Di seguito segnalo all’attenzione e alla riflessione dei lettori di questo blog l’articolo scritto da Neville Hodgkinson e pubblicato su The Conservative Woman. Visitate il sito e valutate liberamente le varie opzioni offerte e le eventuali richieste. Ecco l’articolo nella mia traduzione. 

 

 

Un team di scienziati con provenienza da varie nazioni ha dichiarato in uno studio pubblicato questo mese che l’uso del vaccino Covid, basato sui geni, dovrebbe essere interrotto in attesa di un’indagine dettagliata su dove i prodotti del vaccino si muovono nell’organismo e per quanto tempo durano.

L’appello proviene da un gruppo di dieci scienziati, tra cui il dottor Peter McCullough, cardiologo americano di punta, che hanno esaminato le prove dei meccanismi attraverso i quali ritengono che milioni di persone possano essere state danneggiate.

Il loro documento, molto citato, ha ricevuto un’attenzione minima. Il linguaggio è tecnico, ma implica una forte possibilità di danni di lunga durata causati dai vaccini, e la cautela su tali affermazioni è comprensibile. Tuttavia, il documento ha molto senso alla luce degli avvertimenti di molti altri scienziati e potrebbe essere uno dei più importanti fino ad oggi.

Le iniezioni di Pfizer, Moderna, Oxford AstraZeneca e Janssen trasmettono tutte un codice che istruisce le nostre cellule corporee a produrre la proteina spike tossica del SARS-CoV-2, il virus che causa la Covid. La speranza era che il nostro sistema immunitario rispondesse al vaccino formando una protezione salvavita contro il virus vero e proprio. Ma questo è stato “l’errore di calcolo nello sviluppo di un farmaco di tutti i tempi”, afferma McCullough in un blog che richiama l’attenzione sui risultati della revisione.

Gli autori affermano che esiste una solida evidenza di un effetto indesiderato dei vaccini su molti tessuti corporei diversi, tra cui il cuore e il cervello. Il sistema immunitario vede le cellule produttrici di spike come estranee e inizia ad attaccarle. L’infiammazione causata da questo processo autoimmune è il probabile meccanismo alla base dei problemi cardiaci legati al vaccino, riscontrati soprattutto tra i giovani.

“Considerando che ogni cellula che sintetizza proteine virali viene percepita come una minaccia dal sistema immunitario e uccisa, diventa fondamentale determinare l’esatta bio-distribuzione dei vaccini genetici all’interno dell’organismo”, affermano i ricercatori.

Le autorità di regolamentazione normalmente insistono su tali test di sicurezza ed efficacia per i nuovi farmaci, ma poiché i nuovi prodotti genetici sono stati designati come “vaccini”, i controlli appropriati sono stati aggirati.

I ricercatori, provenienti da Italia, Grecia, Germania, Giappone e Stati Uniti, passano in rassegna una serie di studi a sostegno della loro tesi secondo cui i vaccini genetici funzionano in modo completamente diverso da quelli tradizionali. Basati su virus inattivati o uccisi, questi ultimi sono generalmente considerati sicuri perché scatenano l’immunità infettando solo un piccolo numero di cellule.

Ma i prodotti genici associati al vaccino rimangono nel flusso sanguigno per almeno due settimane dopo l’iniezione, e talvolta molto più a lungo. I campioni di sangue di bambini e giovani adulti che hanno sviluppato un’infiammazione cardiaca dopo il vaccino hanno rivelato la presenza di proteine Spike liberamente circolanti.

Uno studio di Pfizer sui ratti ha dimostrato che le minuscole particelle di grasso, utilizzate nei vaccini per trasportare il codice mRNA nell’organismo, si accumulano oltre il sito di iniezione, soprattutto nel fegato, nelle ghiandole surrenali, nella milza, nelle ovaie e in altri tessuti. Lo studio è stato presentato alle agenzie di regolamentazione dei farmaci, ma è diventato pubblico solo grazie a una richiesta di libertà di informazione in Giappone.

(Il dottor Mike Yeadon, ex scienziato senior di Pfizer, aveva evidenziato più di 18 mesi fa che il fenomeno era particolarmente preoccupante per le donne in età fertile. I suoi avvertimenti sono stati ignorati, con gravi conseguenze per la salute riproduttiva, come ha riferito TCW questa settimana – qui il testo in italiano, ndr).

Il documento di revisione afferma che altri studi hanno implicato prodotti cellulari umani noti come esosomi nell’assunzione del codice genetico della proteina spike e nella sua distribuzione in diverse parti del corpo. Queste particelle viaggiano attraverso il flusso sanguigno, il sistema linfatico e le fibre nervose.

Gli esosomi sono stati rilevati nel sangue due settimane dopo la vaccinazione e l’effetto aumenta dopo la dose di richiamo, durando almeno quattro mesi. Secondo i ricercatori, questa esposizione prolungata potrebbe essere uno dei mezzi con cui le spike possono raggiungere tessuti come il cuore e il cervello. È stato persino trovato in secrezioni come il latte materno. Studi sugli animali hanno dimostrato che gli esosomi trasmettono anche materiale genetico ai tessuti riproduttivi, come i testicoli, in modo che il gene della proteina spike possa essere trasmesso alla prole, compromettendo potenzialmente la fertilità.

Durante la pandemia, molti Paesi hanno scoraggiato le autopsie su coloro che sono morti dopo il vaccino, “apparentemente” per limitare la trasmissione virale, dicono gli autori. Tuttavia, le evidenze delle biopsie e delle autopsie ora effettuate confermano che i tessuti che assorbono il codice genetico producono anche la proteina spike.

