Esposizione e riflessioni sul Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica

(Alberto Strumia)

 

Il materiale qui presentato è disponibile nel suo insieme nel volume: A. Strumia, Libere riflessioni a partire dal Compendio del Catechismo, vol. 1 Il Credo, Amazon 2021. E in formato testo e audio sul sito albertostrumia.it/Fides-et-Ratio e sul canale YouTube www.youtube.com/c/AlbertoStrumiaAS.

 

Annunciazione Doria di Filippo Lippi
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Puntata n. 26 (nn. 100-104)

100. In che modo la maternità spirituale di Maria è universale? (501-507; 511)
Maria ha un unico Figlio, Gesù, ma in Lui la sua maternità spirituale si estende a tutti gli uomini che Egli è venuto a salvare. Obbediente al fianco del nuovo Adamo, Gesù Cristo, la Vergine è la nuova Eva, la vera madre dei viventi, che coopera con amore di madre alla loro nascita e alla loro formazione nell’ordine della Grazia. Vergine e Madre, Maria è la figura della Chiesa, la sua più perfetta realizzazione.

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Questo numero spiega come la maternità di Maria, e la sua collaborazione diretta al piano di Cristo Salvatore, assuma, per partecipazione immediata, la dimensione universale di questo stesso piano entro la sua stessa modalità di intervenire nella storia. Sia “interiormente” (“spiritualmente”) nei singoli esseri umani, sia universalmente nella storia della Chiesa e dell’umanità («la Vergine è la nuova Eva, la vera madre dei viventi, che coopera con amore di madre alla loro nascita e alla loro formazione nell’ordine della Grazia»). In lei, Immacolata Concezione, si realizza “in anticipo” il destino di grazia preparato per tutti coloro che vogliano accogliere e seguire il Redentore. In questo senso ella è figura della Chiesa. Colei che ha ricevuto “in anticipo” i frutti della Redenzione, essendo stata esentata dal “peccato originale”, “anticipa” come prima redenta tutta la futura storia della santità, che si realizzerà nei veri seguaci di Cristo lungo nel corso dei secoli.

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101. In che senso tutta la vita di Cristo è Mistero? (512-521; 561-562)
Tutta la vita di Cristo è evento di rivelazione. Ciò che è visibile nella vita terrena di Gesù conduce al Suo Mistero invisibile, soprattutto al Mistero della Sua filiazione divina: «Chi vede me, vede il Padre» (Gv 14,9). Inoltre, anche se la Salvezza viene compiutamente dalla Croce e dalla Risurrezione, la vita intera di Cristo è Mistero di Salvezza, perché tutto ciò che Gesù ha fatto, detto e sofferto aveva come scopo di salvare l’uomo decaduto e di ristabilirlo nella Sua vocazione di figlio di Dio.

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A partire da questo numero si incomincia a parlare degli avvenimenti che riguardano la vita terrena di Gesù: sono quelli che vengono chiama- ti tradizionalmente “i Misteri della vita di Cristo” (Mysteria vitae Christi). Avvenimenti che, come i “Sacramenti” (Mysteria) racchiudono in se stessi qualcosa di più grande del loro semplice apparente aspetto esteriore e, come tali, portatori di una “Grazia” più grande e di un’“esemplarità” che dimostra l’umanità di Gesù come la “pienezza dell’umanità” in se stessa, secondo il progetto originario del Creatore.

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102. Quali sono state le preparazioni ai Misteri di Gesù? (522-524)
Vi è anzitutto una lunga speranza durata per molti secoli, che noi riviviamo durante la celebrazione liturgica del tempo dell’Avvento. Oltre all’oscura attesa che ha posto nel cuore dei pagani, Dio ha preparato la venuta del Suo Figlio tramite l’Antica Alleanza, fino a Giovanni Battista che è l’ultimo e il più grande dei profeti.

