Rilancio un articolo, nella mia traduzione, scritto da Thomas L. Knapp e pubblicato su antiwar

 

esplosione nucleare, guerra nucleare, armi nucleari

 

Aprire un articolo con statistiche e date potrebbe non essere il modo migliore per attirare la vostra attenzione, ma queste tre statistiche e un’unica data sono importanti, quindi prendete nota:

L’età mediana negli Stati Uniti è di 38,5 anni.

L’età mediana in Russia è di 39,8 anni.

L’età mediana nel mondo è di 31 anni.

La guerra fredda è terminata, più o meno, con la dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1991, 31 anni fa.

Per dirla in un altro modo, metà dell’umanità e quasi la metà degli americani e dei russi in generale non ricorda i giorni della “distruzione reciproca assicurata”.

In parole povere, la MAD (Mutual Assured Destruction. trodotto in Distruzione Mutua Assicurata, ma le iniziali, cioè MAD, formano anche il nome di “pazzia”, ndr) era una situazione in cui almeno due potenze mondiali (gli Stati Uniti e l’URSS) possedevano un numero sufficiente di armi nucleari, in un numero sufficiente di posizioni, per garantire che se una delle due avesse deciso di attaccare l’altra, entrambi i Paesi (e probabilmente il mondo) sarebbero stati ridotti a deserti radioattivi senza vita.

Quelli di noi che sono diventati adulti prima del 1991 sono cresciuti con la costante consapevolezza del nostro potenziale annientamento con un preavviso di pochi minuti.

Non era una bella sensazione.

D’altra parte, credo che abbia funzionato. Siamo ancora qui, comunque.

Ultimamente si parla molto della possibilità di una guerra nucleare “limitata” con armi “tattiche”. Questo discorso si basa sulla congettura che Vladimir Putin possa ricorrere a un attacco nucleare in Ucraina. Se queste speculazioni siano davvero giustificate è una domanda interessante alla quale non posso rispondere, dal momento che non lavoro al Cremlino.

Ciò che è molto più pericoloso di queste ipotesi è l’ulteriore speculazione su quale sarebbe la risposta delle altre potenze nucleari se la guerra in Ucraina dovesse “diventare nucleare”, anche in minima parte.

Il problema delle armi nucleari è che il genio è fuori dalla bottiglia. Esistono dal 1945 e sono state usate due volte (Hiroshima e Nagasaki). Non verranno mai più inventate, né è probabile che i regimi che le possiedono vi rinuncino (dovremmo lavorare per questo, ma non scommettiamo che ciò accada).

Stando così le cose, l’idea che forse potremmo convivere con l’uso di armi nucleari qua e là, in casi molto speciali, da parte di regimi molto speciali, e limitarci ad ammassare altre sanzioni o a lanciare uno o due missili da crociera non nucleari contro lo Stato canaglia per esprimere il nostro disappunto, è una follia… che è l’opposto della MADness (Pazzia, ndr).

Il modo – l’UNICO modo – per superare questa crisi o qualsiasi altra senza far saltare il tappo dell’Armageddon è che tutti i responsabili delle decisioni dei regimi del mondo sappiano, nelle loro viscere, senza ombra di dubbio, che se useranno le armi nucleari, le armi nucleari saranno usate su di loro.

Anche questo potrebbe non funzionare, ma è l’unica cosa che abbia mai funzionato.

Se un regime si dota di armi nucleari, anche in minima parte, e la fa franca, ogni altra potenza nucleare sulla terra si riterrà libera di fare lo stesso, e prima o poi eserciterà questa opzione.

Non deve esserci una terza volta.

 

Thomas L. Knapp è direttore e analista senior di notizie presso il William Lloyd Garrison Center for Libertarian Advocacy Journalism.

 


 

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