Dopo i riti effettuati alla presenza di shamani e del papa avvenuti nei giardini vaticani lo scorso 4 ottobre, la processione nella basilica di San Pietro con la figura femminile della dea Pachamama, presente il papa, e la deposizione della statuetta ai piedi di un altare nella chiesa di Santa Maria Traspontina a Roma, il vescovo Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di Astana, Kazakistan, ha emesso la dichiarazione di condanna di questi atti.
La dichiarazione è stata pubblicata su Lifesitenews e ve la propongo nella mia traduzione.
1) “Non avrai altro Dio all’infuori di Me”, dice il Signore Dio, come primo dei comandamenti (Es 20,3). Consegnato originariamente a Mosè e al popolo ebraico, questo comando rimane valido per tutti gli uomini e per tutti i tempi, come Dio ci dice: “Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai.” (Es 20,4-5). Nostro Signore Gesù Cristo ha osservato perfettamente questo comandamento. Quando gli furono offerti i regni del mondo se solo si fosse inchinato davanti al diavolo, Gesù rispose: “Vattene, Satana, perché è scritto: “Adorerai il Signore tuo Dio e lui solo tu servirai””. (Mt 4:10; Dt 6:13-14). L’esempio di Cristo è dunque della massima importanza per tutti coloro che desiderano “il vero Dio e la vita eterna”, come ci esorta l’apostolo Giovanni: “Figlioli, guardatevi dagli idoli” (1 Gv 5, 20-21).
Ai nostri giorni, questo messaggio ha un’importanza particolare, perché il sincretismo e il paganesimo sono come veleni che entrano nelle vene del Corpo Mistico di Cristo, la Chiesa. Come successore degli Apostoli, cui è stata affidata la cura del gregge di Dio, non posso tacere di fronte alla palese violazione della santa volontà di Dio e alle disastrose conseguenze che essa avrà sulle singole anime, sulla Chiesa nel suo insieme e su tutto il genere umano. E’ quindi con grande amore per le anime dei miei fratelli e sorelle che scrivo questo messaggio.
2) Il 4 ottobre 2019, alla vigilia del Sinodo amazzonico, si è tenuta una cerimonia religiosa nei giardini vaticani, alla presenza di Papa Francesco e di diversi vescovi e cardinali, in parte guidata da sciamani e in cui sono stati utilizzati oggetti simbolici, cioè una scultura in legno di una donna incinta senza vestiti. Queste rappresentazioni sono note e appartengono a riti indigeni delle tribù amazzoniche, in particolare al culto della cosiddetta Madre Terra, la Pachamama, e nei giorni successivi le figure femminili nude in legno sono state venerate anche nella Basilica di San Pietro davanti alla Tomba di San Pietro. Papa Francesco ha accolto anche due vescovi che avevano portato sulle spalle l’oggetto Pachamama, trasportandolo nell’Aula del Sinodo, dove è stato collocato in un posto d’onore. Le statue della Pachamama sono state esposte anche nella chiesa di Santa Maria in Traspontina.
In risposta alle proteste dei fedeli cattolici riguardo a questi riti e all’uso di queste statue, i portavoce vaticani e i membri dei comitati del Sinodo amazzonico hanno minimizzato o negato l’evidente carattere sincretistico religioso delle statue, ma le loro risposte sono state evasive e contraddittorie, sono state atti di acrobazie intellettuali e negazioni di prove evidenti.
La società americana di media visivi “Getty Images” ha realizzato una fotografia ufficiale per la stampa di questo rituale con questa descrizione: “Papa Francesco e il cardinale Cláudio Hummes, arcivescovo emerito di San Paolo, presidente del Pan-Amazonian Ecclesial Network (REPAM), si trovano di fronte a una statua che rappresenta Pachamama (Madre Terra)”. Il Rev. Paulo Suess, partecipante al Sinodo dell’Amazzonia, non ha lasciato dubbi sul carattere pagano delle cerimonie con le immagini in legno dei Giardini Vaticani e ha osato persino accogliere i riti pagani, dicendo: “Anche se questo fosse un rito pagano, è comunque un culto pagano di Dio. Non si può liquidare il paganesimo come [fosse] nulla” (17 ottobre, intervista a Vatican News). In un comunicato ufficiale, il 21 ottobre, la Rete ecclesiale pan-amazzonica (REPAM) ha condannato l’atto eroico dei signori che avevano gettato le immagini di legno nel Tevere come atto di “intolleranza religiosa”. In questo modo hanno smascherato le menzogne e i trucchi con cui hanno negato il carattere religioso delle venerate immagini in legno. I volontari della chiesa carmelitana di Santa Maria in Traspontina, dove erano esposte le statue lignee, hanno confermato questa affermazione, dicendo: “La madre [scolpita] che abbiamo portato dal Brasile ….. che era in processione, beh, l’abbiamo portata dal Brasile. È stata fatta da un’artista indigena, e le abbiamo chiesto un’opera d’arte che simboleggiasse tutto quel legame della Madre Terra, delle donne, l’aspetto femminile di Dio, che Dio è colui che protegge e nutre la vita”, ha detto, definendola sia un simbolo della “Madre Terra” che della “Pachamama”.
