Del Card. Robert McElroy e Card. Joseph Tobin, ambedue portati al cardinalato da Papa Francesco, abbiamo parlato diffusamente in passato su questo blog. Ecco un’altra loro curiosa azione pastorale.
Di seguito segnalo all’attenzione e alla riflessione dei lettori di questo blog l’articolo scritto da Louis Knuffke e pubblicato su Lifesitenews. Visitate il sito e valutate liberamente le varie opzioni offerte e le eventuali richieste. Ecco l’articolo nella mia traduzione.
Due importanti cardinali americani pro-LGBT stanno cercando di bloccare una revisione formale delle direttive dei vescovi statunitensi agli ospedali e alle istituzioni sanitarie cattoliche che vieterebbero la mutilazione “transgender” del corpo umano e la castrazione chimica attraverso il blocco della pubertà e le somministrazioni di ormoni.
Durante le discussioni sull’incorporazione di un’istruzione emessa a marzo dal Comitato dottrinale della Conferenza episcopale – che proibisce i cosiddetti interventi chirurgici e i farmaci per la “transizione di genere” in quanto contrari all’ordine naturale insito nel corpo umano e voluto da Dio come Creatore – il cardinale Robert McElroy di San Diego ha chiesto una maggiore sensibilizzazione pastorale ai membri della comunità LGBT, sostenendo che l’istruzione non affronta “la questione esistenziale di coloro che soffrono di disforia”.
McElroy si è unito al cardinale Joseph Tobin di Newark nel chiedere che le consultazioni con le persone “transgender” facciano parte del processo di revisione delle direttive. Tobin ha criticato l’istruzione per la sua “consultazione limitata” con le persone che si identificano con i transgender, in un tentativo poco velato di bloccare una condanna dell’ideologia e delle pratiche adottate da queste persone.
Non sorprende che entrambi i cardinali abbiano un passato di prese di posizione a favore delle persone LGBT. McElroy ha apertamente e aggressivamente sostenuto la possibilità di dare la Santa Comunione a coloro che sono sessualmente attivi al di fuori del matrimonio, sia eterosessuali che omosessuali, una posizione che gli è valsa un pubblico rimprovero da parte dei colleghi vescovi, con il vescovo Thomas Paprocki che ha suggerito che avrebbe potuto scomunicarsi per aver aderito pubblicamente all’eresia. Lo stesso McElroy ha offerto una cosiddetta Messa LGBT con il suo vescovo ausiliare John Dolan nel 2017 a San Diego, che ha visto la partecipazione di una drag queen di fama nazionale, alla quale è stato permesso di parlare dal pulpito. Tobin ha anche sostenuto a lungo i gruppi LGBT nella sua diocesi.
Il documento che sarà incorporato nelle direttive dei vescovi agli ospedali e alle istituzioni sanitarie cattoliche, intitolato “Nota dottrinale sui limiti morali della manipolazione tecnologica del corpo umano”, è stato scritto dalla Commissione episcopale per la dottrina, presieduta dal vescovo Daniel Flores di Brownsville, Texas. Il testo è stato pubblicato il 20 marzo e, pur essendo rivolto in particolare alle istituzioni mediche cattoliche, espone i principi di un approccio cattolico alla questione della chirurgia e della medicina di genere in modo istruttivo per tutti i fedeli, soprattutto alla luce dei crescenti tentativi di imporre l’accettazione dell’ideologia transgender nelle scuole, nelle aziende, nelle legislature e persino nelle chiese.
I vescovi hanno condannato l’ideologia transgender come una versione moderna del dualismo che rifiuta il corpo umano come parte costitutiva della persona umana. I vescovi hanno affermato che tale ideologia, che sostiene che una persona può nascere in un “corpo sbagliato” e può “cambiare” il proprio corpo in quello del sesso opposto, non riesce a vedere l’unità intrinseca del corpo e dell’anima, così come l’ordine naturale del corpo maschile e femminile sessualmente distinto.
I vescovi hanno poi denunciato l’ampia pratica e la gamma di “interventi tecnici” proposti come “trattamenti” per la cosiddetta “disforia di genere” o “incongruenza di genere” che “comportano l’uso di tecniche chirurgiche o chimiche che mirano a scambiare le caratteristiche sessuali del corpo di un paziente con quelle del sesso opposto o con simulazioni delle stesse”, e che “nel caso dei bambini… è preparato [per] la somministrazione di bloccanti chimici della pubertà, che arrestano il corso naturale della pubertà e impediscono lo sviluppo di alcune caratteristiche sessuali in primo luogo”.
Senza mezzi termini, i vescovi hanno condannato tutte queste procedure transgender, dichiarando: “Questi interventi tecnologici non sono moralmente giustificati né come tentativi di riparare un difetto del corpo né come tentativi di sacrificare una parte del corpo per il bene dell’intero”.
In accordo con la condanna di tali procedure, i vescovi hanno dato istruzioni alle istituzioni e ai servizi sanitari cattolici di astenersi da qualsiasi intervento di transizione di genere, “sia esso chirurgico o chimico”, che hanno dichiarato danneggiare la persona umana.
Hanno scritto: “Tali interventi, quindi, non rispettano l’ordine fondamentale della persona umana come unità intrinseca di corpo e anima, con un corpo che è sessualmente differenziato. La corporeità è un aspetto fondamentale dell’esistenza umana, così come la differenziazione sessuale del corpo. I servizi sanitari cattolici non devono eseguire interventi, chirurgici o chimici, che mirino a trasformare le caratteristiche sessuali di un corpo umano in quelle del sesso opposto, né prendere parte allo sviluppo di tali procedure. Devono impiegare tutte le risorse appropriate per mitigare la sofferenza di coloro che lottano con l’incongruenza di genere, ma i mezzi utilizzati devono rispettare l’ordine fondamentale del corpo umano”.
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente le opinioni del responsabile di questo blog. Sono ben accolti la discussione qualificata e il dibattito amichevole.
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