Esposizione e riflessioni sul Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica

(Alberto Strumia)

 

Il materiale qui presentato è disponibile nel suo insieme nel volume: A. Strumia, Libere riflessioni a partire dal Compendio del Catechismo, vol. 1 Il Credo, Amazon 2021. E in formato testo e audio sul sito albertostrumia.it/Fides-et-Ratio e sul canale YouTube www.youtube.com/c/AlbertoStrumiaAS.

 

Dio creatore del mondo

 

Puntata n. 23 (nn. 84-87)

  1. Che cosa significa il titolo «Signore»? (446-451; 455)

Nella Bibbia, questo titolo designa abitualmente Dio Sovrano. Gesù lo attribuisce a Se stesso e rivela la Sua sovranità divina mediante il Suo potere sulla natura, sui demoni, sul peccato e sulla morte, soprattutto con la Sua Risurrezione. Le prime confessioni cristiane proclamano che la potenza, l’onore e la gloria dovuti a Dio Padre sono propri anche di Gesù: Dio «gli ha dato il Nome che è al di sopra di ogni altro nome» (Fil 2,9).

Egli è il Signore del mondo e della storia, il solo a cui l’uomo debba sottomettere interamente la propria libertà personale.

***

L’altro ricorrente appellativo attribuito a Gesù è quello di “Signore”. Se ne parla in questo numero del Compendio. L’attributo di “Signore” in senso totale e assoluto, è proprio solo di Dio che, unico, ha il potere:

– di dare l’“essere” (“essenza” ed “esistenza”) a tutto ciò che esiste;

– e di “conservarlo” in esistenza, “governandolo” con leggi che ne regolano il “divenire”.

I Vangeli documentano come Gesù manifestasse la Sua natura divina attraverso l’esercizio della piena signoria su tutto il creato, compiendo gesti straordinari, miracoli, e dimostrando una conoscenza perfetta di tutte le cose materiali e spirituali. Solo riconoscendo Gesù Cristo, in quanto è Dio, come suo Signore, l’uomo è veramente libero, mentre diviene schiavo di se stesso e di altri (uomini o demoni) in caso contrario, perché in questi non c’è la pienezza del bene e della verità: per cui sostituendosi a Dio non possono che ingannare. Egli è il Signore del mondo e della storia, il solo a cui l’uomo debba sottomettere interamente la propria libertà personale.

***

GESÙ CRISTO FU CONCEPITO PER OPERA DELLO SPIRITO SANTO, NACQUE DA MARIA VERGINE

  1. Perché il Figlio di Dio si è fatto uomo? (456-460)

Il Figlio di Dio si è incarnato nel seno della Vergine Maria per opera dello Spirito Santo, per noi uomini e per la nostra Salvezza, ossia: per riconciliare noi peccatori con Dio; per farci conoscere il Suo amore infinito; per essere il nostro modello di santità; per farci «partecipi della natura divina» (2Pt 1,4).

***

Dopo aver esaminato gli articoli del Credo relativi:

– a Dio in Se stesso, “Unico” («Credo in “un solo Dio”») e alla “Trinità” («“Padre” onnipotente…»);

– a Dio “origine” e “governatore” Provvidente di tutto ciò che esiste di distinto da Lui («creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili»);

– al Verbo, Figlio del Padre, qualificato come:

= “Cristo”;

= “Figlio unigenito di Dio” = “Signore”;

l’attenzione si concentra, in questo numero, sul “Mistero dell’Incarnazione” del Verbo in Gesù di Nazaret («Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli»).

Qui troviamo più elementi della “dottrina della fede” che vanno ben conosciuti e memorizzati.

(a) Compare innanzitutto, come “oggetto” della fede

– oltre alla Terza Persona della SS. Trinità, lo Spirito Santo;

– la figura della Vergine Maria (il Figlio di Dio si è incarnato nel seno della Vergine Maria per opera dello Spirito Santo). Anche questo mistero è presentato, dal Vangelo di Luca, come un “dato di fatto”: «Ecco concepirai un Figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. […] Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la Sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio» (Lc 1,31.35).

