Una articolo della redazione del Catholic News Agency  sulla questione della “Identità di genere” ci porta buone notizie dall’amministrazione Trump!

Eccolo nella mia traduzione.

(Shutterstock) via National Catholic Register

(Shutterstock) via National Catholic Register

 

L’amministrazione Trump sta valutando la possibilità di rimodellare alcune politiche federali per definire il genere in base alla biologia e ai genitali di una persona, secondo una nuova nota del Dipartimento della sanità e dei servizi umani (HHS).

Il dipartimento sta cercando una definizione basata “su una base biologica chiara, fondata sulla scienza, oggettiva e gestibile”.

Se adottata, la nuova definizione chiarirebbe l’applicazione del Titolo IX, la legge sui diritti civili del 1972 che vieta la discriminazione di genere nei programmi educativi che ricevono finanziamenti governativi.

Questo cambiamento sarebbe un allontanamento dalle pratiche sviluppate durante l’amministrazione Obama, che riconoscono il genere di una persona in base alla sua percezione o identità piuttosto che al corredo cromosomico o al sesso di nascita.  

Una lettera del 2010, “Caro collega”, dell’Ufficio per i diritti civili del Dipartimento dell’Educazione ha osservato che le “molestie basate sul genere” potrebbero includere le molestie basate sulla “reale o percepita” “identità di genere” di una persona. (cioè, qualcuno potrebbe essere accusato non perché ha oggettivamente offeso una persona, ma perché questa ha “percepito” di essere stata offesa. In questo modo la certezza del diritto va a farsi benedire, ndr). Un documento con domande e risposte dello stesso ufficio, pubblicato nel 2014, affermava che la discriminazione basata sul sesso ai sensi del Titolo IX si estendeva alla discriminazione basata su “identità di genere o mancata conformità a concetti stereotipati di mascolinità o femminilità”.

Se i cambiamenti proposti entreranno in vigore, il sesso sarà definito come “lo status di una persona come maschio o femmina sulla base dei tratti biologici immutabili identificabili al momento della nascita o prima della nascita”.

Il sesso sul certificato di nascita originale di una persona servirebbe come “prova definitiva” del suo sesso, con eccezioni per coloro che possono fornire “prove genetiche affidabili” che affermano il contrario.

Circa 1 su 1.500-2.000 nascite ha cromosomi sessuali anomali diversi dal tipico XX per le femmine e XY per i maschi. Il più comune di questi è la sindrome di Klinefelter, il che significa che un maschio ha due cromosomi X oltre al cromosoma Y. Molti uomini con la sindrome di Klinefelter non sanno di avere tale condizione.

Negli Stati Uniti, circa 1,4 milioni di persone si identificano come “transgender”, identificandosi come persone con un genere diverso da quello registrato alla nascita. Alcune di queste persone sono state sottoposte ad interventi chirurgici o a trattamenti ormonali per assomigliare fisicamente al loro genere di autoidentificazione.

I critici delle modifiche proposte hanno sostenuto che esse escluderebbero coloro che si identificano come “transgender” dalla protezione prevista dal titolo IX e da altre misure antidiscriminazione. I sostenitori della proposta sostengono che essa si limita a garantire che tali leggi siano applicate a tutta la popolazione sulla base di criteri oggettivi e non di auto-percezione soggettiva.

Il Dipartimento della sanità e dei servizi umani dovrebbe presentare una versione della nuova proposta politica al Dipartimento di giustizia entro la fine dell’anno. Se il Dipartimento di Giustizia considerasse la nuova definizione legalmente valida ed applicabile, l’HHS ( Dipartimento della Sanità e dei Servizi Umani, ndr) potrà quindi approvarla e implementarla come politica in una serie di agenzie governative coinvolte nell’applicazione del Titolo IX.

 

Fonte: Catholic News Agency

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