Di seguito riporto alcuni stralci di una intervista che il futuro Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede,  Vìctor Manuel Fernàndez, ha concesso a Iacopo Scaramuzzi di Repubblica.

 

Papa Francesco e Vìctor Manuel Fernàndez
Papa Francesco e Vìctor Manuel Fernàndez

 

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Come reagisce quando la dipingono come “progressista”? Lei come si presenterebbe?

Sia il Papa che io non ci sentiamo rappresentati dalla parola “progressisti” perché tende ad avere una sfumatura di superficialità, di ricerca ossessiva del cambiamento, di disprezzo per la ricchezza che la storia ci lascia, di passione per le novità come se il nuovo fosse sempre migliore del vecchio. Tra Hitler e san Francesco io preferisco san Francesco sebbene sia del Medioevo. Ad ogni modo, quello che mi interessa è che la teologia sia significativa, che parli all’uomo di oggi, che possa essere compresa e assunta come luce per la propria esistenza. E questo implica essere capaci di approfondirla in dialogo con ciò che accade alle persone oggi, ma anche la flessibilità di trovare linguaggi che esprimano meglio la verità in questo specifico contesto.

 

Su Facebook ha scritto di essere consapevole che avrà “molti contro: ci sono persone che preferiscono un modo di pensare più rigido, strutturato, in guerra con il mondo”: chi sono? Dove sono? Come li affronterà?

Guardi, amo la varietà, la ricchezza, i contributi che arrivano da ogni parte. Ad esempio, io non celebro la messa nella sua forma tradizionale, penso che la maggior parte delle persone oggi non ne sia attratta, ma mi piace vederla e non mi dà fastidio che a qualcuno piaccia. Inoltre, nella mia arcidiocesi ho creato una parrocchia personale affinché i tradizionalisti avessero un parroco che si prendesse cura di loro. Però non accetto che mi condannino perché celebro la messa in spagnolo. Il problema sono le persone che vogliono imporre un modo unico di fare teologia, un modo unico di esprimere il pensiero cristiano, uno stile unico, e non accettano accenti o preoccupazioni diverse. Ovviamente chi è così non potrà tollerarmi ed è possibile che qualcuno tenti di farmi del male con qualsiasi mezzo. Ma ogni giorno io ripeto molte volte al giorno questa preghiera: “Proteggimi, Signore, in te mi rifugio. Confido in te, non rimarrò deluso”. Vorrei pronunciare queste parole per proteggermi dai furiosi anti-cattolici, e mi dispiace doverle dire per proteggermi dai miei propri fratelli nella fede.

 

Crede che in futuro si potrà rivedere il “responsum” dell’allora congregazione per la Dottrina della fede che ha vietato la possibilità di benedire (non: unire in matrimonio) le coppie di fedeli omosessuali?

Credo che rimanga sempre aperta la possibilità di precisarlo, arricchirlo, migliorarlo, e magari lasciarlo illuminare meglio dagli insegnamenti di Francesco.

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Condivide la critica di chi, ad esempio in Germania, considera la morale sessuale cattolica un insieme di “no” lontano dalla realtà?

C’è sempre il rischio di trasformare la morale in mere probizioni e questo certamente non la renderà attraente o convincente. E’ sempre meglio mostrare prima la bellezza della proposta, l’obiettivo, l’ideale da realizzare, il banchetto che Dio ci serve.

 

Crede che in futuro si potrà ripensare il ruolo della donna nella Chiesa, e come? Con quali forme?

Certamente. Non ci servirà per questo concentrare la discussione sull’accesso delle donne all’ordine sacro. Sarebbe un impoverimento della proposta. Si tratta di approfondire e spiegare molto meglio il posto specifico delle donne, il loro contributo più proprio. Ma è vero che se questa riflessione non ha conseguenze pratiche, se non si pone la questione del potere nella Chiesa, se non è capace di concedere alle donne spazi dove possa incidere maggiormente, questa riflessione sarà sempre insoddisfacente.

 


Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente le opinioni del responsabile di questo blog. I contributi pubblicati su questo blog hanno il solo scopo di alimentare un civile e amichevole confronto volto ad approfondire la realtà.


 

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