Di seguito segnalo all’attenzione e alla riflessione dei lettori di questo blog l’articolo scritto dallo staff di CNA e rilanciato da Catholic Herald. Visitate il sito e valutate liberamente le varie opzioni offerte e le eventuali richieste. Ecco l’articolo nella mia traduzione. 

 

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Papa Benedetto XVI e il suo personale segretario l’allora Monsignor Georg Ganswein

 

L’arcivescovo tedesco Georg Gänswein, ex segretario privato del defunto Papa Benedetto XVI, ha fatto la sua prima apparizione pubblica da quando è stato rimandato dal Vaticano alla sua nativa Friburgo senza un ruolo formale, durante la quale ha ironizzato sul suo status di disoccupato.

Giovedì scorso Gänswein ha partecipato alla presentazione dell’edizione tedesca del suo libro Nient’altro che la verità, un libro di memorie sugli anni di lavoro con Papa Benedetto XVI, pubblicato all’inizio dell’anno in Italia poco dopo la morte del Papa emerito, e ha celebrato una grande Messa pubblica.

Alla presentazione, tenutasi nella città di Kirchzarten, Gänswein ha detto: “Sono qui ora, sto cercando un lavoro, per così dire”, e ha scherzato sulla possibilità di contattare un’agenzia di collocamento.

A luglio l’arcidiocesi di Friburgo, guidata dall’arcivescovo Stephan Burger, dopo un incontro tra Burger e Gänswein, ha annunciato che quest’ultimo avrebbe celebrato le Messe nella cattedrale di Friburgo a partire dall’autunno, ma non gli è stato affidato un incarico permanente.

Gänswein, 67 anni, è disoccupato da quando è tornato a Friburgo a giugno, quando Papa Francesco lo ha mandato via da Roma senza un nuovo incarico.

La mossa è stata ampiamente vista come un ripudio nei confronti di Gänswein, che era stato de facto rimosso dal suo incarico di Prefetto della Casa Pontificia da Francesco nel 2020 e che aveva fatto scalpore dopo la morte di Benedetto XVI, avvenuta il 31 dicembre 2022, con le sue osservazioni in varie interviste e nel suo nuovo libro, pubblicato poco dopo la scomparsa di Benedetto.

Gänswein, sia nel suo libro che nelle sue dichiarazioni ai media, ha indicato che Benedetto e Francesco erano in disaccordo su diverse decisioni importanti prese da Francesco, tra cui il ribaltamento da parte del pontefice della decisione di Benedetto di liberalizzare l’uso della Messa tradizionale in latino.

In un’intervista rilasciata a gennaio al quotidiano tedesco Die Tagespost, Gänswein ha dichiarato che un decreto del 2021 di Papa Francesco che ribaltava la decisione di Benedetto di liberalizzare l’autorizzazione alla celebrazione dell’antica Messa in latino “lo ha colpito molto”.

“Credo che la lettura del decreto abbia spezzato il cuore a Papa Benedetto”, ha detto Gänswein, aggiungendo: “A livello personale, ha riscontrato un cambio di rotta decisivo e lo ha considerato un errore, poiché metteva a repentaglio il tentativo di pace che era stato fatto 14 anni prima”.

“Benedetto pensava soprattutto che fosse sbagliato proibire la celebrazione della Messa in rito antico nelle chiese parrocchiali, poiché è sempre pericoloso mettere in un angolo un gruppo di fedeli, facendoli sentire perseguitati e ispirando loro la sensazione di dover difendere la propria identità contro un nemico”.

Tra gli estratti del nuovo libro di Gänswein ci sono anche alcune righe in cui racconta di essere rimasto “scioccato e senza parole” quando nel 2020 Papa Francesco gli ha comunicato che, pur rimanendo tecnicamente Prefetto della Casa Pontificia, a partire dal giorno successivo non si sarebbe più dovuto presentare al lavoro e non sarebbe più apparso accanto a Francesco in pubblico, con l’unico compito di fare da custode a Benedetto XVI.

Gänswein ha detto di essere diventato “un prefetto dimezzato” e che quando ha comunicato la notizia a Benedetto, quest’ultimo ha scherzato dicendo: “Credo che Papa Francesco non si fidi più di me e voglia che tu mi tenga d’occhio”.

