Sul magazine cattolico First Things è apparso un articolo molto critico sulla situazione attuale nella Chiesa in cui l’autore, Douglas Farrow, intravvede il rischio della “grande apostasia”. I nostri tempi, scrive, sono tempi in cui l’eco-teologia nel bacino amazzonico e le teologie sessuali nelle viscere dell’Europa sviliscono il vangelo di Gesù Cristo.  Farrow concorda con molti aspetti della critica che il cardinale Müller ha fatto al documento di lavoro – Instrumentum laboris – del Sinodo dell’Amazzonia e si spinge ancora più lontano vedendo nella Chiesa attuale il rischio di un’autocelebrazione che dimentica Cristo come suo centro e senso, sostituendo il Suo messaggio con messaggi che talvolta sfiorano il paganesimo e lo gnosticismo. Il card. Müller ha rilasciato un commento su questo articolo riprendendolo e approfondendo alcuni aspetti. Qui di seguito la dichiarazione completa apparsa su LifeSiteNews.

Introduzione e traduzione a cura di Annarosa Rossetto.

 

Card. Gerhard L. Müller - Foto: Daniel Ibanez / ACI Group

Card. Gerhard L. Müller – Foto: Daniel Ibanez / ACI Group

 

Dichiarazione completa del cardinale Müller

 

[E’] Un articolo molto appropriato. Qui [a Roma], non si sa nulla. Nulla viene rilasciato all’esterno, tranne che c’è un’immensa pressione esercitata su coloro che pensano in modo ortodosso e cattolico. In quale situazione siamo se nemmeno i vescovi si rendono conto quando è stato attraversato il confine con l’antico paganesimo. Ecco chi sono i veri “conservatori” o “arci-reazionari”, quelli che interpretano questi termini nel senso proprio di Cristo, che è la fresca novità di Dio che non può essere superata.

Ad esempio, prima e durante il periodo di Sant’Ireneo di Lione – che ci ha regalato i suoi cinque libri “Contro le eresie” che sono di nuovo oggi di grande rilevanza – alcuni si sono “lasciati ingannare dalla cosiddetta Gnosi. Alcuni di quelli che l’hanno professata, hanno errato e si sono allontanati dal sentiero della Fede” (1 Tim 6:21). In precedenza Ireneo aveva trascorso un periodo di tempo a Roma e lì aveva combattuto contro le eresie cristiano-gnostiche. Nel 2 ° secolo, egli era il difensore più importante del Primato di Roma, ma questo non gli ha impedito di invitare di persona sia Papa Eleuterio che Papa Vittore I a  scegliere approcci più saggi e più giusti.

L’uomo è obbligato solo a obbedire a Dio interiormente ed esternamente, mentre l’obbedienza verso i superiori ecclesiali e civili è semplicemente subordinata alla loro autorità sulla comunità che guidano e per la quale devono essere ritenuti responsabili dinanzi a Dio. Ecco perché può essere necessario in coscienza di rifiutarsi di obbedire a un ordine concreto, senza mettere con ciò in discussione l’istituzione dei superiori ecclesiali (Tommaso d’Aquino, S. Th. II-II q. 104 a. 5). Quando San Paolo resistette faccia a faccia a San Pietro – che gerarchicamente era chiaramente il suo superiore – non fu una correzione fraterna fatta in privato, ma, piuttosto, fu una difesa pubblica della Fede nella sua pienezza e alla luce delle sue conseguenze interne ed esterne. Dal momento che, quando si tratta della difesa della Fede, tutti gli apostoli e i vescovi hanno le stesse responsabilità, lo stesso San Paolo potrebbe, come apostolo, correggere pubblicamente l’apostolo San Pietro su un piano di uguaglianza, senza mettere in discussione il suo ufficio che gli è stato affidato da Cristo. (Tommaso d’Aquino, S. Th. II-II q. 33 a. 4)

“Pensare che uno sia migliore del proprio superiore sembra essere un orgoglio presuntuoso. Ma considerarsi migliori sotto certi aspetti non ha nulla a che fare con la presunzione, perché in questa vita non c’è nessuno che non abbia qualche carenza. Va anche notato che colui che ammonisce il suo superiore nell’amore di Dio non si ritiene quindi più in alto (vedere Ibid , II-II q. 33 a. 4 ad 4); ma, piuttosto, dà solo aiuto a colui che, trovandosi più in alto, è in maggior pericolo”, come dice Sant’Agostino (Epistola 211).”

Diciamo qualcosa anche riguardo all’attuale moda degli ignoranti di dividere la Chiesa in due campi – i nemici del Papa e gli amici del Papa – come se le relazioni personali-private con un particolare Papa fossero la base del Primato di Roma rispetto alla Dottrina della Fede e della Morale, e data la communio gerarchica dei vescovi con il Papa.

Il papato è di diritto divino e pertanto non si basa sul numero di follower su Facebook né sulla mutevole approvazione di giornalisti e opportunisti.

La chiara distinzione in San Paolo tra Fede in Dio e paganesimo non può essere aggirata: perché le persone “hanno cambiato la gloria dell’incorruttibile Dio con l’immagine e la figura dell’uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili. … hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore.” (Rom. 1:23 e seg.)

L’adorazione di Dio è la vera teologia della liberazione dalla paura, dal terrore e dall’incertezza che ci vengono dal mondo materiale e dai nostri simili. E solo con l’aiuto del Vangelo e della Grazia di Cristo una cultura può sviluppare la sua influenza positiva ed essere liberata dal potere del male.

Oggettivamente, l’idolatria e la superstizione sono i più grandi peccati di tutti, basati su una confusione tra il Creatore e la creatura (Tommaso d’Aquino, S. Th. II-II q. 94 a. 3.), che può essere superata solo dall’eresia di coloro che hanno già ricevuto la vera Fede attraverso l’annuncio della Chiesa, a differenza dei pagani che, senza la propria colpa, non conoscono ancora il Vangelo.

Presso la tomba di San Pietro, la religione cattolica deve sempre irradiare verità e chiarezza, perché questo apostolo [Pietro], e quelli che lo seguono (insieme a tutti i vescovi e fedeli), risponde alla domanda “chi pensi che io sia”: “Tu sei Cristo, il Figlio del Dio vivente”. (Mt 16:16). E questo non gli è stato dato da un dialogo con persone con idee simili o con se stesso, ma piuttosto attraverso la Rivelazione del Padre da parte del Figlio. The Fides Petri [la fede di Pietro] è il fondamento della Chiesa Cattolica. La Professione di Fede non deve essere sempre reinventata, adattata a volontà o reinterpretata come sembra necessario. La Fede è la potenza della Parola di Dio nel cuore della Chiesa e quindi non è il fossile di un pensiero umano obsoleto. La Rivelazione è in Cristo per sempre presente in tutta la sua pienezza nella Fede della Chiesa. Non possiamo esaurire questa fonte fino a quando non ritorna alla fine dei tempi. Ma non dobbiamo nemmeno volerla migliorare attraverso emendamenti umani apparentemente necessari. Sarebbe il peggior inquinamento ambientale che renderebbe il nostro pianeta inabitabile. Se la Parola Incarnata, Colui che era presso Dio ed è Dio, non dovrebbe più dimorare in mezzo a noi e dentro di noi, che posto ci sarebbe ancora per noi?

 

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