Caro Padre Livio,
io non amo raccontare i fatti miei, non ho mai detto a nessuno quello che ho vissuto in questi anni di carcere. Meritati o forse no? Ma intanto sono qui. Non mi sono mai aperto con nessuno: sacerdote, suora, volontari… E allora, perché ora scrivo a voi di Radio Maria? Semplice: siete amici senza volto, senza nome, io non so niente di voi e voi niente di me, ma mi avete dato ogni giorno GRATUITAMENTE una pillola di aiuto che mi ha cambiato e salvato.
So solo che ogni volta che ho potuto ascoltare la vostra radio, ho ricevuto un incoraggiamento. Ma non subito, no. Anzi all’inizio tante cose mi erano estranee e mi sembravano inutili. La luce è arrivata piano, piano, come da una porta che si schiude lentamente. Ho messo insieme le parole, gli esempi, l’ascolto delle preghiere, della Messa… Fino al punto in cui mi si è aperta la mente e mi sono accorto di non poterne più fare a meno, ma non per abitudine, no no: per necessità della VERITA’. Per imparare da voi un po’ di quella cosa tanto preziosa che si chiama SAPIENZA e che, se l’avessi conosciuta prima, di certo ora non sarei qui…
In carcere si può impazzire o diventare peggiori di quando si è entrati, oppure, se avviene il miracolo, può cadere il velo che abbiamo davanti agli occhi e comprendere finalmente il vero senso della vita. Il vero Senso della nostra esistenza, quello che è eguale per tutti, quello che non muta sia che tu sia libero e miliardario, sia che tu sia povero e in carcere o in ospedale, malato.
Capisco finalmente cosa vuol dire Gesù con il suo “venite a me voi tutti… Vi farò liberi veramente”.
Ora non invidio chi è “fuori” se, come ero io, non ha capito la Verità. Forse mi fa più pena di me…
La mia piccola radiolina a forma di Madonnina è sempre con me e vi ascolto anche di notte con l’auricolare e mi sento come se facessi parte anche io della grande famiglia di Radio Maria.
Io prego per voi, voi pregate per me. Grazie, grazie, grazie.
(Da un carcere del 41bis)
NOTA:
Il “carcere duro” comunemente indicato con “carcere del 41bis” è applicabile per taluno dei delitti indicati dall’articolo 41-bis della legge penitenziaria, ad esempio, come:
-delitti commessi per finalità di terrorismo, anche internazionale, o di eversione dell’ordine democratico mediante il compimento di atti di violenza;
delitto di associazione per delinquere di tipo mafioso; e così via.
Il comma 2-quater dell’art. 41- bis prevede che «i detenuti sottoposti al regime speciale di detenzione» siano «ristretti all’interno di istituti a loro esclusivamente dedicati, collocati preferibilmente in aree insulari, ovvero comunque all’interno di sezioni speciali e logisticamente separate dal resto dell’istituto…».
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