Card. George Pell
Card. George Pell

 

Il cardinale australiano George Pell, morto inaspettatamente questa settimana, è stato identificato come l’autore di una nota controversa che è circolata tra i leader della Chiesa a Roma all’inizio del 2022, descrivendo il pontificato di Papa Francesco come “un disastro sotto molti o molti aspetti; una catastrofe”.

Il giornalista veterano vaticanista Sandro Magister, che ha pubblicato il promemoria lo scorso marzo, ha rivelato che il cardinale Pell è lo scrittore che ha firmato il documento come “Demos”.

Datato “Quaresima 2022” e composto da quasi 2.000 parole, il documento è diviso in due sezioni: una prima intitolata “Il Vaticano oggi” e una seconda che guarda al “Prossimo Conclave”. In esso, Demos dipinge una Chiesa in crisi e chiede l’elezione di un nuovo Pontefice che ripristini l’ordine e l’ortodossia.

 

Il Vaticano oggi

In un’ampia requisitoria sulla leadership del Papa, il memo accusa Papa Francesco di essere diventato una fonte di confusione per la Chiesa universale. Demos/Pell osserva che i prelati tedeschi (tra gli altri) hanno adottato posizioni chiaramente in contrasto con l’insegnamento della Chiesa, mentre Roma tace. Questo silenzio, aggiunge, è “enfatizzato se contrapposto alla persecuzione attiva dei tradizionalisti e dei conventi contemplativi”.

“La cristocentricità dell’insegnamento si sta indebolendo”, continua la nota segreta. “L’eredità cristocentrica di San Giovanni Paolo II nella fede e nella morale è sotto attacco sistematico”. La nota cita l’episodio “idolatrico” della Pachamama, gli attacchi agli ordini religiosi contemplativi e il riorientamento della Pontificia Accademia per la Vita come esempi di un approccio radicalmente diverso.

Poi Demos – che, come sappiamo, è il prelato che ha guidato il tentativo di regolarizzare gli affari finanziari del Vaticano – avverte che la “mancanza di rispetto per la legge in Vaticano rischia di diventare uno scandalo internazionale”. Critica Papa Francesco per essere intervenuto ripetutamente nel processo al cardinale Angelo Becciu e per aver licenziato sommariamente i funzionari curiali. È degno di nota che il cardinale Pell dica che il cardinale Becciu “non ha ricevuto un giusto processo”, sebbene Becciu sia stato la sua nemesi in Vaticano: il principale ostacolo agli sforzi di Pell per la riforma.

“La situazione finanziaria del Vaticano è grave”, continua l’ex capo della Segreteria per l’Economia. Egli indica i deficit annuali, il conto pensionistico insufficiente e le scandalose perdite sugli investimenti immobiliari. Demos sottolinea che Papa Francesco ha prima sostenuto le riforme finanziarie, poi ha appoggiato Becciu, quindi ha cambiato di nuovo per licenziare Becciu e autorizzare il suo processo.

Il cardinale Pell accusa Papa Francesco di avere un’influenza “trascurabile” nel mondo politico e lamenta il suo mancato sostegno ai fedeli cattolici cinesi e ai cattolici di rito bizantino dell’Ucraina.

“Questi temi dovrebbero essere rivisti dal prossimo Papa”, scrive Demos a conclusione della prima sezione del suo memo.

 

Il prossimo conclave

Nella seconda sezione della nota, chiaramente pensata per influenzare il pensiero dei cardinali che eleggeranno il prossimo Pontefice, Demos scrive:

I primi compiti del nuovo Papa saranno quelli di ristabilire la normalità, ripristinare la chiarezza dottrinale nella fede e nella morale, ripristinare il giusto rispetto per la legge e garantire che il primo criterio per la nomina dei vescovi sia l’accettazione della tradizione apostolica”.
Il memo sostiene che i leader cattolici “hanno spesso sottovalutato il potere ostile della secolarizzazione” e sottolinea un grave declino nel numero dei cattolici e nella regolarità con cui praticano la loro fede. Demos osserva sardonicamente: “C’è una nuova primavera nel passo dei liberali protestanti nella Chiesa cattolica”. Insiste ancora una volta sul fatto che il Papa – almeno un futuro Papa – deve porre fine alla confusione nella dottrina correggendo le deviazioni dottrinali della gerarchia tedesca.

Il cardinale Pell non vede chiaramente nell’attuale funzionamento del Sinodo dei vescovi una soluzione ai pericoli che cita. Prevede che le riunioni sinodali “consumeranno molto tempo e denaro, probabilmente distraendo energie dall’evangelizzazione e dal servizio piuttosto che approfondire queste attività essenziali”.

Non sorprende che, data la sua identità, Demos dica che “è necessario lavorare molto sulle riforme finanziarie in Vaticano”. Tuttavia, afferma che la riforma finanziaria “non dovrebbe essere il criterio più importante nella selezione del prossimo Papa”. Le procedure finanziarie sono importanti, scrive, “ma sono molto meno importanti delle minacce spirituali e dottrinali che la Chiesa deve affrontare, specialmente nel Primo Mondo”.

fronte: Catholic Church

 


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