È la parola responsabilità quella che assicura l’esito di una esperienza di corrispondenza al vero, al fascino del bello, alla commozione del buono, all”ineffabile felicità.
Lo stupore iniziale (degli apostoli) era un giudizio che diventava immediatamente un attaccamento: era un giudizio che era come una colla, un giudizio che incollava Pietro e i discepoli a Lui. Tutti i giorni che passavano aggiungevano ” mancate di colla” e non potevano più liberarsi.
“Ma voi non rispettate mai le leggi!”
Tutti i farisei si scandalizzano del loro maestro perché stava con quelli che non osservano le leggi!.
……
Non era un attaccamento sentimentale, un fenomeno emozionale; era un fenomeno di ragione, una manifestazione di quella ragione che ti ” attacca ” alla persona che hai davanti, in quanto è un giudizio di stima: guardandola, nasce una meraviglia di stima che ti fa attaccare a essa. ..“Se andiamo via da te, dove andiamo? Tu solo hai parole che spiegano la vita.”
…
La natura della decisione non è un atto energico di volontà…La decisione, dunque nasce come l’instaurarsi di una simpatia.
Gli apostoli andavano dietro a Gesù perché erano attaccati a Lui con un giudizio che li rendeva capaci di una decisione perfettamente razionale: perché la’ dove si genera un rapporto
che giunge fino ad una simpatia profonda, al rinnovarsi di un attaccamento nato da uno stupore imparagonabile, la razionalità è un avvenimento.
(Luigi Giussani, Generare tracce nella storia del mondo. Ed. Rizzoli pag. 95-96).
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