Si accentuano i toni del contrasto tra la Chiesa tedesca e il Vaticano. Ora si accusa papa Francesco personalmente di violenza psicologica nei confronti delle persone omosessuali. Metto a disposizione del lettore la mia traduzione di un articolo comparso sul portale dei vescovi tedeschi
https://www.katholisch.de/artikel/34231-paepstliches-gaslighting-franziskus-und-die-homosexuellen. Il testo è da leggersi come testimonianza dell’atmosfera in questo momento regnante in Germania e illumina il modo con il quale si è recepito il mito del “tutto uguale” rispetto alle relazioni etero e omosessuali. Una posizione che insiste nell’ignorare il fatto che anche sotto mero profilo logico una relazione tra uguali (omo) non può essere uguale a una relazione tra differenti (etero). Al fine di poter mantenere il mito del “tutto uguale” si ignora o nega il significato della differenza sessuale sul piano psicofisico e sul piano relazionale, oltre che per quanto riguarda il suo ruolo come elemento costitutivo della coppia sponsale. In altra occasione su questo blog
https://www.sabinopaciolla.com/la-chiesa-cattolica-tedesca-nella-trappola-di-foucault/ è già stata denunciata la tendenza nella Chiesa tedesca a considerare la figura dell’uomo e della donna come meri costrutti sociali, quindi non più come entità ontologiche o persone create. Per contro, è diventato tipico nelle pubblicazioni del portale dei vescovi tedeschi, specie in tema di omosessualità, supplire alla mancanza di argomentazioni con pressioni moralistiche. Appunto, in conclusione si rimprovera il papa per non aver aiutato il gay ferito, contrapponendogli Gesù ove questi in Mc 10, 46-52 chiede al cieco «Che cosa vuoi che io faccia per te?». La risposta è: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». Ma questa risposta non c’è nell’articolo del portale dei vescovi tedeschi.


Qui di seguito la traduzione dell’articolo di Felix Neumann, redattore di katholisch.de e membro del consiglio di amministrazione della Società dei pubblicisti cattolici (GKP).

Michael Galster

 

Papa Francesco Vincenzo Pinto/AFP via Getty Images
Papa Francesco Vincenzo Pinto/AFP via Getty Images

 

“Gaslighting” è il nome dato alla forma di violenza psicologica con la quale gli autori mettono in dubbio la percezione della realtà delle loro vittime, minando così il loro senso della realtà e la fiducia in sé stessi. È possibile valutare ciò che Papa Francesco scrive nella sua lettera all’organizzazione cattolica statunitense “Outreach” sull’atteggiamento della Chiesa nei confronti delle persone di orientamento non eterosessuale in modo diverso dal gaslighting? “Cosa direbbe Lei a un cattolico LGBT che viene rifiutato dalla Chiesa?”, è stato chiesto al Papa. La sua risposta: “Vorrei che queste persone lo riconoscessero non come ‘rifiuto da parte della Chiesa’, ma da parte di ‘persone nella Chiesa’”. La Chiesa sarebbe una madre che chiama a raccolta tutti i suoi figli, così come nella parabola sono invitati al banchetto i giusti e i peccatori, i ricchi e i poveri, sostiene Francesco, usando le parole di Gesù.

Il Papa dice in pratica alle persone LGBTQ che la discriminazione da parte della Chiesa e il dolore che esse percepiscono non esistono nemmeno. Questo è lo stesso Papa che ha approvato la risposta negativa data dalla Congregazione per la Dottrina della Fede alla domanda sulla liceità delle benedizioni per le coppie dello stesso sesso. La risposta sottolinea l’insegnamento della Chiesa secondo cui gli atti omosessuali sono da considerare a livello biblico “gravi aberrazioni” e “intrinsecamente disordinate”: “Non nascono da un vero bisogno di complementarietà affettiva e sessuale. Non sono in alcun modo da approvare”, si legge nel Catechismo.

Lo dice “la Chiesa”, non “le persone nella Chiesa”, e lo dice, rivolta agli amanti dello stesso sesso, a livello di magistero. Il Papa nega o non prende atto del fatto che questo insegnamento della Chiesa, per quanto spesso la Congregazione per la Dottrina della Fede sottolinei che ciò non costituisca una “ingiusta discriminazione”, è di per sé offensivo. Il messaggio è che quello che si prova non è vero amore ma un’aberrazione. Invece di provare empatia, invece di ascoltare coloro che sono feriti e discriminati, ribadisce chi ha il potere: È il Papa a stabilire chi è discriminato, chi è ferito – questo è gaslighting, al posto di una risposta alla domanda secondo Gesù: Che cosa vuoi che io faccia per te?

 

NdR: Come scritto di sopra, la risposta si può leggere in Mc 10, 46-52: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». Ma l’opinionista del portale dei vescovi tedeschi ommette a citarla.

 


 

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