Rilancio nella mia traduzione un articolo pubblicato da Unz.com. Jeffrey Sachs, che presiede la commissione Covid-19 della prestigiosa rivista medica, ha affermato che il virus mortale non è uscito dalla natura ma molto probabilmente da un laboratorio statunitense.
Il Covid-19 non è uscito da una riserva naturale, ma piuttosto “dalla biotecnologia di laboratorio degli Stati Uniti” in un incidente, ha affermato Jeffrey Sachs, economista e scrittore di fama mondiale, intervenendo a una conferenza ospitata dal think tank GATE Center in Spagna a metà giugno.
Nell’introdurre questa “affermazione provocatoria”, Sachs ha suggerito di essere al corrente, in quanto presiede la commissione Covid-19 della prestigiosa rivista medica The Lancet.
“Quindi, a mio avviso, si tratta di un errore delle biotecnologie, non di un incidente di percorso naturale”, ha ribadito
Wow😯Prof. Jeffrey Sachs:
— Arnaud Bertrand (@RnaudBertrand) July 2, 2022
"I chaired the commission for the Lancet for 2 years on Covid. I'm pretty convinced it came out of a US lab of biotechnology […] We don't know for sure but there is enough evidence. [However] it's not being investigated, not in the US, not anywhere." pic.twitter.com/IYvSJnlv1q
TRADUZIONE DEL TWEET: “Ho presieduto per due anni la commissione del Lancet sul Covid. Sono abbastanza convinto che sia uscito da un laboratorio statunitense di biotecnologia […] Non lo sappiamo con certezza, ma ci sono abbastanza prove. [Tuttavia, non viene indagato, né negli Stati Uniti né da nessuna parte”.
L’accademico ha osservato che, anche se “non sappiamo con certezza” se questo sia il caso, ci sono “abbastanza prove” che lo indicano e che “dovrebbero essere esaminate”. Sachs si è lamentato del fatto che questa versione “non viene indagata, né negli Stati Uniti, né da nessuna parte”.
A maggio Sachs, insieme al professore di farmacologia molecolare e terapeutica Neil Harrison della Columbia University, aveva scritto un articolo nei Proceedings of the National Academy of Sciences, suggerendo che il Covid-19 fosse nato in laboratorio. Nel documento, i due accademici hanno chiesto una maggiore trasparenza da parte delle agenzie federali e delle università statunitensi, sostenendo che molte prove pertinenti non sono state divulgate.
Secondo Sachs e Harrison, i database dei virus, i campioni biologici, le sequenze virali, le comunicazioni e-mail e i quaderni di laboratorio potrebbero contribuire a far luce sull’origine della pandemia. Tuttavia, nessuno di questi materiali è stato sottoposto a un “esame indipendente, trasparente e scientifico”.
Come indicatore del fatto che il Covid 19 provenisse da un laboratorio, gli autori hanno citato il fatto che una sequenza di otto aminoacidi su una parte critica della proteina spike del virus è simile a una sequenza di aminoacidi trovata nelle cellule che rivestono le vie respiratorie umane.
In realtà, Sachs non è il primo a suggerire che il virus mortale non si sia sviluppato naturalmente.
Sebbene non esistano prove conclusive che consentano di risalire all’origine del Covid-19 al di là di ogni ragionevole dubbio, nel febbraio 2021 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha concluso che molto probabilmente il virus è stato trasmesso da un animale, probabilmente un pipistrello, all’uomo.
Il virus altamente contagioso è stato identificato per la prima volta a Wuhan, in Cina, alla fine del 2019. Si è poi rapidamente diffuso a livello globale, con diverse ondate che hanno causato milioni di vittime entro il maggio 2022, secondo l’OMS.
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Uno “importante” disse che dai frutti si riconosce l’albero. A giudicare dalla gestione della crisi sanitaria in particolare in alcuni paesi “pilota” (guarda caso Italia inclusa) vien quasi da pensare che la retorica emergenziale sia stata usata nonché fomentata per imporre una dittatura politica. Viene inoltre da porsi qualche domanda circa la malasanità con cui, specie nei primi mesi, è stato gestito tutto questo: molto sospetta peraltro.
A pensarci bene, non dovrebbe essere una novità l’uso della cosiddetta emergenza come forma ordinaria di governo al fine di smantellare quell’impianto di garanzie, diritti e libertà che sembravano caratterizzare l’occidente rispetto ai “brutti e cattivi” regimi. Vien da chiedersi se non sia cambiato qualcosa.
L’11 settembre introdusse l’erosione della privacy causa emergenza terroristica di cui ora si parla molto meno (evidentemente i terroristi impauriti sono in coda all’hub vaccinale e non hanno il tempo di organizzare attentati).
La crisi economica sancì la definiva precarizzazione del lavoro.
La crisi sanitaria ci ha imposto di autocertificarci pure per uscire di casa, e temo che sia solo un iniziale esperimento sociale.
Come non pensare che vi sia un comune denominatore in tutto ciò?