video dell’intervista al card. Burke
Il cardinale Raymond Burke, esperto di diritto canonico e già prefetto del più alto tribunale della Chiesa, ha detto che i politici cattolici che sostengono l’aborto non dovrebbero ricevere la Santa Comunione, compreso il candidato alla presidenza cattolica Joe Biden.
Se ne parla in questo articolo dello staff del Catholic News Agency (CNA) che vi presento nella mia traduzione.

Il cardinale Raymond Burke, un esperto di diritto canonico e già prefetto del più alto tribunale della Chiesa, ha detto che i politici cattolici che sostengono l’aborto non dovrebbero ricevere la Santa Comunione, compreso il candidato alla presidenza cattolica Joe Biden.
Biden “non è un cattolico in regola e non dovrebbe avvicinarsi a ricevere la Santa Comunione”, ha detto Burke in un’intervista del 31 agosto con Thomas McKenna, che come capo di un’organizzazione chiamata Azione cattolica per la fede e la famiglia conduce periodicamente colloqui con il cardinale.
“Questa non è una dichiarazione politica, non intendo farmi coinvolgere nel raccomandare un candidato alla carica, ma semplicemente affermare che un cattolico non può sostenere l’aborto in nessuna forma o modalità perché è uno dei peccati più gravi contro la vita umana, ed è sempre stato considerato intrinsecamente malvagio e quindi sostenere in qualche modo l’atto è un peccato mortale”.
Alla domanda specifica su Biden, Burke ha detto che “non solo ha sostenuto attivamente l’aborto procurato nel nostro paese, ma ha annunciato pubblicamente nella sua campagna che intende rendere la pratica dell’aborto procurato disponibile a tutti nella forma più ampia possibile e di abrogare le restrizioni a questa pratica che sono state messe in atto”.
“Quindi, prima di tutto, gli direi di non avvicinarsi alla Santa Comunione per carità verso di lui, perché sarebbe un sacrilegio, e un pericolo per la salvezza della sua stessa anima”.
“Ma anche che lui non dovrebbe avvicinarsi a ricevere la Santa Comunione perché darebbe scandalo a tutti. Perché se qualcuno dice “beh, io sono un cattolico devoto” e allo stesso tempo promuove l’aborto, dà l’impressione agli altri che sia accettabile per un cattolico essere a favore dell’aborto e naturalmente non è assolutamente accettabile. Non lo è mai stato e mai lo sarà”.
Buke è stato vescovo di La Crosse, Wisconsin e arcivescovo di St. Louis, prima di essere nominato nel 2008 prefetto del Tribunale supremo della Segnatura apostolica, il più alto tribunale canonico della Chiesa. Il cardinale è stato prefetto della Segnatura fino al 2014 e rimane membro del tribunale.
Nel 2007, Burke ha pubblicato sulla prestigiosa rivista canonica “Periodica” un articolo scientifico sull’ammissione dei cattolici in grave peccato pubblico alla Santa Comunione. L’articolo è considerato da molti giuristi canonici come il trattamento scientifico e tecnico definitivo dell’argomento.
Nell’intervista, concessa a CNA martedì, Burke ha affermato che è insegnamento storico della Chiesa che chi si trova in condizioni di peccato grave non deve essere ammesso alla Santa Comunione, citando l’ammonizione di San Paolo in 1 Corinzi, che “Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore.” e “mangia e beve la propria condanna” (1Corinzi 11,27-29).
Il cardinale ha discusso la nozione di scandalo, dicendo che “scandalo significa che tu porti gli altri a pensare e ad agire in modo sbagliato con il tuo esempio”.
“Se le persone si stessero interrogando nella loro mente sull’aborto, e vedessero quest’uomo che si dichiara un devoto e promuove l’aborto nel modo più forte possibile, questo porterebbe la gente a sbagliare pensando bene che deve essere moralmente accettabile commettere un aborto e quindi la persona ha la responsabilità – non solo la persona che dà lo scandalo, non solo per le sue azioni sbagliate nel sostenere l’aborto, ma anche per aver indotto gli altri a pensare che l’aborto sia accettabile”, ha detto Burke.
