di Mattia Spanò
L’altro ieri, un onestissimo pizzaiolo solo pochi mesi or sono costretto a cacciare clienti non vaccinati (“mi facevano controlli e multe”, si è scusato perché ero uno fra quelli) si lamentava con me di pagare bollette “dieci volte più care”, mentre nel locale deserto all’ora di pranzo mio figlio scorrazzava come un mustang selvaggio in una prateria. Dieci volte?, ho chiesto per sicurezza.
“Dieci. Ho aumentato le pizze di un euro l’una. Il sacco di farina mi costa due euro in più. Stamattina mi ha scritto l’agenzia delle entrate che stanno ricontrollando l’importo dei ristori che abbiamo ricevuto. Stai a vedere ce li richiedono indietro…”.
“Che problema c’è”, ho detto, “dal momento che ha perso clienti a rotta di collo perché rischiava multe, metta le pizze a 50 euro l’una e fine del discorso: perderà altri clienti, ma resterà aperto”.
Ha sospirato e fatto spallucce: “Questo non si può fare”.
Il mio amico pizzaiolo si sbaglia: si può fare eccome. Lo fanno ovunque nel mondo, specie in quello sottosviluppato. Lo ha fatto lo Stato italiano decretando di non aver bisogno del 10% – c’è chi dice 20% – dei suoi cittadini lavoratori, fra i quali com’è noto gli irrilevanti operatori sanitari, forze dell’ordine, insegnanti.
E senza scomodare i Migliori, lo ha fatto Briatore vendendo la sua pizza al pata negra a 60 euro. Col vespaio mediatico scatenato, in decine di migliaia si sono scaraventati a mangiare la Crazy Pizza (onesto sin dal nome del locale) per vedere se era buona: in pochi mesi ha già ammortato l’investimento, credo.
Secondo la teoria economica dei rischi e benefici, come perdevi clienti no-vax per paura delle multe, puoi perdere clienti straccioni che non possono pagare una pizza 50 euro. Si sa che i benefici superano sempre i rischi.
E poi. Mangiare la pizza, al contrario del vaccino, non è un’opzione etica, direbbe il papa. Come non lo è cuocere la pasta nell’acqua calda o tirare lo sciacquone dopo aver liberato gli intestini: la puzza del proprio sterco non ha mai ucciso nessuno, anche se ormai si pensa a come ridurre, o magari vietare, le loffe delle vacche (sostituendole con latte a carne artificiale) dannose per l’ambiente, e quelle umane veicolo di pandemie.
E mentre creano ambienti artificiali come Meta spaventosamente energivori, dicono di voler tutelare il pianeta e l’ambiente che distruggono. Fateci caso, non parlano quasi più di natura ma di “ambiente”, “pianeta”, “biologico”. La natura che gli piaceva tanto ha una caratteristica intrinseca che gli antichi conoscevano benissimo: ti ammazza senza tanti discorsi. L’ambiente invece ti fa un sacco di coccole petalose.
Le multe forse sarebbero costate all’amico pizzaiolo meno del caro bollette e del caro farina guerra ucraina. La teoria del comportamento razionale degli attori economici è una chimera più fantasiosa del sesso degli angeli, come insegnano nelle università. Allora perché parlarne o presupporla, direbbe uno stupido? Per costruire ‘modelli’ che fanno vincere il Nobel a qualcuno qua e là.
Non c’è un motivo fondato per cui una pizza – per la precisione, nel caso dell’amico pizzaiolo, la ‘pinsa’ romana – non debba costare 50 euro e debba costarne soltanto 6-7. Basta attaccare un cartello in vetrina, come per cani (che ormai entrano anche in chiesa) e no-vax: la nostra pizza ti sembra cara? Vaf****ulo, povero di m***a. In fin dei conti, sul lemma in questione Grillo ci ha fondato un partito che è arrivato a prendere più di un terzo dei voti disponibili, e ha governato per quasi una legislatura.
Qualsiasi burinata viene in effetti spacciata per lusso. Viceversa, la Ferragni non guadagnerebbe un euro, ovvero a nessuno importerebbe che abbia decine di milioni di seguaci, poveracci che si illudono di appartenere ad una classe agiata perché strapagano acqua minerale, uova di Pasqua e ciabatte col suo marchio. Perché non la pizza, o la pinsa? Che fra l’altro provoca infarti e miocarditi fulminanti.
In Congo, un paese con un reddito medio pro-capite di 50 $ al mese, una Margherita può costare 27 $, e nessuno si sognerebbe mai di protestare perché una pizza costa mezzo stipendio. Non te la puoi permettere? Non la mangi.
