Si tenga presente che già prima della vaccinazione la fascia di età degli adolescenti aveva rischi bassissimi di letalità dalla COVID-19. Interessanti i risultati di questa ricerca che vi propongo, firmata da Annabel A Powell, BSc; Freja Kirsebom, PhD; Julia Stowe, PhD; Mary E Ramsay, FFPH; Jamie Lopez-Bernal, PhD; Nick Andrews, PhD; Shamez N Ladhani, MRCPCH,e pubblicata sulla prestigiosa rivista medica The Lancet. Ecco la sintesi nella nostra traduzione. Evidenziato nostro.
Premessa
Si sa poco sulla protezione contro l’infezione da SARS-CoV-2 in seguito a una precedente infezione con singole varianti specifiche di SARS-CoV-2, alla vaccinazione COVID-19 e a una combinazione di infezione precedente e vaccinazione (immunità ibrida) negli adolescenti. Il nostro obiettivo è stato quello di stimare la protezione contro l’infezione sintomatica confermata dalla PCR con le varianti delta (B.1.617.2) e omicron (B.1.1.529) negli adolescenti con infezione precedente, vaccinazione con mRNA e immunità ibrida.
I metodi
Abbiamo condotto uno studio osservazionale, test-negativo, caso-controllo utilizzando i dati nazionali dei test SARS-CoV-2 e della vaccinazione con mRNA COVID-19 in Inghilterra. Sono stati inclusi adolescenti sintomatici di età compresa tra i 12 e i 17 anni che non erano stati vaccinati o che avevano ricevuto l’immunizzazione primaria BNT162b2 all’esordio dei sintomi e che avevano effettuato un test PCR per la SARS-CoV-2 in comunità. La vaccinazione e la precedente infezione da SARS-CoV-2 negli adolescenti con COVID-19 confermata da PCR (casi) sono state confrontate con la vaccinazione e la precedente infezione negli adolescenti che avevano un test PCR negativo per la SARS-CoV-2 (controlli). I dati sulla vaccinazione sono stati raccolti dal National Immunisation Management System e sono stati collegati ai dati del test PCR. L’esito primario era la protezione contro l’infezione da SARS-CoV-2 delta e omicron (definita come 1 – probabilità di vaccinazione o infezione precedente nei casi divisa per probabilità di vaccinazione o infezione precedente nei controlli).
Risultati
Tra il 9 agosto 2021 e il 31 marzo 2022, 1 161 704 test PCR per SARS-CoV-2 sono stati collegati allo stato di vaccinazione COVID-19, compresi 390 467 test positivi con la variante delta e 212 433 test positivi con le varianti omicron BA.1 e BA.2. Negli adolescenti non vaccinati, una precedente infezione da SARS-CoV-2 con ceppi wildtype, alfa (B.1.1.7) o delta ha fornito una maggiore protezione contro la successiva infezione delta (>86-1%) rispetto alla successiva infezione omicron (<52-4%); una precedente infezione delta o omicron ha fornito una protezione simile contro la reinfezione omicron (52-4% [95% CI 50-9-53-8] vs 59-3% [46-7-69-0]). Negli adolescenti senza infezione precedente, la vaccinazione ha fornito una protezione inferiore contro l’infezione da omicron rispetto all’infezione da delta, con un picco di protezione da omicron del 64-5% (95% CI 63-6-65-4) a 2-14 settimane dopo la seconda dose e del 62-9% (60-5-65-1) a 2-14 settimane dopo la terza dose, con un calo della protezione dopo ogni dose. Gli adolescenti con immunità ibrida da infezione precedente e vaccinazione hanno avuto la protezione più alta, indipendentemente dal ceppo SARS-CoV-2 dell’infezione primaria. La protezione più alta contro l’infezione da omicron è stata osservata negli adolescenti con vaccinazione e precedente infezione da omicron, raggiungendo il 96-4% (95% CI 84-4-99-1) a 15-24 settimane dopo la seconda dose di vaccino.
Interpretazione
Una precedente infezione con una qualsiasi variante del SARS-CoV-2 ha fornito una certa protezione contro la reinfezione sintomatica, e la vaccinazione ha aggiunto questa protezione. La vaccinazione fornisce una protezione da bassa a moderata contro l’infezione sintomatica da omicron, con una protezione calante dopo ogni dose, mentre l’immunità ibrida ha fornito la protezione più solida. Sebbene siano necessari ulteriori dati per studiare la protezione a lungo termine e la protezione contro l’infezione con nuove varianti, questi dati mettono in dubbio la necessità di dosi aggiuntive di vaccino di richiamo per gli adolescenti in popolazioni con una protezione già elevata contro l’infezione da SARS-CoV-2.
L’inoculazione dei ragazzi/e è certo una delle pagine più oscene della medicina nel nostro paese, quella medicina cui ormai si è sovrapposto il potere politico. “Fatelo per proteggere i vostri nonni” dicevano ben sapendo di mentire, e fu così che una ragazza genovese trovò la morte in uno di quegli hub vaccinali preparati ad hoc per assoggettare i giovani al Moloch ideologico-sanitario. Io non so come chi non si è piegato a questo indegno ricatto ha vissuto questi anni della propria vita, specie in relazione ai coetanei, ma so che questa vergogna certo grida vendetta al cospetto di Dio. E il bello è che mentre ad es. in Danimarca hanno sospeso le iniezioni ai minorenni, qui nel “belpaese” qualsiasi dubbio anche molto velato rispetto al siero magico è tabù, come Gemmato ha drammaticamente sperimentato sulla propria pelle, abbandonato perfino dal proprio governo.
PS: sempre a proposito di nonni, uno di quei personaggi eletti dal mainstream a paladini della scienzah, intervistato da una nota “divulgatrice scientifica” (sic!) sulle pagine del Corrierone, si premurò un anno fa di stilare una sorta di decalogo per il pranzo natalizio in famiglia, ad esempio con la nonna seduta vicino alla finestra che doveva essere poi aperta ogni 20 minuti. Certo non se la sarebbe passata benissimo quella nonna, ma questo è quello che ci hanno detto riuscendo a non ridere. Esilarante e penoso, senza scordare un medico che si vantava di chiedere il nazi-pass ai parenti che si presentavano alla porta di casa.