“Non posso immaginare che un cattolico non sappia che l’aborto è un peccato grave, ma se non lo sa, una volta che gli è stato detto, allora deve smettere di sostenere l’aborto o accettare il fatto che non è un cattolico in regola e quindi non dovrebbe presentarsi alla Santa Comunione”, ha aggiunto.
Burke ha spiegato che quando lui, come vescovo diocesano, è venuto a conoscenza dei politici pro-choice (cioè a favore della scelta dell’aborto, ndr) nelle sue diocesi, era sua prassi contattarli “per assicurarsi che capissero”.
Se, dopo una conversazione sull’insegnamento della Chiesa sulla vita umana, essi “non fossero ancora disposti ad agire di conseguenza, allora dovevo semplicemente dire loro ‘non potete presentarvi per la Santa Comunione'”, ha spiegato il cardinale.
I commenti di Burke si rifanno ai canoni 915 e 916 del Codice di Diritto Canonico, che spiegano che una persona consapevole di un peccato grave non deve avvicinarsi alla Santa Comunione senza prima fare una confessione sacramentale, e che i cattolici “ostinatamente perseveranti nel peccato grave manifesto non devono essere ammessi alla santa comunione”.
Tra i vescovi degli Stati Uniti, il disaccordo sul significato del canone, e la sua applicazione ai politici cattolici pro-choice (favorevoli alla scelta dell’aborto, ndr), è in corso dalla campagna presidenziale di John Kerry del 2004.
Nel 2004, il cardinale Joseph Ratzinger, allora Prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede della Chiesa, ha scritto un memorandum ai vescovi cattolici statunitensi, spiegando l’applicazione del canone 915 alla questione dei politici favorevoli alla scelta.

Il caso di un politico cattolico che sta “costantemente facendo campagna e votando per le leggi permissive sull’aborto e l’eutanasia” costituirebbe una “cooperazione formale” in grave peccato che è “manifesto”, spiega la lettera.
In questi casi, “il suo pastore dovrebbe incontrarlo, istruirlo sull’insegnamento della Chiesa, informarlo che non si deve presentare per la santa comunione fino a che non avrà posto termine all’oggettiva situazione di peccato, e avvertirlo che altrimenti gli sarà negata l’eucaristia”, scrive Ratzinger.
Se l’individuo persevera nel peccato grave e si presenta ancora per la Santa Comunione, “il ministro della Santa Comunione deve rifiutarsi di distribuirla”.
Poco dopo che Ratzinger scrisse quel promemoria, i vescovi statunitensi concordarono che l’applicazione di quelle norme doveva essere decisa dai singoli vescovi, piuttosto che dalla conferenza episcopale, in gran parte sotto l’influenza di Theodore McCarrick (il cardinale che nel 2019 è stato ridotto allo stato laicale per gravi abusi sessuali, anche su minori, ndr), allora arcivescovo di Washington, che parafrasò la lettera, che non era stata ancora resa di dominio pubblico, ma non la presentò per intero ai vescovi. (in poche parole, McCarrick tenne nascosta la lettera del Card. Ratzinger ai vescovi americani, ma diede loro la sua versione che però non rifletteva quella del Prefetto Ratzinger. E’ da precisare che la lettera fu consegnata oltre che a McCarrick anche a Wilton Gregory, allora presidente della conferenza episcopale USA, e ora arcivescovo di di Washington, ndr)
Alcuni vescovi hanno proibito ai politici che sostenevano “leggi permissive sull’aborto” di ricevere la comunione, ma altri hanno smorzato, o hanno detto apertamente che non avrebbero negato l’Eucaristia a tali politici.
