“The Remnant ha confermato in modo indipendente che un documento vaticano che limita la lettera apostolica Summorum Pontificum di Papa Benedetto XVI è sostenuto da almeno due cardinali vaticani, è nella sua terza bozza, e minaccia di ostacolare la crescita della Messa tradizionale in latino e di altri sacramenti in particolare tra il clero diocesano.”
Un articolo di Diane Montagna, pubblicato su The Remnant, che vi propongo nella mia traduzione.
The Remnant ha confermato in modo indipendente che un documento vaticano che limita la lettera apostolica Summorum Pontificum di Papa Benedetto XVI è sostenuto da almeno due cardinali vaticani, è nella sua terza bozza, e minaccia di ostacolare la crescita della Messa tradizionale in latino e di altri sacramenti in particolare tra il clero diocesano.
Due alti membri della gerarchia hanno confermato il 31 maggio che il documento, riportato per la prima volta da Messainlatino.it il 25 maggio, è attualmente in fase di revisione presso la Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF).
Diverse fonti hanno anche detto a The Remnant che Papa Francesco desidera pubblicare presto il documento, e che si presume stia ricevendo l’appoggio, in vari gradi, di due cardinali consulenti della Congregazione per la Dottrina della Fede: Il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, e il Cardinale Marc Ouellet, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.
Le fonti hanno anche detto che queste misure restrittive saranno molto probabilmente eseguite dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti e dal suo sottosegretario appena nominato, mons. Aurelio García Marcías, che Papa Francesco avrebbe elevato all’episcopato proprio allo scopo di eseguire questi piani.
Il documento è ora alla terza bozza, le prime due sono state ritenute troppo severe. Se alla fine sarà pubblicato, è probabile che venga ritirata la liberalizzazione della Forma Straordinaria della Messa introdotta dalla lettera apostolica di Papa Benedetto XVI del 2007, Summorum Pontificum.
Quel documento autorizzava qualsiasi gruppo stabile di fedeli legati alla “precedente tradizione liturgica” a chiedere la Messa al loro sacerdote locale, il quale “dovrebbe acconsentire volentieri alle loro richieste”. Il decreto affermava che la forma più antica della Messa non era “mai stata abrogata” e che sia la Forma Straordinaria che quella Ordinaria erano “due espressioni” di “un unico Rito Romano”.
The Remnant ha appreso che la prima bozza poneva severe limitazioni all’età dei celebranti ed è descritta come in qualche modo simile all’indulto di Paolo VI, che permetteva ai sacerdoti anziani di continuare ad offrire la Messa tridentina dopo la promulgazione del Novus Ordo Missae da parte di Paolo VI. Essa discuteva anche se permettere o proibire l’amministrazione degli altri sacramenti nella Forma Straordinaria del Rito Romano.
Nella sua forma attuale, le comunità e i sacerdoti diocesani che già offrono la Messa nella Forma Straordinaria possono continuare a farlo, ma il clero diocesano che desiderasse iniziare ad offrire la Messa Tradizionale dovrebbe ottenere l’autorizzazione. Se i vescovi locali o la Santa Sede saranno responsabili della concessione di tali autorizzazioni è ancora in discussione.
L’amministrazione degli altri sacramenti nella Forma Straordinaria, cioè matrimonio, battesimo, cresima, ecc., sarebbe mantenuta per coloro che hanno già il permesso di celebrare la Messa tradizionale.
La terza bozza sposta l’ufficio di ricorso per le questioni riguardanti la Messa tradizionale in latino e la supervisione delle società sacerdotali e delle comunità religiose che usano il Messale precedente al 1970, dalla quarta sezione della Congregazione per la Dottrina della Fede (precedentemente la commissione pontificia Ecclesia Dei) alla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.
La prima bozza inizialmente discuteva di collocare queste società sacerdotali (ad esempio la Fraternità di San Pietro, l’Istituto di Cristo Re e l’Istituto del Buon Pastore) e altre comunità tradizionali sotto la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, hanno confermato due alte fonti vaticane.