In uno studio, la proteina derivata dal vaccino è stata trovata nelle cellule del muscolo cardiaco di nove dei 15 pazienti con infiammazione cardiaca. I tessuti erano negativi al virus Covid e la natura dell’infiammazione era tale da suggerire che fosse causata principalmente da una reazione autoimmune.

In un numero crescente di studi, le autopsie hanno dimostrato che le patologie indotte o peggiorate dal vaccino erano la causa del decesso.

La revisione cita numerosi studi che riportano reazioni autoimmuni dopo la vaccinazione Covid, compresi disturbi neurologici come la sclerosi multipla. L’evidenza è ora “indiscutibile” che si tratta di un rapporto di causa-effetto, affermano i ricercatori. I vaccini istruiscono le cellule del corpo a sintetizzare la proteina spike, che innesca una reazione infiammatoria. La perdita di cellule che ne deriva può risultare invalidante e in alcuni casi letale.

I rischi potenziali possono essere valutati solo attraverso studi dettagliati di ciò che accade nell’organismo quando i farmaci vengono iniettati, studi che i produttori non hanno mai effettuato.

Molti medici e scienziati che attualmente raccomandano i vaccini ignorano questi meccanismi immunologici fondamentali e sottovalutano le potenziali conseguenze autoimmuni, si legge nella revisione.

Il nostro articolo mira a richiamare l’attenzione delle comunità scientifiche e normative sulla necessità critica di studi di biodistribuzione per i vaccini genetici contro il Covid-19, nonché di valutazioni razionali del rapporto danni-benefici per fascia di età.

A seguito della diffusione della SARS-CoV-2, l’OMS [Organizzazione Mondiale della Sanità] ha dichiarato una pandemia globale. La risposta mondiale all’epidemia è stata forte e monolitica, incentrata sulla vaccinazione di massa e indiscriminata utilizzando nuove piattaforme genetiche.

L’invocazione di percorsi normativi di emergenza per accelerare l’introduzione sul mercato e l’intrinseca fiducia del pubblico nei vaccini tradizionali . . ha facilitato l’utilizzo di standard normativi ridotti di sicurezza ed efficacia.

Così, miliardi di persone sono state vaccinate nonostante la scarsità di dati relativi alla biodistribuzione o alla biopersistenza nell’uomo, emersi solo da ricerche indipendenti o da divulgazioni di informazioni libere dopo la somministrazione di miliardi di dosi.

La velocità con cui i vaccini genetici sono stati sviluppati, prodotti e rilasciati è stata presentata al pubblico come un risultato reso possibile dalla prodezza scientifica dell’industria farmaceutica che lavora in collaborazione con i governi globali per il bene comune.

Tuttavia, per dirla con le parole della dottoressa Kathrin Jansen, responsabile della ricerca e dello sviluppo dei vaccini della Pfizer, da poco in pensione: “Abbiamo fatto volare l’aeroplano mentre lo stavamo ancora costruendo”.

Questo “risultato” ha comportato un’imprudenza scientifica che deve essere sottoposta a un maggiore controllo, dato che continuano ad accumularsi segnali di sicurezza, efficacia negativa del vaccino (le persone vaccinate diventano più a rischio di infezione rispetto a quelle non vaccinate) e fuga immunitaria (quando il sistema immunitario non riesce a eliminare un agente patogeno)”.

Un’altra autrice statunitense della revisione è la dottoressa Stephanie Seneff, ricercatrice senior presso il Massachusetts Institute of Technology, che ha pubblicato due lavori molto citati (vedi qui e qui) in cui esorta le autorità di regolamentazione a fare molto di più per tracciare gli eventi avversi nelle persone che ricevono i vaccini Covid.

L’urgenza di questo appello è resa evidente dai dati di molti Paesi occidentali che mostrano tassi di mortalità inaspettatamente elevati (vedi qui e qui), soprattutto tra i giovani, nonostante il calo dei decessi da Covid in ogni parte del mondo.

Nel suo commento alla revisione, McCullough afferma che sia il materiale genetico iniettato attraverso i vaccini che la proteina spike stessa permangono nell’organismo per mesi o anni, abbastanza a lungo da causare una sindrome autoimmune permanente.

In un ulteriore post sul blog, pubblicato questa settimana (21 marzo), McCullough avverte inoltre che molte volte, dopo le iniezioni di Covid mRNA, si è verificata un’insufficienza renale che ha richiesto il ricovero in ospedale o la dialisi. Questo effetto collaterale non è elencato in nessun modulo di consenso o foglietto illustrativo dei prodotti genetici, scrive. “Mi chiedo quanti pazienti abbiano avuto un’insufficienza renale, siano stati ricoverati in ospedale e/o siano morti dopo una vaccinazione con mRNA, senza che sia stato riconosciuto che la vaccinazione avrebbe potuto scatenare la catastrofe”.

Nonostante il suo illustre pedigree medico, McCullough – come il deputato ribelle Andrew Bridgen – è diventato una figura ferocemente criticata. Wikipedia, la fonte di informazione presumibilmente affidabile le cui voci sono ora spesso manipolate da chi ha interessi personali, lo descrive come promotore di disinformazione durante la pandemia di Covid sul virus, i suoi trattamenti e i vaccini.

Eppure, sia McCullough che Bridgen, che hanno studiato biologia, basano le loro argomentazioni su ricerche pubblicate, mentre i loro critici ricorrono spesso ad abusi ed emarginazione. È forse perché molti personaggi pubblici, e soprattutto professionisti del settore medico, non possono sopportare di contemplare i danni provocati dai vaccini Covid che hanno promosso con tanto vigore?

Neville Hodgkinson

 

Qui sotto potete scaricare il pdf dello studio:


Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente le opinioni del responsabile di questo blog. Sono ben accolti la discussione qualificata e il dibattito amichevole.


 

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