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In questo numero si fa riferimento alla “storia del popolo di Israele” – descritta in tutto l’Antico Testamento – costellata di “figure” di personaggi (patriarchi, re, profeti) che alludono anticipatamente a Cristo, ne impersonano l’attesa, che l’umanità porta con sé, della “piena Rivelazione” di Dio Creatore e di una domanda di “ricostruzione” di una “giustizia originale” della quale l’umanità intera avverte una “nostalgia” in tutto l’essere.

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103. Che cosa insegna il Vangelo sui Misteri della nascita e dell’infanzia di Gesù? (525-530; 563-564)
A Natale, la gloria del Cielo si manifesta nella debolezza di un bambino; la Circoncisione di Gesù è segno della Sua appartenenza al popolo ebraico e prefigurazione del nostro Battesimo; l’Epifania è la manifestazione del Re-Messia d’Israele a tutte le genti; nella Sua presentazione al Tempio, in Simeone e Anna è tutta l’attesa di Israele che viene all’incontro con il suo Salvatore; la fuga in Egitto e la strage degli innocenti annunciano che l’intera vita di Cristo sarà sotto il segno della persecuzione; il suo ritorno dall’Egitto ricorda l’Esodo e presenta Gesù come il nuovo Mosè: è Lui il vero e definitivo liberatore.

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Questo numero percorre i “misteri” della nascita e dell’infanzia di Gesù, spiegando il significato di ciascuno di essi in ordine alla “missione” del Redentore, anticipata nelle “figure” dell’Antico Testamento e iniziatrice dei Sacramenti del Nuovo.
Così si dice che:
– la Nascita di Gesù, il Natale, è la gloria del Cielo si manifesta nella debolezza di un bambino;
– la Circoncisione di Gesù, secondo la Legge di Mosè, è segno della Sua appartenenza al popolo ebraico e prefigurazione del nostro Battesimo;
– l’Epifania è la manifestazione del Re-Messia d’Israele a tutte le genti;
– nella Sua Presentazione al Tempio, in Simeone e Anna è tutta l’attesa di Israele che viene all’incontro con il suo Salvatore;
– La fuga in Egitto e la strage degli innocenti annunciano che l’intera vita di Cristo sarà sotto il segno della persecuzione;
– il suo ritorno dall’Egitto ricorda l’Esodo e presenta Gesù come il nuovo Mosè: è Lui il vero e definitivo liberatore.
In questi “Misteri” si prefigurano anche gli eventi che segneranno la vita della futura Chiesa e di coloro che le apparterranno, in quanto membra del Corpo storico di Cristo («Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra», 1Cor 12,27).

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104. Quale insegnamento ci offre la vita nascosta di Gesù a Nazaret? (533-534; 564)
Durante la vita nascosta a Nazaret Gesù rimane nel silenzio di una esistenza ordinaria. Ci permette così di essere in comunione con Lui nella santità di una vita quotidiana intessuta di preghiera, di semplicità, di lavoro, di amore familiare. La Sua sottomissione a Maria e a Giuseppe, Suo padre putativo, è un’immagine della Sua obbedienza filiale al Padre. Maria e Giuseppe, con la loro fede, accolgono il Mistero di Gesù, pur non comprendendolo sempre.

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I Vangeli ci documentano semplicemente il dato che Gesù ha vissuto per ben trent’anni in casa con Maria Sua Madre e Giuseppe, Suo “padre putativo” o “legale” (secondo la bella espressione utilizzata da san Giovanni Paolo II nella lettera apostolica Redemptoris Custos, n. 12, dedicata a san Giuseppe), prima di dare inizio agli ultimi tre anni della “vita pubblica”. Di questa “vita privata”, nascosta di Cristo non sappiamo altro che «stava loro sottomesso» (Lc 2,51) e che «cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la Grazia di Dio era sopra di Lui» (Lc 2,40). Altri particolari non ci sono stati rivelati, e rimangono un dono segreto dedicato tutto all’intimità della Santa Famiglia: una scuola di intimità e riservatezza anche per noi e le nostre famiglie.

 

 

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