Esposizione e riflessioni sul Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica

(Alberto Strumia)

 

Il materiale qui presentato è disponibile nel suo insieme nel volume: A. Strumia, Libere riflessioni a partire dal Compendio del Catechismo, vol. 1 Il Credo, Amazon 2021. E in formato testo e audio sul sito albertostrumia.it/Fides-et-Ratio e sul canale YouTube www.youtube.com/c/AlbertoStrumiaAS.

 

Annunciazione, Ambrogio Lorenzetti
Annunciazione, Ambrogio Lorenzetti

 

Puntata n. 25 (nn. 94-99)

  1. «Concepito per opera dello Spirito Santo…»: che cosa significa quest’espressione? (484-486)

Significa che la Vergine Maria ha concepito il Figlio eterno nel Suo grembo per opera dello Spirito Santo e senza la collaborazione di uomo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te» (Lc 1,35), le ha detto l’Angelo nell’Annunciazione.

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In questo numero si spiega l’articolo del Credo nel quale si afferma che Gesù Cristo fu «Concepito per opera dello Spirito Santo…». Questo serve a chiarire che Egli ha una “vera natura divina”, in quanto nel Suo concepimento è intervenuto direttamente Dio nella Persona dello Spirito Santo. Dunque Gesù è Figlio di Dio che ne è il “vero Padre”, anche secondo l’Incarnazione, oltre che per la processione intratrinitaria del Verbo che ha unito a Sé la natura umana. Ciò è detto espressamente dall’Arcangelo Gabriele, nel Vangelo di Luca al momento dell’Annunciazione, su richiesta di chiarimento esplicito da parte di Maria.

(«Lo Spirito Santo scenderà su di te» (Lc 1,35), le ha detto l’Angelo nell’Annunciazione).

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  1. «…Nato dalla Vergine Maria»: perché Maria è veramente la Madre di Dio? (495; 509)

Maria è veramente Madre di Dio perché è la madre di Gesù (Gv 2,1; 19,25). In effetti, colui che è stato concepito per opera dello Spirito Santo e che è diventato veramente Suo Figlio, è il Figlio eterno di Dio Padre. È Dio Egli stesso.

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Questo ulteriore numero è importante in quanto precisa una duplice verità di fede:

(a) in primo luogo dichiara che Gesù ha anche una “vera natura umana”, in quanto è «…Nato dalla Vergine Maria»;

(b) in secondo luogo, dal momento che la Persona di Cristo è quella del Verbo, che è Dio, dichiara di conseguenza che Maria può e deve essere detta “Madre di Dio” (dogma che fu definito nel Concilio di Efeso del 431).

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  1. Che cosa significa «Immacolata Concezione»? (487-492; 508)

Dio ha scelto gratuitamente Maria da tutta l’eternità perché fosse la Madre di Suo Figlio: per compiere tale missione, è stata concepita immacolata. Questo significa che, per la Grazia di Dio e in previsione dei meriti di Gesù Cristo, Maria è stata preservata dal peccato originale fin dal suo concepimento.

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Questo numero, aggiunge un ulteriore l’ulteriore “dogma mariano” della “Immacolata Concezione”, definito più recentemente (l’8 dicembre 1854 da Pio IX) pur essendo creduto come una verità di fede da molti secoli prima. “Immacolata Concezione” significa che Maria è stata concepita, lei stessa, senza “peccato originale”, per poter compiere in piena dignità la sua vocazione di divenire la Madre di Dio.

Ciò è stato possibile grazie ai meriti della Passione e Morte di Cristo che ha ristabilito per lei la “giustizia originale” perduta con il “peccato originale”, “in anticipo” su tutti noi. L’azione salvifica di Cristo può agire fuori del tempo essendo un’azione divina, ottenendo il suo effetto sulle nostre vicende umane che sono ordinate in quella successione interna (“divenire”) che è il nostro tempo.

L’“Immacolata Concezione” riguarda il concepimento di Maria nel grembo di sua madre Anna, ad opera di suo padre Gioacchino e non va confusa con il concepimento verginale di Gesù nel grembo di Maria.

