di Roberto Allieri
Ho accennato in altre occasioni al tema del vittimismo persecutorio. Riassumo in breve: ogni regime ha la sua divisione manichea in buoni e cattivi. Quando una democrazia diventa totalitaria, si assiste all’emergere di una casta buonista tanto intoccabile quanto implacabile (si pensi alle vessazioni del politically correct, alla cancel culture, alle epurazioni e censure contro il pensiero dissidente).
Non è una novità, in passato succedeva lo stesso. Per esempio, se andiamo a vedere in Germania negli anni ’30, la propaganda buonista di allora dipingeva gli ebrei come avidi, prepotenti, astuti, pericolosi e rappresentati caricaturalmente in maniera odiosa con orribili aspetti grifagni. Le vittime erano i poveri ariani!
Oggi, come allora, la vera emergenza è quella delle vittime del vittimismo!
Purtroppo, si assiste ad una crescente radicalizzazione del vittimismo buonista. Ci sono ormai professionisti del piagnisteo che fanno a gara per superarsi in spasmodiche sfide di permalosità.
Poiché mi sta a cuore in questo momento la crisi sociale conseguente alla repressione dei renitenti al Green Pass, ignoro lo scatenato vittimismo di LGBT, femministe mituiste, indigenisti, black lives matter & co, limitandomi a segnalare due situazioni molto emblematiche.
Prima considerazione: l’esperto Roberto Burioni tempo fa ha amabilmente insignito i dissidenti del vaccino come gente che deve ‘stare chiusa in casa come sorci’. Sembra che non abbia avuto nessuna sanzione per tale affermazione; la sua carriera e la sua propaganda non hanno avuto limitazioni.
Sulla scorta di tale brillante affermazione, di fatto condivisa dalla gran parte di esperti virologi politici e giornalisti, tutto è concesso per colpire i renitenti. Alla faccia del principio che, in materia di salute, ognuno ha diritto che vengano rispettati i propri ‘orientamenti sanitari’! Detto più propriamente: la Legge 219/2017 che ha introdotto le Dichiarazioni Anticipate di Trattamento (DAT) ha reso incoercibile il diritto del cittadino di scegliersi le cure che ritiene migliori e rifiutare quelle che non vuole. Il medico non può forzarlo e accanirsi contro di lui con cure non gradite (a torto o a ragione).
Ma questo diritto (che pure personalmente non condivido), non essendo funzionale alla vaccinazione coatta, viene oscurato da chi prima l’aveva pienamente sostenuto, Come già detto, l’emergenza oggi è ‘rinchiudere i sorci’ o stanarli per bastonarli: e più si bastonano e meglio è. Un pezzo alla volta gli si sta togliendo tutto.
Ma il peggio è che si pretende di far passare i perseguitati come persecutori. E allora succede che se qualcuno resiste, come i ‘bravehearts’ di Trieste, i coraggiosi padri di famiglia che pur pagando duramente lottano lo Stato per difendere un diritto di scelta che peraltro lo Stato concede ancora, questo avversario deve essere screditato. Ecco allora il capolavoro della mistificazione: la vittima che viene dipinta come carnefice. E così i portuali di Trieste, che rifiutano l’imposizione del vaccino a pena di sospensione dello stipendio ed apartheid sociale, vengono additati all’opinione pubblica come la minoranza che ricatta l’intero Paese. Insomma, il sorcio che non si consegna al gatto sarebbe il persecutore del gatto stesso! Fine della mia prima considerazione, a voi le vostre considerazioni.
Seconda considerazione: non contento che chi rimane senza Green Pass debba restare senza stipendio ed escluso dalla vita sociale (perlomeno dai luoghi chiusi in cui si vive, si dialoga e ci si incontra), qualcuno della Confindustria (il vicepresidente Maurizio Stirpe) è arrivato pochi giorni fa ad affermare che se un lavoratore senza Green Pass non si presenta sul lavoro danneggia l’azienda e quindi è tenuto a pagarne i danni.
Una logica strana: si impedisce ad un lavoratore di entrare sul posto di lavoro e poi lo si multa perché non entra. Forse che chi danneggia un’azienda scioperando deve pagare i danni? Eppure costui è uno che sul posto di lavoro non ci vuole andare, a differenza di chi è cacciato perché senza Green Pass.
Si dirà: fortunatamente queste crudeltà contro i lavoratori hanno un baluardo nel sindacato.
Infatti ci si aspetta una ferma presa di posizione di tutti i sindacati, sia contro deliranti affermazioni del genere provenienti dalla Confindustria sia, ad esempio, a difesa dei portuali di Trieste. O no?
In effetti, sembrerebbe che l’atteggiamento strategico che stanno valutando i sindacati sia la vigile attesa. Tutti in stand by, lavoratori e sindacalisti. Nessuno strumento di contrasto.
In realtà, il sindacato più che vigilare (improduttivamente) sembra stia sonnecchiando nei salotti del potere. Forse nei prossimi giorni le sigle sindacali usciranno dai caldi salotti buoni e andranno nelle piazze, ma solo per incontrare amici usciti da altri salotti e fare con loro una passeggiata.
Ai bravehearts di Trieste e di tutta Italia i sindacati, non potendo offrire il vaccino che risolve tutto, offriranno una sorta di tachipirina… Fine della mia seconda considerazione, a voi le vostre.
Insomma, al peggio non c’è mai fine. Cosa possiamo aspettarci d’altro da questi spietati esperti e governanti?
Forse al prossimo giro di vite proveranno a minacciarci dicendo ‘se non vaccini ti taglio il pistolino o le tette!’. E se qualcuno non cederà all’ennesimo ricatto, facendosi mutilare piuttosto che cedere, strilleranno che chi viene danneggiato è lo Stato, costretto ad assumere schiere di eviratori; ma anche i vaccinati, costretti a farsi carico delle spese di castrazione.
Al di là di quest’ultima amarissima battuta, la castrazione peggiore comunque rimane quella della libertà.
Roberto Allieri
(iscritto all’Albo Unico Nazionale dei ‘Sorci rintanati’ – Sezione Territoriale II / Nord Italia)
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