Oggi, 10 maggio, con l’eventuale benedizione delle coppie omosessuali da parte di sacerdoti, potrebbe in Germania accadere l’irreparabile, un atto di disobbedienza alla Chiesa di Roma. Un atto che si configurerebbe come scappato di mano ai vescovi tedeschi. Ne scrivono Ed. Condon and JD Flynn nel loro editoriale apparso su The Pillar. Eccolo nella mia traduzione.
Il cardinale Camillo Ruini ha dipinto martedì un quadro franco e francamente tetro della situazione della Chiesa cattolica in Germania. Il cardinale ha messo in guardia da un rischio di scisma, pur affermando la sua fiducia che Dio proteggerà l’unità della Chiesa.
“Stanno venendo a galla problemi che purtroppo esistono da tempo, soprattutto nei paesi di lingua tedesca, come dimostra la cosiddetta Assemblea sinodale tedesca attualmente in corso, che ha indicato chiaramente i suoi obiettivi: non solo la benedizione delle coppie omosessuali, ma anche il sacerdozio delle donne, l’abolizione dell’obbligo del celibato ecclesiastico, l’intercomunione tra cattolici e protestanti”, ha detto Ruini, ex capo della conferenza episcopale italiana e vicario della diocesi di Roma.
“Non nego che ci sia un rischio di scisma, ma ho fiducia che, con l’aiuto di Dio, possa essere superato”, ha concluso il cardinale in un’intervista del 4 maggio.
La speranza di Ruini nella Provvidenza è ammirevole. Ma a meno di un intervento divino, sembra che ci sia poco per fermare lo slancio all’interno della Chiesa in Germania che mira a sfidare o ignorare la dottrina cattolica sia nelle parole che nelle azioni.
La “via sinodale” del paese, con cui i vescovi tedeschi mirano a una sfida sistematica alla dottrina e alla disciplina cattolica, sembra ora essere sfuggita al laboratorio ed essere diventata virale, ben oltre il controllo della gerarchia cattolica sia in Germania che a Roma.
La prossima settimana (cioè da oggi, ndr), il clero nelle diocesi di tutta la Germania prevede di benedire simultaneamente centinaia di coppie dello stesso sesso. Le benedizioni di massa sono intese come una risposta al recente documento della Congregazione per la Dottrina della Fede, che ha riaffermato la natura intrinsecamente disordinata degli atti dello stesso sesso, e l’impossibilità della Chiesa di offrire una benedizione liturgica a tali unioni.
Mosse simili sono state annunciate dal clero di alcune diocesi austriache.
E nonostante il “no” di Roma all’intercomunione con i protestanti, un “Congresso eucaristico” cattolico-protestante in Germania, anch’esso fissato per la prossima settimana, ha detto che i partecipanti sono liberi di seguire la propria coscienza sul tema della condivisione sacramentale, indipendentemente dalla dottrina cattolica.
Negli ultimi due anni, i vescovi tedeschi hanno ignorato acutamente la “drammatica preoccupazione” del papa sulla loro direzione di marcia ecclesiologica, più esplicitamente esposta nella sua lettera pastorale del 2019 alla Germania, che li esortava a preservare la comunione con Roma e avvertiva che la discomunione è una spirale che si ripete.
E i vescovi tedeschi sono stati inequivocabili sul loro desiderio di dare una sorta di esempio ai vescovi cattolici in altre parti del mondo. Tutti i documenti sinodali tedeschi, su una serie di questioni, tra cui l’ordinazione delle donne, la sessualità umana, l’intercomunione, il celibato clericale e così via, sono stati resi disponibili in più lingue. E i vescovi tedeschi sono ben consapevoli che sinodi o consigli nazionali stanno per iniziare in Irlanda, Australia e Italia.
Inoltre, i vescovi tedeschi hanno speso una considerevole influenza diplomatica e finanziaria negli ultimi anni, sia a Roma che nelle diocesi di tutto il mondo, cercando di costruire un senso di inevitabilità e consenso intorno alla loro agenda.
Tuttavia, c’è stata la speranza a Roma che i vescovi della Germania avrebbero mantenuto il controllo del loro progetto, prima che il diffuso disconoscimento della dottrina e della disciplina cattolica tra il clero portasse ad una situazione di evidente scisma.
Fino ad oggi, i vescovi tedeschi si sono fermati senza provocare apertamente la Santa Sede e sono stati attenti a lasciare la palla nel campo di Roma mentre procedevano – effettivamente sfidando il papa a fermarli dichiarando che sono andati troppo lontano e innescando uno scisma impensabile.
Ma la mano calcolata che i vescovi tedeschi, guidati dal presidente della loro conferenza, il vescovo Georg Bätzing, hanno cercato di giocare contro Roma sta cominciando a rovesciarsi, e la misura in cui essi hanno veramente il controllo del processo che hanno messo in moto è sempre più in dubbio.
La benedizione di massa degli “amanti” dello stesso sesso da parte del clero tedesco, fissata per il 10 maggio, non è stata accolta dalla gerarchia locale. E i vescovi tedeschi potrebbero avere motivo di preoccuparsi che la loro strategia a lungo termine, aumentando lentamente l’aspettativa e la pressione affinché Roma accetti una Chiesa di fatto federalizzata, potrebbe essere fatta deragliare da atti tattici di provocazione da parte del loro stesso clero.