Fonti oggettive notano che la Pachamama è un oggetto di venerazione, una dea alla quale alcuni boliviani sacrificano i lama, una divinità della terra adorata da alcuni peruviani, radicata nelle credenze e pratiche pagane degli Inca.

3) I cattolici non possono accettare alcun culto pagano, né alcun sincretismo tra le credenze e le pratiche pagane e quelle della Chiesa cattolica. Gli atti di culto di accendere una luce, di inchinarsi, di prostrarsi o di inchinarsi profondamente a terra e di danzare davanti a una statua femminile non vestita, che non rappresenta né la Madonna né una santa canonizzata della Chiesa, violano i primi Comandamenti di Dio: “Non avrai altro dio all’infuori di Me” e l’esplicita proibizione di Dio, che comanda: “ed anche affinché, alzando gli occhi al cielo e vedendo il sole, la luna, le stelle, tutto l’esercito celeste, tu non sia tratto a prostrarti davanti a quelle cose e ad offrir loro un culto. Quelle cose sono il retaggio che l’Eterno, l’Iddio tuo, ha assegnato a tutti i popoli che sono sotto tutti i cieli” (Dt 4,19), e: “Non vi farete idoli, non vi eleverete immagini scolpite né statue, e non collocherete nel vostro paese alcuna pietra ornata di figure per prostrarvi davanti ad essa; poiché io sono l’Eterno, l’Iddio vostro.” (Lev 26,1).
Gli Apostoli proibirono anche le più piccole allusioni o ambiguità riguardo agli atti di venerazione degli idoli: “E che accordo c’è tra il tempio di Dio e gli idoli? (2 Cor, 6:15-16), e “Fuggi dall’idolatria. Le cose che i pagani sacrificano, le sacrificano ai diavoli, e non a Dio: e io non voglio che voi abbiate comunione con i diavoli. Non potete bere il calice del Signore e il calice dei diavoli; non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei diavoli. Provochiamo la gelosia del Signore? Siamo più forti di lui? (1 Cor 10:16, 21-22).
San Paolo, senza dubbio, direbbe a tutti coloro che hanno partecipato attivamente agli atti di venerazione delle statue di Pachamama, che simboleggiano cose materiali o creaturali, queste parole: “ora invece, avendo conosciuto Dio, anzi essendo piuttosto stati conosciuti da Dio, come mai vi rivolgete di nuovo ai deboli e poveri elementi, ai quali desiderate di essere di nuovo asserviti?” (Gal 4,9). I pagani, infatti, adoravano gli elementi come se fossero esseri viventi. E osservando gli atti religiosi sincretisti o almeno molto ambigui nel Giardino Vaticano, nella Basilica di San Pietro e nella chiesa di Santa Maria in Traspontina, direbbe San Paolo: “Essi che hanno cambiato la verità di Dio in menzogna e hanno adorato e servito la creatura, al posto del Creatore, che è benedetto in eterno. Amen.” (Rm 1,25). (ho riportato tutto il versetto, ndr)
Tutti i veri cattolici, che hanno ancora lo spirito degli Apostoli e dei martiri cristiani, dovrebbero piangere e dire delle cerimonie pagane che si sono svolte nella Città Eterna di Roma, parafrasando le parole del Salmo 79,1: “O Dio, i pagani sono entrati nella tua eredità; la tua santa città di Roma li ha contaminati; hanno messo Roma in rovina”.
4) La tradizione ininterrotta della Chiesa ha evitato ogni minima ambiguità o collaborazione con atti idolatri. Le spiegazioni fornite dai portavoce vaticani e da persone legate al Sinodo amazzonico, per giustificare la venerazione religiosa della figura lignea di una donna nuda incinta, erano molto simili alle argomentazioni date dai pagani ai tempi dei Padri della Chiesa, come riportato da Sant’Atanasio. Sant’Atanasio confutò gli pseudo-argomenti dei pagani, e le sue confutazioni si applicano pienamente alle giustificazioni date dalle autorità vaticane. Diceva Sant’Atanasio: “Essi si vantano di adorare e servire, non semplici bestie e pietre e forme di uomini e uccelli irrazionali e animali striscianti e bestie, ma il sole e la luna e tutto l’universo celeste, e la terra, divinizzando così la creazione” (Contra Gentili, 21, 1-3) e: “Essi uniranno tutte le cose insieme, come costituendo un unico corpo, e diranno che il tutto è Dio” (Contra Gentili, 28, 2). “Al posto del reale e vero Dio hanno divinizzato cose che non lo erano, servendo la creatura piuttosto che il Creatore (cfr. Rm 1,25), coinvolgendo così se stessi nella follia e nell’empietà” (Contra Gentili, 47,2).
