Giorni prima della grande festa del Corpus Domini (9 giugno) mi imbatto in un articolo di un giornale, La Gazzetta del Mezzogiorno, che attira la mia attenzione: “Eucarestia, dono d’amore”! Mi chiedo stupita, come mai un giornale riporti un articolo con contenuti così alti ma soprattutto, di questi tempi, affronti un tema religioso. Leggo il nome dell’autore di quelle righe e scopro che si tratta di un sacerdote della mia diocesi (Brindisi-Ostuni), don Antonio Mitrugno, professore di teologia morale e rettore della chiesa di San Giuseppe, in Brindisi. Leggo e rileggo con attenzione il testo, ne rimango colpita e decido di diffonderlo ai miei amici. Troppo poco, mi dico, è bene che tali ricche riflessioni spirituali siano maggiormente diffuse, per cui mi permetto, attraverso il caro amico Sabino, di offrirvi il testo in questione.
Anna Maria De Matteis
EUCARISTIA: DONO D’AMORE (Riflessioni sul Corpus Domini)
Vorrei iniziare la nostra riflessione con una domanda: chi siamo noi? Siamo una comunità di credenti uniti nella stessa fede, nella stessa speranza, nella stessa carità. Una comunità viva, perché animata dallo stesso spirito di Cristo. Noi siamo Chiesa! Ora la Chiesa possiede dentro di se un segreto, un tesoro, un mistero, quasi un cuore nascosto. Possiede Gesù Cristo stesso, il suo fondatore, il suo maestro, il suo salvatore.
Come Gesù è presente? Cristo è presente nelle azioni liturgiche, è presente nella Sua Parola, nei Suoi ministri, nei sacramenti, è presente quando la Chiesa prega e loda, è presente soprattutto nella Eucaristia.
Ma perché se è presente non si vede? Ecco il mistero. La presenza di Cristo è vera e reale, ma sacramentale, cioè nascosta sotto i segni del pane e del vino. Si tratta di un miracolo che Gesù ha dato il potere di compiere, di ripetere, di perpetuare ai suoi apostoli, e dopo di loro ai sacerdoti. Il sacerdote ripetendo le parole pronunciate da Gesù nell’ultima cena sul pane e sul vino rende presente il Corpo, il Sangue, l’Anima e la Divinità di Gesù Cristo. È un miracolo che accade sotto i nostri occhi e che noi crediamo sulla Parola di Cristo.
Con la processione del Corpus Domini, la Chiesa oggi celebra e manifesta al mondo il dono immenso della presenza di Cristo che essa possiede, custodisce e adora.
Ma per quale ragione Gesù si rende presente sotto l’aspetto di segni speciali quali il pane e il vino? perché questi segni parlano, ci dicono molte cose di Gesù. Innanzitutto, il pane e il vino danno all’Eucarestia il significato di carne e di sangue, cioè di sacrificio, di rinnovazione della morte di Gesù sulla croce. Nella Eucarestia Cristo torna a donarsi, ad offrire, seppure in modo non violento, la sua vita per la salvezza dell’umanità, e proprio ciascuno di noi ha la possibilità di avvicinarlo e ripetere con San Paolo: “Mi ha amato e ha dato sé stesso per me” Gal (2, 20). Inoltre, il pane e il vino sono fatti per essere rispettivamente mangiati e bevuti. È bene, nell’ Eucarestia Gesù diventa nostro cibo e nostra bevanda.
Quando assumiamo questo sacramento noi siamo soliti dire che “facciamo la comunione”, Gesù vuole non solo essere vicino, ma in comunione con noi. Per quale ragione? Perché vuole essere come il cibo per il corpo, principio di vita nuova. Egli stesso, infatti, ha dichiarato: “Chi mangia questo pane vivrà in eterno” (Gv. 6, 58).
Infine, non possiamo dimenticare che l’Eucarestia è stata istituita durante un pasto, momento di incontro e di unione. Dall’Eucarestia nasce l’unità della Chiesa. Lo ricorda l’apostolo Paolo quando afferma: “Noi formiamo un solo corpo, tutti infatti partecipiamo dell’unico pane” (I Cor. 10, 17). Unità che si esprime nell’accogliere e vivere il comandamento di Gesù: “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi” quel “come” è tremendo! Siamo chiamati ad amare come Egli ci ha amati! Se siamo discepoli di Cristo l’amore è la nostra vita: “ Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli se avrete amore gli uni per gli altri”.
Celebrare la solennità del Corpus Domini, significa celebrare la festa dell’amore di Cristo per noi, che spiega tutto il Vangelo; celebrare la festa del nostro amore per Cristo, il tesoro della vita; celebrare la festa dell’amore tra noi; celebrare la festa dell’amore per i fratelli, dai più vicini, ai più lontani, ai più piccoli, ai più povere, ai più bisognosi, fino a quelli che ci sono nemici e ostili. E così viviamo la Chiesa, la società dell’amore.
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente le opinioni del responsabile di questo blog. Sono ben accolti la discussione qualificata e il dibattito amichevole.
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Grazie. Grazie perché è il primo post che leggo dopo le preghiere del mattino. Grazie per la sua bellezza e precisione, frutto del pastore di una Chiesa che sa di essere Mater et Magistra. Grazie perché è stato pubblicato su un quotidiano. Grazie perché annuncia che la Via, la Verità e la Vita, Una e Trina, è sempre presente. Grazie perché annuncia, inninterrottamente da 2000 anni, che è sempre possibile imboccarla perché la Grazia di Dio in Gesù Cristo e nella Sua Chiesa è sempre presente. Grazie perché in queste parole possiamo contemplarla. Grazie.