di Giuliano Di Renzo
l sabato è il giorno della settimana che l’amore dei cattolici dedica alla Vergine Madre di Dio. Solo la fede cristiana cattolica e cristiana ortodossa ha in così grande onore la Donna e in Lei hanno ricevuto onore tutte le donne.
Fu donandole la donna che il Signore perfezionò l’uomo. Essa è la gentilezza che eleva e perfeziona l’amore facendolo capace di originare la vita.
Mentre per le altre religioni, pagane e no, compresa la nostra società laicistica col suo femminismo, la donna non è partner ma femmina (si parla infatti di femminismo e sintomatica è la nuova parola femminicidio), compagna, concubina, etera, escort, prostituta, comunque sempre oggetto, nella rivelazione ebraica e massimamente nel suo prosieguo cristiano la Donna Vergine, “umile ed alta più che creatura”, perfezione e coronamento dell’attività creativa di Dio, il tocco ultimo di bellezza di un’opera sublime.
Verginità che potrà aprirsi come fiore nella magnificenza sublime dell’Incarnazione della Regale Sapienza Eterna che eleva al suo livello divino l’umanità, tutti noi, e con l’umanità al suo termine di viaggio completa la creazione. E’, come si suol dire la chiusura del cerchio dell’immaginazione piena di Potenza e di Amore della Trinità Divina.
“Termine fisso d’etterno consiglio”, è ancora il lampeggiamento di visionaria fede cattolica di quel mago di ritmi e poesia dell’anima che fu il nostro sommo Dante.
La Domenica è il Giorno del Signore, giorno della Resurrezione di Gesù e inizio di un mondo nuovo e di un’umanità nuova, inizio di un tempo nuovo, il big bang della nuova Luce che inizia il suo cammino nel tempo per illuminarlo di eternità.
Il Sabato, il bagliore del Shabbat dell’Antica Alleanza andava dissolvendosi nella luce della nuova, perfetta definitiva alleanza, nella perfezione dell’unione nuziale in Cristo con Dio. Nuzialità che riassorbe tutte nell’unica nuzialità di se stessa le passeggere nuzialità terrestri e tutte perfeziona e completa. La verginità riceve il suo essere persona nella Vergine, icona di tutte le nuzialità. Lei la Diletta del biblico Cantico dei Cantici, a dispetto dei poveri benigni e compassionevoli festival di Sanremo di canzoni assordanti ma senza voce, Lei, la Donna di Cana e del Calvario ove sta in croce sotto la croce su cui si dona e da dove rivela il suo fulgore come da roveto ardente l’Amore.
Il sabato fu il giorno che nonostante la tragedia e l’apparente sconfitta del Venerdì Santo la fede della Vergine non venne meno e fu la lampada accesa che attese la luce meridiana della Resurrezione del Signore.
Per la fede di Pietro Gesù dovette pregare, ma la fede della Vergine era la forma stessa dell’umanità del Signore.
Rendiamo profonda e fervente la nostre preghiera con la forza inconcussa che fu della Vergine nella sua adesione inconcussa a Gesù, il Mistero della Potenza, della Sapienza e dell’Amore, amore di Dio. Per venir a rivelarsi e donarsi a noi, del donarsi a Dio e quindi a noi di Maria. Davvero la Vergine è tutt’una con suo Figlio nell’operare la nostra redenzione.
Chi misura l’amore e la sapienza di Dio con la scarsa e precisa bilancia del farmacista non capirà mai la sconfinata potenza e generosità della totalità dell’Amore. La troppa umana razionalistica razionalità non fa scienza perché non diventa sapienza e uccide il cuore.
Non per nulla il Regno dei Cieli lo percepiscono solo i bambini e mentre i puri di cuore vedranno Dio gli altri rimangono nel buio e dicono che non esista la luce.
Tornando allo Shabbat, il riposo come attività dell’attesa, ricordiamo che la vita è cammino e in quanto tale speranza e attesa.
Attesa di un incontro desiderato e preparato, attesa dell’incontro e dell’abbraccio, desiderio di ritorno alla nostra casa, sogno della famiglia lontana che ci aspetta e ci segue con la preghiera e la speranza del sole della vita che sorge.
Nulla si perde della vita pur sembrando che si perde. Il Signore tutto raccoglie e conserva mentre prepara la sua casa ad essere la nostra casa.
Dio è vita di infinito amore, generoso oltre misura, non limitato e gretto come noi e come noi su nostra misura Lo immaginiamo.
A noi che quando diamo il nostro dare sembra troppo, al Signore il suo dare è sempre troppo poco e dà senza posa e sempre di più.
Il sabato dedicato alla Madonna è un omaggio, nel significato della cavalleria medievale, a Madonna Vergine Maria, l’ebrea di Nazareth Madre del Signore. Scaturì dall’amore di San Bonaventura, discepolo e biografo del Grande Cavaliere di Madonna Povertà Messer San Francesco figlio di Messer Pietro di Bernardone ricco mercante di Assisi.
In Cavalieri Francescani Minori raccolsero il Pallium e diffusero l’omaggio cavalleresco nella devozione del popolo cristiano e delle città italiane. Come a Siena, dove in Piazza del Campo, per meritare il Pallium da offrire alla Santissima Vergine si giostra tuttora.
Si corre per conseguire la vittoria che designa il Cavaliere e la Contrada che avranno l’onore di rendere alla Madonna l’omaggio della Città il 2 luglio, giorno che sino al 1971 la liturgia dedicava alla Visitazione della Vergine a Sant’Elisabetta, e il giorno dell’Assunzione della Vergine alla gloria di Cristo il 15 agosto. E’ il Palio dell’Assunta.
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