di Salvatore Scaglia
Ich bin ein jude (con espressione simile a quella di JFK a Berlino Ovest il 26 Giugno 1963)! Io sono un ebreo!
Il mio amico Luigi è un ebreo! La mia conoscente Gabriella è un’ebrea!
Luigi, infatti, deve chiedere alla porta di un bar se può entrare senza il Green Pass; ed è costretto a salire su un autobus rischiando di essere pesantemente sanzionato o di essere costretto a scendere.
Gabriella, onesta e capace, dal canto suo, è sospesa dal lavoro e dall’intero stipendio di Docente perché non vaccinata e dunque priva del Green Pass; mentre un indagato, per un reato anche grave, se dipendente pubblico viene sospeso dalla funzione e dalla retribuzione ottenendo, però, un assegno alimentare per la sua sopravvivenza.
Io sono un ebreo! Perché non posso più prendere un treno (come ho fatto per anni e fino a qualche mese fa), anche per impegni importanti, e non posso più nemmeno giocare a calcetto. E mi ritengo fortunato perché non ancora leso sul piano lavorativo in quanto libero professionista, Avvocato.
Io, Luigi, Gabriella e tanti altri siamo ebrei! Perché rifiutiamo di ricevere il c. d. vaccino, in realtà farmaco ad mRNA, sperimentale fino al Dicembre 2023 (I step) e Luglio 2024 (II step), e ancorché sani – ci siamo nel tempo sottoposti a diversi tamponi, risultando sempre negativi al Covid 19 – patiamo restrizioni vieppiù stringenti, nel silenzio di troppi.
Del Presidente della Repubblica, convinto di lasciare un paese unito, come dei sindacati; dei Vescovi come di tanti concittadini, anche se ormai, data la manifesta divisione dell’Italia in due grandi fasce – quella dei vaccinati, cittadini di serie A, e quella dei non vaccinati, cittadini di serie B -, l’uso del termine “concittadini” risulta davvero forzato.
Siffatta scissione, peraltro, è innegabile, se è vero com’è vero che persino il Presidente del Consiglio Draghi ha auspicato che i non vaccinati “possano tornare a essere parte della società” (sic nella conferenza stampa del 25 Novembre 2021). Dunque, ad oggi, dichiaratamente i non vaccinati non fanno parte della società. Sono, appunto, nuovi ebrei.
Ora, sul Covid 19 e sui c. d. vaccini si potrebbero e dovrebbero dire parecchie cose, tante sono le incongruenze, le contraddizioni e le panzane che via via, e non certo da ora, stanno emergendo. Basti, però, in questa sede, sottolineare come in Svezia la c. d. pandemia sia stata affrontata senza il c. d. lockdown e senza coartare al vaccino; e come in Spagna abbiano recentemente ritenuto di cessare il tracciamento, considerando il Covid alla stregua dell’influenza (qui). In ogni caso nessuna discriminazione è stata fatta tra cittadini dello stesso Stato.
Sarà che, forse, nel nostro paese il Covid è particolarmente cattivo e che, forse, in futuro sarà studiata una sua versione italica.
Ironia a parte, a me, nuovo ebreo, è toccato di sentirmi addebitare: “tu dividi!”; quantunque il paese sia già, patentemente, diviso e non certo dal sottoscritto.
Io divido, ma è stato detto a me (e non alla persona dell’addebito) da un amico “non mi toccare!” allorchè, sotto il sole agostano, mi sono avvicinato, per la via, per salutarlo calorosamente. Io divido, ma è stato detto a me (e non alla persona dell’addebito) da una parente, e in modo ossessivo, che dovrei vaccinarmi per proteggere gli altri, quando è sin troppo noto che i vaccinati non proteggono nessuno. Io divido, ma è stato detto a me (e non alla persona dell’addebito) da un soggetto a me caro che, sempre in piena estate e all’aperto, non sarei stato gradito dal consorte senza la mascherina.
Queste mie esperienze purtroppo sono comuni a tanti altri, emarginati e stigmatizzati da parenti ed amici. Ma, come altri, a detta della persona dell’addebito, io divido.
Certo, la verità divide, inimica a cominciare dalla propria casa (cf. Matteo 10, 34-36).
Ma quei comportamenti, e i silenzi, anche della persona dell’addebito, cosa fanno? Uniscono il paese, illuminano gli altri col senso della giustizia, esprimono solidarietà?
L’ebreo deve subire e, circondato dal silenzio, tacere. Oggi come ieri.
Iniziò, infatti, proprio così la tetra stagione delle persecuzioni razziali in Italia. Con negozi ariani, in cui gli ebrei non potevano entrare. Come Luigi, che oggi deve chiedere sulla soglia se può essere ammesso nel bar per un caffè. Con gli ebrei privati del lavoro. Come Gabriella, oggi sospesa, e senza stipendio, dalla scuola pubblica. Con il Manifesto della Razza, scritto da eminenti docenti universitari. Nel silenzio di molti, di troppi, a fronte dei pochissimi disposti a lasciare le Università pur di non obbedire a diktat infami.
Quello che a buon Diritto si può chiamare Green Fasc è dagli stessi televirologi allineati alla narrativa ufficiale – da Crisanti a Pregliasco – considerato da tempo una misura non di sanità pubblica. È, piuttosto, un provvedimento inefficace rispetto al virus, iniquo ed economicamente dannoso per numerose categorie economiche.
Tra qualche ora, il 27 Gennaio, ricorrerà il Giorno della Memoria.
Ich bin ein jude! Io, Luigi, Gabriella, siamo ebrei!
Gli altri, a meno che manifestino fattiva vicinanza e realizzino un’operosa opposizione all’attuale sistema giuridico-sociale indegno di un paese civile, per favore, ci risparmino la retorica delle celebrazioni, da quelle istituzionali a quelle delle scolaresche.
Perché oggi, come ieri, la retorica nutre solo la propaganda e sostiene lo status quo.
l’invidia freudiana della circoncisione
non sei ebreo
sei siciliano: fattene una ragione
Chi non sa contrastare il poema (perchè non ha argomenti) contrasta il poeta.
La “ragione” la uso per capire e segnalare – specie in tempi di sonno diffuso – quando la storia si ripete.
La usi pure lei.
Se lei ne è capace contesti nel merito le argomentazioni del pezzo, ma da come si pone ne dubito lo faccia, la spumeggiante nebbia della sua squallida spocchia infatti le impedisce di vedere la realtà.
Grazie avvocato Scaglia sempre lucide le sue analisi e puntuali e oggettivi i riferimenti e le fonti.
Grazie, caro Avvocato.
Purtroppo anche altri, specie con le parole, mi danno la conferma che ai nuovi ariani non interessa nulla dei nuovi ebrei. Per quanto sia triste dirlo, è dunque oggettivamente ancor più fondato questo pezzo.
Spero che un giorno vi sia la Memoria, non retorica, ma realmente utile, dell’attuale, buia, Italia.
Ottima analisi.
Grazie Avvocato Scaglia
Grazie a te per l’apprezzamento, Claudia.