare ai fedeli americani che stavano agendo con fermezza di fronte a una serie di scandali che hanno scosso la Chiesa negli Stati Uniti negli ultimi mesi.
DiNardo, parlando prima ancora che la sessione della conferenza fosse stata richiamata all’ordine, ha detto ai vescovi di essere chiaramente “deluso” dalla decisione di Roma. Il cardinale ha detto che, nonostante l’inaspettato intervento di Roma, spera che l’incontro vaticano (quello di febbraio prossimo, ndr) si riveli fruttuoso e che le sue deliberazioni aiutino a migliorare le eventuali misure prese dai vescovi americani (in questa sessione di novembre, ndr).
Mentre DiNardo stava ancora parlando, il cardinale Blase Cupich di Chicago è intervenuto dalla platea, esprimendo il suo sostegno al Papa.
“È chiaro che la Santa Sede sta prendendo sul serio la crisi degli abusi”, ha detto Cupich.
Allo stesso tempo, ha suggerito che il lavoro di preparazione delle due proposte non deve andare sprecato.
Cupich ha suggerito che se la conferenza non può prendere un voto vincolante, i vescovi dovrebbero invece continuare con le loro discussioni e concludere con una votazione di risoluzione sulle due misure. Questo, ha detto, aiuterà meglio a preparare il Cardinale DiNardo a presentare il pensiero dei vescovi americani durante la riunione di febbraio, dove rappresenterà la Conferenza Episcopale degli Stati Uniti.
“Dobbiamo essere molto chiari con [DiNardo] circa la nostra posizione, ed essere chiari con la nostra gente a che punto siamo”, ha detto Cupich.
Pur riconoscendo l’importanza della riunione di febbraio, ha osservato che la risposta alla crisi degli abusi “è qualcosa che non possiamo rimandare, c’è un’urgenza qui”.
Cupich ha poi proposto di fare passi avanti verso la prossima riunione dei vescovi americani, attualmente prevista per giugno 2019. Invece, ha suggerito, i vescovi dovrebbero riunirsi nuovamente a marzo per agire il più presto possibile dopo la sessione di febbraio a Roma.
Fonte: Catholic News Agency
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