
A cura di Michael Galster
Parlare oggi dell’Ucraina come paese nazista, come fanno i media e la propaganda russa, è sicuramente riduttivo e controproducente. Tuttavia, non è negabile che con le leggi di de-russificazione (L. 5670-d del 2019 e altre precedenti) la politica di Kiev si ispiri fortemente ai valori e ai programmi dell’Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini (OUN). Un fatto poco conosciuto in Occidente è quello che ha visto intitolare negli ultimi anni numerose piazze e vie delle principali città ucraine a Stepan Bandera, leader che durante la Seconda guerra mondiale era a capo della stessa OUN e temporaneamente alleato di Hitler. Sullo stesso piano simbolico, più compromettenti sono invece considerati i simboli nazisti e paranazisti portati apertamente e con orgoglio da un certo numero di combattenti e soldati ucraini.
L’articolo che segue è opera del giornalista indipendente Tyler Durden, il quale descrive come il New York Times appaia preoccupato di indebolire la propria narrazione “buoni contro cattivi” e tratti il problema di questi stessi simboli nazisti. Metto a disposizione la traduzione dell’articolo dall’inglese, reperibile su ZeroHedge:
Il New York Times (NYT) è stato costretto a occuparsi molto, molto tardivamente di qualcosa che era ovvio e noto da tempo a molti analisti e media indipendenti, ma che per ovvie ragioni è stato accuratamente tenuto nascosto alle masse mainstream in Occidente.
Il sorprendente titolo del Monday Times recitava: “Simboli nazisti sul fronte ucraino evidenziano spinose questioni storiche”. Questo riconoscimento arriva dopo che per anni giornalisti e commentatori geopolitici indipendenti hanno sottolineato che sì… i gruppi militari e paramilitari ucraini, specialmente quelli che operano nell’est almeno dal 2014, hanno un serio problema di ideologia nazista. Questi fatti sono stati esaurientemente documentati, anno per anno. Ma il report del NYT, che cerca semplicemente di minimizzare la questione come “questione spinosa” della “storia” “unica” dell’Ucraina, suggerisce che il vero problema per le pubbliche relazioni occidentali è fondamentalmente il fatto che questi simboli nazisti vengono mostrati così apertamente. Alle truppe ucraine è stato chiesto di coprire quei simboli nazisti, per favore!, come Matt Taibbi ha commentato con sarcasmo nel report.

Gli autori del rapporto del NYT esprimono frustrazione per la presenza dei simboli nazisti esposti con tanto orgoglio sulle uniformi di molti soldati ucraini. Suggerendo che molte fotografie giornalistiche che in alcuni casi sono state pubblicate su giornali e media di tutto il mondo (in genere abbinate ad articoli generalmente positivi sulle forze armate ucraine) sono semplicemente “sfortunate” o fuorvianti, il rapporto del NYT afferma: “In ogni fotografia, gli ucraini in uniforme indossavano toppe con simboli che sono stati resi noti dalla Germania nazista e che da allora sono diventati parte dell’iconografia dei gruppi di odio di estrema destra”.
Il rapporto ammette che questo ha portato a controversie in cui le redazioni devono effettivamente cancellare alcune foto di soldati e militanti ucraini. “Le foto, e la loro cancellazione, evidenziano il complicato rapporto dell’esercito ucraino con le immagini naziste, un rapporto forgiato sotto l’occupazione sovietica e tedesca durante la Seconda Guerra Mondiale”, continua il testo.
Quindi, secondo il New York Times, il rapporto con le immagini naziste è semplicemente “spinoso” e “complicato”, ci viene detto. Qui di seguito un piccolo assaggio dei tipi di simboli che appaiono sulle uniformi militari ucraine con “una certa regolarità” – sempre secondo il New York Times:
La stessa NATO, nel recente passato, è stata costretta a cancellare le immagini sui suoi account ufficiali nei social media a causa della presenza di immagini naziste tra le truppe ucraine durante gli scatti fotografici.
La riga seguente del rapporto dice tutto quello che c’è da sapere sulla cosiddetta “carta stampata” e sulla sua copertura unilaterale e ultra-semplicistica di quella che molti si stanno finalmente rendendo conto essere una guerra con una realtà profondamente complessa (per non dire altro), e lontana dalla narrazione hollywoodiana dalla serie “buoni contro cattivi” di Putler (Ndr: neologismo dispregiativo formato dalla fusione dei nomi di Vladimir Putin e Adolf Hitler) contro il mondo libero, tipica delle reti dalla CNN alla Fox alla NBC… (Ndr: e dai TG a reti unite ai flagship dei giornali mainstream Corsera, La Repubblica, La Stampa in Italia).
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente le opinioni del responsabile di questo blog. I contributi pubblicati su questo blog hanno il solo scopo di alimentare un civile e amichevole confronto volto ad approfondire la realtà.
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