IL “CAMBIAMENTO DI PARADIGMA”: SEMBRA RICADUTA NEL MODERNISMO E NEL SOGGETTIVISMO
È stato il card. Parolin, segretario di Stato Vaticano, il mese scorso, a parlare per primo, ed in maniera esplicita, del cosiddetto “cambiamento di paradigma” che si starebbe realizzando con Amoris Laetitia. Il “cambiamento di paradigma” sarebbe un cambiamento profondo, quasi una rivoluzione, che secondo alcuni riguarderebbe la pastorale, ma che secondo altri riguarderebbe proprio la dottrina. Ciò ha creato non poco trambusto nel mondo cattolico. In un post precedente ho riferito della opinione critica dello scrittore George Weigel, biografo e amico di papa Giovanni Paolo II. Alcuni giorni fa il card. Cupich, molto vicino a Papa Francesco, ha ripreso il concetto di “cambiamento di paradigma” in una maniera ancora più accentuata, suscitando anch’egli numerose critiche. A queste si è aggiunta quella molto esplicita del card. Müller, già prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede con un saggio scritto oggi per l’autorevole The First Thing. Riprendo la sintesi fatta oggi dalla redazione del Catholic Herald.
Eccola nella mia traduzione.
La Chiesa cattolica non può avere “cambiamenti di paradigma” nell’interpretazione del deposito della sua fede, ha detto il cardinale Gerhard Müller.
L’ex Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede ha scritto che, sebbene la dottrina della Chiesa si sviluppi, può farlo solo quando è fondata su ciò che è accaduto prima.
“Lo sviluppo della dottrina… si riferisce al processo attraverso il quale la Chiesa, nella sua coscienza della fede, giunge ad una comprensione concettuale e intellettuale sempre più profonda della auto-rivelazione di Dio”, ha scritto il cardinale in The first Thing.
“Lo sviluppo della dottrina è possibile perché nell’unica verità di Dio tutte le verità rivelate della fede sono collegate, e quelle più implicite possono essere esplicitate”.
Al contrario, i modernisti cercano di reinterpretare la dottrina e nel far ciò la”corrompono” piuttosto che svilupparla.
Le sue parole arrivano dopo che il cardinale Blase Cupich ha tenuto un discorso intitolato “La Rivoluzione della Misericordia di Papa Francesco: Amoris Laetitia come nuovo paradigma della cattolicità”. In quel discorso, ha chiesto un “grande cambiamento nel nostro approccio ministeriale che non è altro che rivoluzionario”.
Questo “cambiamento di paradigma” implicherebbe il passaggio da un approccio incentrato sull'”applicazione automatica dei principi universali” ad un approccio “continuamente immerso” in “situazioni concrete”.
Alla domanda se questo debba essere riconosciuto come un tentativo di imporre un radicale cambiamento dottrinale alla Chiesa, il cardinale ha detto che coloro che hanno tali preoccupazioni dovrebbero chiedersi: “Crediamo davvero che lo Spirito non stia più guidando la Chiesa?”.
Tuttavia, il cardinale Müller scrive che quando si parla di un “cambiamento di paradigma” in relazione ad Amoris Laetitia “questo sembra essere una ricaduta in un modo modernista e soggettivista di interpretare la fede cattolica”.
Spiegando l’origine del termine, scrive:
“Fu nel 1962 che Thomas Kuhn introdusse la sua controversa e al tempo stesso influente idea di “cambiamento di paradigma” nel dibattito interno alla filosofia della scienza, dove l’espressione ricevette un preciso significato tecnico. Al di là di questo contesto, però, questo termine ha anche un uso quotidiano, riferendosi a qualsiasi forma di cambiamento fondamentale delle forme teoriche del pensiero e del comportamento sociale. ‘Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi, e per sempre ‘(Eb 13,8), questo è, al contrario, il nostro paradigma, che non scambieremo con nessun altro. ‘Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo‘ (1 Cor 3,11)”.
il cardinale ha anche avvertito che coloro che cercano di reinterpretare la dottrina corrono il rischio di seguire l’eresia Gnostica. “La Chiesa romana in generale e i suoi vescovi in particolare dovrebbero essere gli ultimi a seguire il modo gnostico introducendo un nuovo principio di interpretazione con il quale dare una direzione completamente diversa a tutto l’insegnamento della Chiesa”, ha scritto.
Quanto all’idea che lo Spirito Santo stia conducendo uno sviluppo dottrinale, il cardinale Müller ha detto: “Sviluppo significa crescita nella comprensione delle realtà spirituali e teologiche, guidati dallo Spirito Santo (cfr. Dei Verbum, n. 8). Questa crescita non è dovuta ad alcun tipo di necessità naturale, e non ha nulla a che vedere con la convinzione liberale in corso”.
Il segretario di Stato vaticano cardinale Pietro Parolin è stato il primo a proporre che Amoris Laetitia fosse un “cambiamento di paradigma” in un’intervista con Vatican News il mese scorso.
(il card. Parolin, ndr) Ha detto che il documento (Amoris Laetitia, ndr) deriva da un “nuovo paradigma che Papa Francesco sta portando avanti con saggezza, prudenza e anche con pazienza”.
“E’ un cambiamento di paradigma, e il testo stesso insiste su questo, questo è ciò che ci viene chiesto – questo nuovo spirito, questo nuovo approccio! Quindi ogni cambiamento porta sempre difficoltà, ma queste difficoltà devono essere considerate ed affrontate con impegno”, ha aggiunto [il card. Parolin].
Link al Catholic Herald:
http://www.catholicherald.co.uk/news/2018/02/20/cardinal-muller-there-can-be-no-paradigm-shifts-in-the-church/
Link a The first thing:
https://www.firstthings.com/web-exclusives/2018/02/development-or-corruption
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