(b) Viene poi esplicitato lo “scopo” (il “fine”) principale dell’Incarnazione, che è la “Salvezza” degli uomini che vogliano accoglierla (per noi uomini e per la nostra Salvezza).

Abbiamo già detto  che per comprendere lo “spessore” anche “culturale” della parola “Salvezza” e non renderla astratta, occorre avere presente la questione della “perdita della giustizia originale” (“peccato originale”), del “giusto modo” del “del rapporto con Dio

Creatore”. La “Salvezza”, allora, è la possibilità che si è realizzata in Cristo, di accedere nuovamente a quella “giusitizia perduta”, che in Lui è “riparata” (è il modo adeguato di intendere la “Redenzione”: riconciliare noi peccatori con Dio).

(c) Siaggiunge, poi, quasi di sfuggita un riferimento alla “esemplarità” dell’umanità di Cristo, fondamento di una “concezione dell’uomo” (“antropologia”: per essere il nostro modello di santità) dal valore “culturale” e di “civiltà” che sfiderà ogni alternativa pretesa senza di Lui o contro di Lui.

(d) Infine si anticipa, senza denominarlo esplicitamente come tale, il concetto di “Grazia” (per farci «partecipi della natura divina», 2Pt 1,4) di cui si parlerà al momento opportuno (cfr., nn. 422 e segg.).

***

  1. Che cosa significa la parola «Incarnazione»? (461-463; 483)

La Chiesa chiama «Incarnazione» il Mistero dell’ammirabile unione della natura divina e della natura umana nell’unica Persona divina del Verbo. Per realizzare la nostra Salvezza, il Figlio di Dio si è fatto «carne» (Gv 1,14) diventando veramente uomo. La fede nell’Incarnazione è segno distintivo della fede cristiana.

***

Questo numero è dedicato espressamente all’“Incarnazione del Verbo”, che viene spiegata come unione della natura divina e della natura umana nell’unica Persona divina del Verbo (“unione ipostatica”).

Qui si precisa la “cristologia” definita nei dogmi della dottrina cattolica, fino dai Concili del IV e V secolo, che in Gesù Cristo:

– vi sono “due nature”, unite ma non confuse tra loro:

= La “natura divina” del Verbo (seconda Persona della SS. Trinità) che è intelligenza e volontà divina, libera;

= e la “natura umana” dell’uomo Gesù, dotata di una propria “anima” che informa il corpo, e quindi di un’“intelligenza” e di una “volontà” umana, libera;

– e vi è “una sola Persona” che è quella “divina” del Verbo. Infatti è la natura più elevata a definire il livello della “persona”. Di questi elementi della cristologia si parlerà più dettagliatamente nei numeri immediatamente successivi.

***

  1. In che modo Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo? (464-467; 469)

Gesù è inscindibilmente vero Dio e vero uomo, nell’unità della Sua Persona divina. Egli, il Figlio di Dio, che è «generato, non creato, della stessa sostanza del Padre», si è fatto vero uomo, nostro fratello, senza con ciò cessare di essere Dio, nostro Signore.

***

Questo numero:

– ribadisce la coesistenza in Gesù Cristo di “due nature” perfettamente (“metafisicamente”) “unite”, ma inconfuse, non mescolate in modo da “diluirsi” l’una nell’altra (Gesù è inscindibilmente vero Dio e vero uomo), e di “una sola Persona divina” (nell’unità della Sua Persona divina);

– ribadisce il dato della generazione del Figlio entro la Trinità (Egli, il Figlio di Dio, che è «generato, non creato, della stessa sostanza del Padre»);

– ribadisce il dato che il Verbo ha assunto, unendola a Sé, la natura umana dell’uomo Gesù.

L’Incarnazione non significa che il Verbo si è allontanato fisicamente dalla Trinità per divenire uomo e poi ritornarvi con l’Ascensione al Cielo, ma che, al contrario è la natura umana che è stata assunta dal Verbo, che l’ha unita a Sé. Non c’è successione temporale in Dio (perfettamente “semplice”), ma è la storia dell’umanità che avviene generando il tempo a causa della sua molteplicità interna (non semplicità).

 

 

Facebook Comments