Una tale mossa sarebbe considerata potenzialmente più problematica per queste comunità, alla luce del modo in cui la Congregazione ha gestito gli ordini contemplativi nel recente passato, vale a dire, attraverso l’Istruzione Cor Orans del 2018, che richiede ai monasteri femminili autonomi di appartenere a una federazione più ampia, e chiede alle novizie e alle monache contemplative di clausura professe di lasciare la loro clausura per la formazione iniziale e continua, qualcosa di estraneo alla vita contemplativa di clausura.
Secondo l’attuale piano, mons. García, che è stato capo ufficio della Congregazione per il Culto Divino dal 2016, è stato elevato all’episcopato per assumere le responsabilità precedentemente svolte sotto Ecclesia Dei dal suo ex presidente, l’arcivescovo Guido Pozzo. Professore al Pontificio Istituto Liturgico presso il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo, mons. García non è noto per condividere le opinioni di Benedetto XVI sulla sacra liturgia, una fonte lo descrive come “la persona più anti messa tridentina mai conosciuta”.
Non è ancora chiaro se la quarta sezione della Congregazione per la Dottrina della Fede continuerà a gestire le questioni dottrinali e le relazioni con la Società San Pio X.
Diverse fonti vaticane di alto livello hanno anche confermato che la prima bozza del documento è stata preceduta da una lettera introduttiva di Papa Francesco che si dice sia stata molto dura e acrimoniosa nei confronti della Messa tridentina. Il cardinale gesuita Luis Ladaria, prefetto della CDF, si è fortemente opposto sia alla prima bozza che alla lettera, hanno confermato alte fonti vaticane. La lettera è stata poi rivista.
Le preoccupazioni su possibili riduzioni della Forma Straordinaria sono sorte dopo che la CDF ha inviato una lettera ai presidenti delle conferenze episcopali di tutto il mondo chiedendo loro di distribuire un questionario in nove punti sul Summorum Pontificum. Il Cardinale Ladaria ha detto che il questionario è stato emesso perché il Papa voleva essere “informato sull’attuale applicazione” della lettera apostolica.
Circa il trenta per cento dei vescovi del mondo ha risposto al questionario, e più della metà di coloro che hanno risposto ha avuto una risposta favorevole o neutrale, hanno confermato più fonti.
Una fonte che ha familiarità con il documento di consultazione ha detto che, anche se le domande erano notevolmente sbilanciate contro il Summorum Pontificum, o formulate in un modo che non sempre ha suscitato una risposta chiara e specifica, ciò che è emerso dal questionario è come la Messa Latina Tradizionale ha messo radici. Ha rivelato che anche in luoghi inaspettati, la vecchia Messa è abbracciata e amata dai giovani e dalle famiglie, sta dando i suoi frutti in parrocchie fiorenti, vocazioni sacerdotali e religiose, e in una maggiore preghiera e devozione tra i fedeli.
Il 31 maggio, il sito web tradizionale francese Paix Liturgique, che è stato tra i primi a riferire dell’imminente documento, ha pubblicato un articolo intitolato: “La galassia Summorum Pontificum si prepara a resistere!”
Descrivendo il Summorum Pontificum come “disposizioni per la pace” che “ha cercato di portare la pace in una Chiesa che stava affondando sempre più profondamente nella crisi”, gli autori notano come “fin dall’inizio, il movimento tradizionale è stato fondato sull’azione dei laici”.
I loro sforzi, prosegue, sono stati “una manifestazione sorprendente e provvidenziale del sensus fidelium, del senso della fede tra i fedeli, che difende con le unghie e con i denti l’espressione della lex orandi delle dottrine del Sacrificio eucaristico, della Presenza reale, del sacerdozio gerarchico, e più in generale della trascendenza del mistero: ‘Fate questo in memoria di Me!'”
Se Papa Francesco decidesse di limitare il Summorum Pontificum emettendo un tale documento, Paix Liturgique afferma che “questa capacità di resistere ‘sul terreno’… potrebbe arrivare a includere potenti manifestazioni e azioni”.
“Già ora”, aggiungono, “in vari punti del globo, sono prese in seria considerazione”.
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