L’apologeta Atenagora del II secolo, disse della venerazione degli elementi materiali da parte dei pagani: “Divinizzano gli elementi e le loro varie parti, applicando loro nomi diversi in tempi diversi. Dicono che Kronos è il tempo, e Rea la terra, e che diventa incinta per mezzo di Kronos, e dà la vita, per questo è considerata la madre di tutti. Non essendo in grado di scoprire la grandezza di Dio, e non potendo elevarsi con la loro ragione (perché non hanno affinità con il luogo celeste), essi si struggono per le forme della materia, e radicati sulla terra, divinizzano i cambiamenti degli elementi” (Apol. 22).
Le seguenti parole del Secondo Concilio di Nicea sono pienamente applicabili a tutti gli ecclesiastici, che hanno sostenuto gli atti religiosi sincretistici sopra menzionati a Roma: “Molti pastori hanno distrutto la mia vite, hanno contaminato la mia porzione. Poiché hanno seguito gli uomini empi e confidando nelle loro stesse frenesie essi hanno calunniato la santa Chiesa, che Cristo nostro Dio ha sposato a se stesso, e non sono riusciti a distinguere il santo dal profano, affermando che le icone del nostro Signore e dei suoi santi non erano diverse dalle immagini lignee di idoli satanici”.
Come stabilito dal Secondo Concilio di Nicea, la Chiesa permette la venerazione con gesti esterni di culto come l’inchino, il bacio e la benedizione, non altri simboli, quadri o statue, che “le icone del nostro Signore Dio e Salvatore Gesù Cristo, quella della Madonna Theotokos, quelle degli angeli venerabili e quelle di tutto il santo popolo. Ogni volta che queste rappresentazioni saranno contemplate, faranno sì che coloro che le guardano ricordino e amino il loro prototipo”.
5) I credenti nell’Unico Vero Dio hanno sempre lavorato per eliminare l’adorazione dei falsi dei e per rimuovere le loro immagini dal popolo santo di Dio. Quando gli Ebrei si inchinarono davanti alla statua del Vitello d’Oro – incoraggiati e sostenuti dall’alto clero – Dio condannò tali atti. Anche il suo servitore Mosè condannò questi atti di “accoglienza e tolleranza” verso le divinità indigene locali di quei tempi e fece polverizzare la statua per spargerla sull’acqua (vedere Es 32:20). Allo stesso modo, i leviti furono lodati per aver fermato tutti coloro che adoravano il vitello d’oro (Es 32:20,29). Nel corso dei secoli, i veri cattolici hanno anche lavorato per rovesciare le “potenze di questa tenebra presente” (Ef 6,12), e la venerazione delle immagini che le rappresentano.
Tra la costernazione e lo shock per l’abominio perpetrato dagli atti religiosi sincretistici in Vaticano, tutta la Chiesa e il mondo intero ha assistito ad un atto meritorio, coraggioso e lodevole di alcuni coraggiosi signori cristiani, che il 21 ottobre hanno espulso le statue lignee idolatriche dalla Chiesa di Santa Maria in Traspontina a Roma, e le hanno gettate nel Tevere. Come nuovi “Maccabei” hanno agito nello spirito della santa ira di Nostro Signore, che ha espulso con una frusta i mercanti dal tempio di Gerusalemme. I gesti di questi uomini cristiani saranno registrati negli annali della storia della Chiesa come un atto eroico che ha portato gloria al nome cristiano, mentre gli atti degli ecclesiastici di alto rango, al contrario, che hanno contaminato il nome cristiano a Roma, passeranno alla storia come atti vili e traditori di ambiguità e sincretismo.
Papa San Gregorio Magno, in una lettera a Sant’Etelberto, il primo re cristiano d’Inghilterra, lo esorta a distruggere le immagini idolatriche: “Sopprimi il culto degli idoli; rovescia i loro edifici e santuari” (Beda, Storia ecclesiastica, Libro I).
San Bonifacio, l’apostolo della Germania, abbattè per mano propria una quercia dedicata all’idolo Thor o Donar, che non era solo un simbolo religioso, ma anche della protezione dei soldati, della vegetazione e persino della fertilità della cultura indigena delle tribù germaniche.
San Vladimiro, il primo principe cristiano di Kiev, fece erigere, abbattere e demolire gli idoli di legno che lui aveva costruito, abbattendoli e facendoli a pezzi. La statua di legno del dio pagano principale, Perun, la gettò nel fiume Dnieper. Questo atto di San Vladimir ricorda molto l’atto eroico di quei signori cristiani che il 21 ottobre 2019 gettarono nel Tevere le statue di legno della cultura indigena pagana delle tribù amazzoniche.