Bätzing stesso ha definito il piano per le benedizioni di massa “non un segno utile” e ha notato che “i servizi di benedizione hanno la loro dignità teologica e il loro significato pastorale. Non sono adatti come strumento per manifestazioni politiche della Chiesa o azioni di protesta”.
Bätzing è stato altrettanto chiaro che l’accoglienza di coppie dello stesso sesso nella Chiesa rimane una priorità per lui, e per la Chiesa in Germania, e che “da molto tempo si discute sul modo in cui la morale sessuale della Chiesa, anche riguardo all’omosessualità, possa essere ulteriormente sviluppata con argomenti validi.”
“Questo include anche una discussione appropriata sulla questione dei servizi di benedizione”, ha detto Bätzing, ma ha sottolineato che “nella situazione attuale, la via sinodale è un luogo centrale per discutere il tema… in modo completo.”
La nota di cautela di Bätzing e dei vescovi tedeschi sarà quasi certamente ignorata, così come questi stessi vescovi hanno ignorato gli avvertimenti romani per anni.
Mentre a volte sono apparsi bellicosi nel loro rifiuto di ascoltare le correzioni del Vaticano, sono stati attenti a mantenersi entro i limiti del loro cammino sinodale e a inquadrare la loro agenda in un processo di “dialogo”.
Mentre le benedizioni dello stesso sesso e l’intercomunione con i protestanti sono una realtà in molte parrocchie tedesche da qualche tempo, la politica dei vescovi è stata quella di non riconoscerle o incoraggiarle pubblicamente, e di insistere che le loro richieste di riforma sono ancora in fase teorica.
Se, come suggerisce l’evento della benedizione di massa del 10 maggio, essi hanno attizzato troppo il fuoco del cambiamento tra il loro clero, potrebbero non essere più in grado di guidare il treno degli eventi che hanno messo in moto, o fermare quella che sembra essere un’inevitabile, violenta collisione con Roma.
Piuttosto che bollire lentamente una rana, i vescovi saranno costretti a scegliere da che parte stare, esattamente ciò che sembravano voler evitare.
Cardinali come Ruini, che sperano di evitare un totale conflitto tra Roma e i tentativi di riforma ispirati dalla Germania, hanno riposto le loro speranze nel “sinodo sulla sinodalità” del prossimo anno a Roma. La speranza è che una riunione di vescovi di tutto il mondo, guidata dal papa, chiarisca cosa è e cosa non è in discussione in una “Chiesa sinodale”. Alcuni vescovi tedeschi potrebbero aver silenziosamente sperato anche questo – che un recinto vaticano intorno alle loro attività avrebbe almeno stabilito un manuale da cui procedere.
Ma i progetti messi in moto dai vescovi tedeschi sono ora ben avviati. La ribellione contro la gerarchia romana sembra aver fomentato la ribellione contro la gerarchia tedesca. Se la situazione è davvero fuori controllo, un incontro del 2022 a Roma potrebbe essere troppo poco e arrivare troppo tardi.
Non è proprio possibile pensare di poter controllare in Germania un processo che è infiammato dalle associazioni gay e femministe. Cosa potrebbero mai fare i vescovi tedeschi (ammesso che vogliano fare qualcosa) per rimettere sui binari un treno già deragliato e spinto con forza fuori dai binari da associazioni che hanno una forza mediatica in Germania che non si può minimamente paragonare a quella dei vescovi stessi? I vescovi dovrebbe combattere come Davide contro Golia, dopo aver lanciato il sasso e ammettendo pubblicamente di aver sbagliato, o quanto meno esagerato? Se osassero mettersi contro i disobbedienti, sarebbero etichettati automaticamente come amici di Roma e nemici del progresso, e vedrebbero svanire in un attimo tutto il loro lavoro nel cammino sinodale tedesco! Si darebbero, insomma, la zappa sui piedi. Per cui, “barra a dritta” e accelerazione sul cammino sinodale per raggiungere al più presto una soluzione “condivisa” che ponga termine alle contese ed agli scontri interni. Insomma, tutto sotto controllo, non sta succedendo niente di critico, abbiate pazienza e tra poco il cammino sinodale si esprimerà ufficialmente, eliminando ogni tensione. Questa sarà la risposta dei vescovi tedeschi ed il problema si rimanderà di qualche mese, nella speranza che Roma, preso atto della situazione, cioè che il treno tedesco sui binari non ci tornerà più, accetterà le proposte tedesche trovando il sistema di renderle compatibili con il Catechismo, prima che sia troppo tardi, e che la prossima volta non sia il treno di mezza Chiesa Cattolica a deragliare definitivamente.
In realtà, mi pare, la contestazione di parte della chiesa cattolica tedesca arriva da lontano, dagli anni ’60 almeno quando nuovi teologi hanno creato una nuova frontiera avanzata della teologia cattolica (a dir loro) che in realtà stravolgeva l’idea di Dio, dei dogni, della trinità, della cristologia, del ruolo della chiesa nel mondo, dei presbiteri, del Papa, insomma tutto. La questione gay (per la quale anche un semplice fedele informato capisce che la Chiesa non ha potere di cambiare idea) é solo una nuova grande occasione per accentuare l’idea di una Chiesa cattolica suddivisa in chiese locali sul modello degli stati federali.