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  1. Come collabora Maria al disegno divino della Salvezza? (493-494; 508-511)

Per la Grazia di Dio Maria è rimasta immune da ogni peccato personale durante l’intera sua esistenza. È la «piena di Grazia» (Lc 1,28), la «Tutta Santa». Quando l’Angelo le annuncia che avrebbe dato alla luce «il Figlio dell’Altissimo» (Lc 1,32), ella dà liberamente il proprio assenso con «l’obbedienza della fede» (Rm 1,5). Maria si offre totalmente alla Persona e all’opera del Suo Figlio Gesù, abbracciando con tutta l’anima la volontà divina di Salvezza.

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Oggi c’è un certo dibattito sulla possibilità di attribuire a Maria il titolo di “corredentrice” – fino a definire un ultimo “dogma mariano” a partire da questo titolo. Ovviamente intendendolo nel senso di “collaboratrice” subordinata a Cristo, unico Salvatore, ovvero Redentore dell’umanità.

A questo proposito, senza utilizzare esplicitamente tale titolo, qui si parla della “collaborazione” di Maria al piano della Salvezza attuata da Cristo.

Si dice che lo fu:

– innanzitutto, rimanendo immune da ogni peccato personale durante l’intera sua esistenza; ce lo conferma il Vangelo di Luca definendola, nel saluto dell’Angelo, come «piena di Grazia» (Lc 1,28);

– poi, collaborando “fisicamente” nell’accettare di divenire la madre del Verbo fatto carne (ella dà liberamente il proprio assenso con «l’obbedienza della fede» [Rm 1,5]);

– e ancora, in tutti gli anni della vita di Gesù e dopo l’Ascensione con gli Apostoli – in particolare con Giovanni al quale il Figlio l’affidò – seguendo e abbracciando con tutta l’anima la volontà divina di Salvezza; fino ad accettare, nella fede, di vedere Gesù in Croce.

La tradizione mariana della Chiesa, poi, la riconosce come “collaboratrice” del piano di Salvezza anche dopo la sua “Assunzione in Cielo”, dove non manca di proteggere il popolo cristiano intercedendo con l’ottenere grazie, miracoli per chi la invoca con fede, e con “apparizioni”, anche “profetiche”, straordinarie riconosciute come “soprannaturali” dalla Chiesa.

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  1. Che cosa significa la concezione verginale di Gesù? (496-498; 503)

Significa che Gesù è stato concepito nel grembo della Vergine per la sola potenza dello Spirito Santo, senza intervento dell’uomo. Egli è Figlio del Padre celeste secondo la natura divina e Figlio di Maria secondo la natura umana, ma propriamente Figlio di Dio nelle due nature, essendoci in Lui una sola Persona, quella divina.

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Questo numero, insieme a quello seguente, è dedicato alla Verginità di Maria, spiegando in che senso essa vada intesa. A partire dal Vangelo di Luca e di quanto già precisato nei numeri precedenti, viene detto che Maria è Vergine nel senso che Gesù è stato concepito nel grembo della Vergine per la sola potenza dello Spirito Santo, senza intervento dell’uomo. Di conseguenza, come già detto, Gesù è Figlio di Dio quanto alla “natura divina”, Figlio di Maria quanto alla “natura umana”. E si precisa che è comunque Figlio di Dio anche nelle due nature essendo le due nature unite nella sola Persona divina. Essendo il Verbo, “causa esemplare” anche dell’umanità di Cristo.

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  1. In che senso Maria è «sempre Vergine»? (499-507; 510-511)

Nel senso che ella è «rimasta Vergine nel concepimento del Figlio suo, Vergine nel parto, Vergine incinta, Vergine madre, Vergine perpetua» (sant’Agostino). Pertanto, quando i Vangeli parlano di «fratelli e sorelle di Gesù», si tratta di parenti prossimi di Gesù, secondo un’espressione adoperata nella Sacra Scrittura.

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Qui si precisa il titolo ulteriore che, nella Tradizione, viene attribuito a Maria di «sempre Vergine», riportando quanto detto da sant’Agostino: ella è «rimasta Vergine nel concepimento del Figlio suo, Vergine nel parto, Vergine incinta, Vergine madre, Vergine perpetua» (sant’Agostino). Nel senso di non avere mai avuto rapporti fisici con alcun uomo.

Viene ulteriormente precisato che l’appellativo di «fratelli e sorelle di Gesù» che troviamo nei Vangeli, secondo l’espressione del tempo indica i parenti prossimi di Gesù e non i figli dello stesso padre e/o della stessa madre, come ai giorni nostri.

 

 

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