Se le azioni di Mosè, di Nostro Signore Gesù Cristo nel cacciare violentemente i mercanti dal Tempio, di San Bonifacio e di San Vladimir avessero avuto luogo ai nostri tempi, i portavoce vaticani li avrebbero sicuramente condannati come atti di intolleranza religiosa e culturale e furto.
6) La frase del documento di Abu Dhabi, che recita: “Il pluralismo e la diversità delle religioni, colore, sesso, razza e lingua sono voluti da Dio nella sua saggezza” trova la sua realizzazione pratica nelle cerimonie vaticane di venerazione delle statue di legno, che rappresentano divinità pagane o simboli culturali indigeni di fertilità. È stata la logica conseguenza pratica della dichiarazione di Abu Dhabi.

7) In considerazione delle esigenze dell’autentico culto e adorazione dell’Unico Vero Dio, della Santissima Trinità, e di Cristo nostro Salvatore, in virtù della mia ordinazione come vescovo cattolico e successore degli Apostoli, e in vera fedeltà e amore per il Romano Pontefice, il Successore di Pietro, e per il suo compito di presiedere la “Cattedra della verità” (cathedra veritatis), condanno la venerazione del simbolo pagano di Pachamama nel Giardino Vaticano, in San Pietro, e nella chiesa romana di Santa Maria in Traspontina.
Sarebbe bene che tutti i veri cattolici, prima di tutto vescovi e poi anche sacerdoti e fedeli laici, formino una catena mondiale di preghiere e di atti di riparazione per l’abominio della venerazione degli idoli di legno perpetrata a Roma durante il Sinodo amazzonico. Di fronte a uno scandalo così evidente, è impossibile che un vescovo cattolico rimanga in silenzio, sarebbe indegno di un successore degli apostoli. Il primo nella Chiesa che dovrebbe condannare tali atti e riparare è Papa Francesco.
La reazione onesta e cristiana alla danza intorno alla Pachamama, il nuovo Vitello d’Oro, in Vaticano dovrebbe consistere in una protesta dignitosa, in una correzione di questo errore e soprattutto in atti di riparazione.
Con le lacrime agli occhi e con sincero dolore nel cuore, si dovrebbero offrire a Dio preghiere di intercessione e riparazione per l’eterna salvezza dell’anima di Papa Francesco, Vicario di Cristo sulla terra, e la salvezza di quei sacerdoti e fedeli cattolici che hanno compiuto tali atti di culto, che sono proibiti dalla Divina Rivelazione. Si potrebbe proporre a questo scopo la seguente preghiera:
“Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, ricevi per le mani dell’Immacolata Madre di Dio e di Maria Vergine dal nostro cuore contrito un sincero atto di riparazione per gli atti di culto di idoli e simboli in legno, che si sono verificati a Roma, la Città Eterna e il cuore del mondo cattolico, durante il Sinodo per l’Amazzonia. Versa nel cuore del Santo Padre nostro Papa Francesco, dei Cardinali, dei Vescovi, dei sacerdoti e dei fedeli laici, il Tuo Spirito, che espellerà le tenebre delle menti, affinché riconoscano l’empietà di tali atti, che hanno offeso la vostra divina maestà e Ti offrono atti pubblici e privati di riparazione.
Instilla in tutti i membri della Chiesa la luce della pienezza e della bellezza della fede cattolica. Accendi in essi lo zelo ardente di portare la salvezza di Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, a tutti gli uomini, specialmente ai popoli della regione amazzonica, che sono ancora schiavizzati al servizio delle cose materiali deboli e deperibili, in quanto simboli e idoli sordi e muti della “madre terra”, a tutti i popoli e specialmente ai popoli delle tribù amazzoniche, che non hanno la libertà dei figli di Dio, e che non hanno l’indicibile felicità di conoscere Gesù Cristo e di avere in Lui parte nella vita della vostra natura divina.
Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, tu, unico vero Dio, oltre al quale non c’è nessun altro dio e nessuna salvezza, abbi pietà della tua Chiesa. Guarda soprattutto le lacrime e i contriti e umili sospiri dei piccoli nella Chiesa, guarda le lacrime e le preghiere dei bambini, degli adolescenti, dei giovani uomini e delle giovani donne, dei padri e delle madri di famiglia e anche dei veri eroi cristiani, che nel loro zelo per la tua gloria e nel loro amore per la Madre Chiesa hanno gettato nell’acqua i simboli dell’abominio che l’hanno contaminata. Abbi misericordia di noi: risparmiaci, o Signore, parce Domine, parce Domine! Abbi pietà di noi: Kyrie eleison!”.
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