Tuttavia, Papa Francesco, sul volo di ritorno dall’Africa all’inizio di febbraio, ha indicato che non c’erano problemi tra lui e Benedetto, accusando nei commenti ai giornalisti persone non citate di aver “strumentalizzato” la morte di Benedetto per ottenere risultati politici, e insistendo sul fatto che Benedetto non era “amareggiato” per le nuove direzioni da lui stabilite.

“Era sempre al mio fianco, mi sosteneva, e se aveva un problema me lo diceva e ne parlavamo. Non c’erano problemi”, ha detto Francesco, aggiungendo: “Alcune storie che dicono che Benedetto era amareggiato per quello che ha fatto il nuovo Papa, sono storie da ‘telefono senza fili’ [un’espressione che significa ‘pettegolezzo’]”.

“Al contrario, ho consultato Benedetto per alcune decisioni da prendere e lui era d’accordo. Era d’accordo”, ha detto Francesco, aggiungendo: “Volevo dire chiaramente chi era Papa Benedetto, e che non era amareggiato”.

Dopo la presentazione del libro di giovedì a Kirchzarten, Gänswein ha fatto la sua seconda apparizione pubblica martedì, celebrando la Messa e presiedendo una processione a lume di candela al santuario di Maria Vesperbild in Baviera-Svevia, chiamata la “capitale sveva di Maria”, per la festa dell’Assunzione di Maria del 15 agosto.

Il santuario attira ogni anno circa 4-500.000 pellegrini, diventando così una delle maggiori mete di pellegrinaggio della zona. Contiene una statua dell’Addolorata Madre di Dio che si ritiene abbia proprietà miracolose.

Una Via Crucis conduce dal santuario alla vicina grotta dedicata a Nostra Signora di Fatima, costruita nel 1957 nella foresta circostante. Nel santuario sono presenti anche circa 1.000 candele votive e tavolette che riportano le testimonianze dei pellegrini che ringraziano Maria per la sua assistenza con varie petizioni e preghiere.

Gänswein, descritto come una “celebrità” nell’annuncio dell’evento sul sito web del santuario, ha guidato la Messa serale e la successiva processione a lume di candela attraverso la grotta, passando su tappeti di fiori ornati che erano stati preparati in vista della celebrazione liturgica.

Parlando con il quotidiano tedesco Die Tagespost prima della Messa, Gänswein, che ha visitato il santuario di Maria Vesperbild in diverse occasioni prima delle vacanze, ha detto che in un momento in cui frotte di cattolici stanno abbandonando la Chiesa in Germania, il santuario è “un antidoto al veleno dello Zeitgeist”.

Gänswein ha detto che la fuga dei fedeli è un segno di marciume all’interno della Chiesa e di un conseguente indebolimento della fede, affermando che se la fede non è più proclamata con gioia e non trasforma le vite, è solo una questione di tempo “finché un ramo che non è più nutrito si secca e muore”.

Gli è stato anche chiesto dell’altare della grotta di Fatima del santuario dove è stata celebrata la Messa, che è rivolto verso est, il che significa che la Messa è celebrata ad orientum, come nel vecchio rito latino della Messa.

Nella sua risposta Gänswein ha detto che celebrare in questo modo gli dà una concentrazione interiore “che secondo me non toglie nulla alla preghiera di chi celebra la Santa Messa”.

“Lo sguardo comune verso il Signore non disturba, ma contribuisce alla concentrazione”, ha detto, sottolineando che la Messa serve a orientarsi verso Dio.

Alla domanda sull’istruzione della Madonna di Fatima di pregare per la conversione della Russia, Gänswein ha risposto che la richiesta è ancora attuale, ma non è rivolta solo alla Russia. Il messaggio, ha detto, è per “la conversione di ogni cuore”.

Nella sua omelia, Gänswein ha parlato dell’idea di paradiso e di resurrezione corporea, e quindi del concetto di speranza e del desiderio della persona umana di essere pienamente accettata da Dio.

“Tutti desiderano essere accettati”, soprattutto in situazioni di vita difficili, ha detto, “tutte le porte che ci sono state sbattute in faccia”, comprese quelle della “calunnia da agguato”, così come una crescente esperienza di solitudine.

Durante la visita Gänswein ha anche firmato e dedicato personalmente una copia del suo nuovo libro.

(CNA)


Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente le opinioni del responsabile di questo blog. I contributi pubblicati su questo blog hanno il solo scopo di alimentare un civile e amichevole confronto volto ad approfondire la realtà.


 

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