di B. Roberto Lopez

 

Le operazioni delle truppe russe proseguono con sistematicità e lenta progressione. Qui bisogna subito evidenziare l’obiettivo dello “story telling” massmediatico dell’establishment occidentale di “vendere” l’idea del fallimento della pianificazione russa e della supposta “guerra lampo” con relativo impantanamento operativo (wishful thinking). Ogni pianificazione militare, fatta a vari livelli, parte sempre dagli obiettivi strategico-politici fissati dal vertice politico (Putin).


Ebbene al netto della retorica di alcune espressioni, l’obiettivo strategico-politico (la NATO lo chiama End State) fissato da Putin è: demilitarizzare e denazificare l’Ucraina.
Con un obiettivo così, applicato ad un territorio grande due volte l’Italia con circa 40 milioni di abitanti e un esercito di tutto rispetto, per altro già preventivamente armato e addestrato dalla NATO, pensare di fare una guerra lampo significa manipolare l’opinione pubblica. Certo, c’è stata una fase iniziale di guerra aerea e di uso di missili terra terra di vario tipo, ma questo vale per l’inizio di qualsiasi operazione militare moderna e serve a disarticolare e sopprimere le difese aeree, le riserve corazzate, i depositi di armamenti e il sistema di Comando e Controllo.


Poi si passa alla fase sul terreno, e qui i russi hanno pianificato una sistematica eliminazione di obiettivi successivi, tesa a creare sacche di forze avversarie, da eliminare con metodicità e estrema forza nel tempo. Sostanzialmente è quanto fatto nella 2^ G.M., la battaglia di Stalingrado ne è un esempio storico. Un ns. eccellente intellettuale militare, il Gen. C.A. Fabio Mini (Limes), l’ha chiamata strategia del carciofo: eliminazione di una foglia alla volta. Questo “story telling” corrisponde però anche ad un concorso informativo (linea operativa: infoops) alla pianificazione “perversa” fatta dagli americani.


Come alla fine degli anni ’70 il segretario alla difesa nazionale USA: Zbigniew Brzezinski pianificò e creò come esca, le condizioni che imposero la “necessità” russa di invadere l’Afghanistan, concausa fondamentale della caduta dell’URSS, così nel 2019 la Rand Corporation, think tank seguitissimo dal Pentagono, ha pianificato la crisi ucraina, creando le condizioni per un “necessario” intervento russo (elezione di Zelensky, riarmo ucraino, esercitazioni NATO, richiesta di adesione alla NATO, bombardamenti costanti del Donbass, ecc..), teso a ricreare un nuovo Afghanistan e a far cadere la leadership e il gruppo di potere al Cremlino.


La necessità di “impantanare” i russi per questo obiettivo, lo ha spiegato molto bene il giornalista “arruolato” Federico Fubini del Corriere della Sera, con evidente approvazione, in un recente intervento televisivo. Putin però conosce bene la storia e per questo ha avvisato l’Occidente al WEF di Davos nel gennaio 2021. Ha dichiarato che il fallimento delle relazioni di buon vicinato ha portato alla Seconda Guerra Mondiale e anche se oggi un simile conflitto è impensabile “perché significherebbe la fine della nostra civiltà” l’attuale situazione potrebbe svilupparsi in modo imprevedibile e incontrollabile se non faremo nulla per evitarlo, sfociando in una lotta di tutti contro tutti.


In questo momento le forze nucleari russe sono in allerta massimo e tutti i sottomarini lancia missili balistici sono in giro per il mondo, il “cerino” in mano ce l’hanno gli occidentali e la loro creazione: Mister Zelensky.

 

B. Roberto Lopez è un generale dell’esercito in pensione. 

 

 

 

Facebook Comments
Print Friendly, PDF & Email