Le poche, pochissime pizzerie congolesi sono sempre piene da scoppiare. In Congo mele, uva e fragole (acquistabili all’ingrosso a 14 $ al kg) sono paragonabili al caviale e champagne.
Berlusconi nel 2011, poco prima di essere giubilato, sentenziava: “Quale crisi: i ristoranti sono pieni”. In un brillante articolo intitolato La crisi sale basso, il misterioso economista Uriel Fanelli rispose che Berlusconi vedeva i ristoranti pieni perché erano aperti, mentre non vedeva i ristoranti che avevano chiuso i battenti per sempre.
È così, in effetti: nel mondo dorato degli influencer che vanno ai matrimoni degli amici in aereo privato, il sorcio burionese chiuso in casa perché non può andare da nessuna parte a far nulla, non esiste perché non si vede.
Perfino nello spazio pubblico prende piede l’architettura ostile, per tenere alla larga pitocchi e senzatetto. Possono sempre suicidarsi a spese dello Stato come accade in Canada, addirittura farlo in chiesa.
“Eccoci qua, ancora soli”, come inizia Céline in Morte a credito: dopo un anno e mezzo passato a bucherellarci con sostanze arcane – oltre agli studi sulla sterilizzazione mancano anche quelli sugli effetti narcotici, quanto mai urgenti visto il livello di sopore generale – un’estate passata a non farci la doccia e guardar morire le piante nell’orto per ordine dei Comuni (la siccità impone “tutela del verde pubblico” facendolo disseccare, un po’ come si tutela la dignità della vita umana sopprimendola), ora è il turno delle bollette stratosferiche.
Azzardo una previsione: tempo dicembre, e pagheremo bollette iperboliche senza avere comunque l’energia. Esattamente come accade in Congo, dove le bollette sono modeste ma comunque enormemente incidenti in relazione al salario. Capita che qualcuno insegua col machete l’esattore delle fatture, ma in linea generale la gente paga per un bene di cui non gode. Paga e bofonchia, bofonchia e paga.
Ci si scandalizza, comprensibilmente, di una pressione fiscale abnorme cui non corrispondono servizi minimi, che anzi vengono ceduti dallo Stato a operatori privati o sono privatizzabili in un amen.
È il caso degli ospedali divenuti “aziende ospedaliere”, dei rivenditori di energia che spuntano come funghi dopo la pioggia, dei produttori di maglioni colorati che gestiscono la rete autostradale, dei servizi di trasporto locale e nazionale: tutti prosperano come zecche su un cane.
Avrei una piccola fake news qualunquista, populista, sovranista e complottista da rivelare ad amici e nemici: l’obiettivo del libero mercato è prendervi i soldi dandovi in cambio un bel sorriso. Gli stati ormai raccolgono soldi per pagare interessi piramidali sul debito a banche d’investimento, mentre i privati vi ciucciano il resto.
Se infatti il mercato è libero e ateo – si dimenticano di precisare – vale tutto, come scriveva Dostoevskij. Stati-pagliaccio prendono decisioni vessatorie in base al nulla, come dimostra l’audizione Pfizer al parlamento europeo, mentre i “liberi mercati” fanno il cacio che gli pare a spese vostre, e senza conseguenze, perché loro intendono la libertà come “libertà dal bene e dal male”.
Solo questo conta, solo questa è la vera libertà: non pagare dazio né ora né mai per le conseguenze delle proprie azioni. Almeno Dio puniva nell’altra vita, mentre noi ci danniamo in questa. Il Padre ci liberava dal male e non andava bene perché ci opprimeva, il Mercato invece ci libera dall’oppressione del bene: è una buona sintesi dello stato dell’arte.
Non liberi dal Covid sempre sia lodato, non liberi dalla guerra del diavolaccio russo, non liberi dal verde, dal mangiare carne, dall’igiene personale. Liberi dal peso del lavoro, del denaro, della pace, di ciò che è vostro, di ciò che appartiene a tutti.
Liberi dal vincolo morale, dalla bellezza, dalla verità, liberi dalla paura della dannazione eterna e della rovina materiale e spirituale in questo mondo. Liberi dai valori come Dio, patria e famiglia, non farete la vita di merda che tanto spiacque all’illustre trombata, elettoralmente parlando, Monica Cirinnà.
Diventerete la merda stessa, buona per concimare fiori e le colture intensive di soia per produrre tofu, abbattere il testosterone negli uomini e quindi la mascolinità tossica.
Liberi anche dal pensiero che intossica il cervello. Liberi dalla logica, dal pensiero matematico e scientifico. Liberi dal minimo fardello umano, fossero anche i 21 grammi dell’anima. Va così da molto, molto tempo.
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Un ottimo articolo, graffiante, ironico, incaxxato. Quanta verità racchiusa anche nel solo titolo…