Il crollo degli ordini industriali di febbraio della Germania proietta sinistre ombre sull’economia europea.

Stralci di un articolo pubblicato su ZeroHedge nella mia traduzione.

Oggi, un giorno dopo che i principali istituti economici tedeschi hanno tagliato le loro previsioni di crescita per il 2019 di oltre la metà (e hanno avvertito che l’economia potrebbe rallentare molto di più se la Gran Bretagna lasciasse l’Unione Europea senza un accordo), la Germania ha confermato ancora una volta quanto sia grave la recessione produttiva nel cuore dell’Eurozona, nel momento in cui ha riferito che in febbraio gli ordini industriali sono diminuiti della riduzione maggiore in sequenza in più di due anni, con un crollo del 4,2%, mancando il consenso delle aspettative che invece prevedevano un rimbalzo dello 0,3%, e peggio del -2,1% registrato lo scorso mese, evidenziando la dimensione del rallentamento nel mezzo delle controversie commerciali globali in corso.

Su base annua, il crollo è stato quasi senza precedenti, con un calo dell’8,2% che ha eguagliando il peggior dato dalla crisi finanziaria globale (dl 2009, ndr).

Scavando tra i numeri, Robin Brooks dell’IIF ha osservato che, contrariamente al consenso, non è stato il crollo del commercio cinese ad essere il colpevole del calo, ma piuttosto la contrazione del PIL in Turchia che ha colpito in modo sproporzionato la produzione tedesca: mentre le esportazioni tedesche verso la Turchia sono solo l’1,4% del totale, sono scese del 22% nell’anno fino a gennaio 2019.

Il ministro dell’economia Peter Altmaier ha dichiarato che il rallentamento registrato in Germania nella seconda metà del 2018 sarà superato nel corso di quest’anno e sostituito da una ripresa economica. Tuttavia, i funzionari sperano che, una volta risolte le controversie commerciali globali e la Brexit, l’anno prossimo la crescita possa riprendere.

Riassumendo tutto questo, l’economista dell’ING Carsten Brzeski ha detto che “i terribili dati sui nuovi ordini suggeriscono che l’industria tedesca sta ancora soffrendo per i problemi della Brexit e delle incertezze globali”.

 

Fonte: ZeroHedge

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