Alla domanda di un giornalista, il cardinale Timothy Dolan di New York ha detto in ottobre che non avrebbe negato la Santa Comunione a Biden. Prima di allora, nel gennaio 2019, Dolan aveva detto che non avrebbe negato l’Eucaristia al governatore di New York Andrew Cuomo, che aveva firmato una delle leggi sull’aborto più permissive della storia del Paese. (aborto fino al nono mese di gravidanza, ndr)
Il pastore di Biden, il vescovo William Malooly, ha detto in passato di non voler “politicizzare” la Santa Comunione negandola ai politici. L’ordinario di Washington, l’arcivescovo Wilton Gregory, ha detto che l’Eucaristia dovrebbe essere negata solo come ultima risorsa, e non è conosciuto se lo abbia mai fatto.
A Biden nell’ottobre 2019 è stata negata l’Eucaristia in una parrocchia della Carolina del Sud.
“La Santa Comunione significa che siamo uno con Dio, l’uno con l’altro e con la Chiesa. Le nostre azioni dovrebbero riflettere questo. Qualsiasi figura pubblica che sostiene l’aborto si pone al di fuori dell’insegnamento della Chiesa”, padre Robert Morey, pastore della Chiesa cattolica di Sant’Antonio nella diocesi di Charleston, ha detto alla CNA dopo che a Biden è stata negata la Santa Comunione.
CNA ha riferito dopo che a Biden è stata negata la Santa Comunione, che le indicazioni della diocesi di Charleston richiedono ai sacerdoti di negare il sacramento ai politici e ai candidati politici che sostengono la protezione legale per l’aborto.
“I funzionari pubblici cattolici che sistematicamente sostengono l’aborto su richiesta collaborano con il male in modo pubblico. Sostenendo la legislazione a favore dell’aborto, essi partecipano a un peccato grave e manifesto, condizione che li esclude dall’ammissione alla Santa Comunione fintanto che persistono nella posizione a favore dell’aborto”, dice un decreto del 2004 firmato congiuntamente dai vescovi di Atlanta, Charleston e Charlotte.
Nell’intervista rilasciata questa settimana, Burke ha risposto a coloro che dicono che i cattolici non dovrebbero giudicare le disposizioni interiori dei politici pro-aborto, tra cui padre James Martin, SJ, che è stato menzionato specificamente da McKenna.
“He cannot look into the soul of Joe Biden,” Rev. James Martin says in response to Lou Holtz’s #RNC2020 remark suggesting Joe Biden and other politicians are “Catholics in name only.”
— MSNBC (@MSNBC) August 27, 2020
“He has no clue of what is going on inside of Joe Biden’s heart.”https://t.co/vLeE9ZMSXj
“Noi giudichiamo le persone sulla base di fatti oggettivi. Sulle loro azioni, sulle loro testimonianze pubbliche, sulle loro dichiarazioni pubbliche, e certamente, il vicepresidente Biden non ha lasciato dubbi su quale sia la sua posizione. Sa chiaramente qual è l’insegnamento della Chiesa”, ha detto Burke.
“Dio ha messo ordine nel mondo, uccidere, uccidere direttamente una vita umana non nata è un male, non importa come la si guardi…. e naturalmente la coscienza non può giustificarlo in alcun modo”, ha aggiunto Burke.
“Il nostro cuore non è qualcosa di nascosto, il nostro cuore si manifesta nelle nostre azioni. Come ha detto il Signore, conosciamo l’albero per i suoi frutti”, ha detto il cardinale.
Parlando di scandalo, Burke ha raccontato la storia di un funzionario governativo non cattolico che lui conosceva il quale si aspettava che l’insegnamento cattolico potesse cambiare, o che la Chiesa non dovesse prenderlo sul serio visto, ha detto Burke, il numero di cattolici al Congresso che hanno votato per una legislazione permissiva sull’aborto.
“I cattolici che vanno in giro ad annunciarsi [come cattolici], e poi d’altra parte sono al 100% a favore dell’aborto, o in qualsiasi modo a favore dell’aborto, danno un grande scandalo”, ha detto Burke.
“L’insegnamento della Chiesa sull’aborto non cambierà mai perché fa parte della legge morale naturale. È parte della legge che Dio ha scritto in ogni cuore umano, cioè che la vita umana deve essere salvaguardata, protetta e promossa”.
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