Epifania del Signore - Particolare dell'Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano, Galleria degli Uffizi.
Epifania del Signore – Particolare dell’Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano, Galleria degli Uffizi.

 

 

Epifania del Signore

(Is 60,1-6; Sal 71; Ef 3,2-3.5-6; Mt 2,1-12)

 

di Alberto Strumia

 

Il misterioso lungo viaggio dei Magi, guidati dalla stella, giunge, oggi Solennità dell’Epifania (“manifestazione”) del Signore, alla grotta di Betlemme.

Essi vengono ad adorare e onorare con i simbolici doni dell’oro, dell’incenso e della mirra, il Verbo fatto carne, il «centro del cosmo e della storia (Rdemptor hominis, n. 1)», l’unico Salvatore del mondo che ha riaperto l’accesso alla perduta “giustizia originale” nel rapporto tra gli uomini e Dio Creatore.

Il loro è un “viaggio guidato” che sembra rappresentare, anticipatamente, non solo ogni futuro “pellegrinaggio” di singole persone, di gruppi organizzati, di popoli, verso i “luoghi santi” e i santuari della cristianità, ma anche e soprattutto i tre “grandi pellegrinaggi” della storia umana intera, corrispondenti a quelle che san Bernardo indica come le “tre venute di Cristo”.

«Conosciamo una triplice venuta del Signore. Una venuta occulta si colloca infatti tra le altre due che sono manifestate. Nella prima il Verbo fu visto sulla terra e si intrattenne con gli uomini, quando, come egli stesso afferma, lo videro e lo odiarono. Nell’ultima venuta “ogni uomo vedrà la salvezza di Dio” (Lc 3,7) e vedranno colui che trafissero (cfr., Gv 19,37). Occulta è invece la venuta intermedia, in cui solo gli eletti lo vedono entro se stessi, e le loro anime ne sono salvate» (Ufficio delle letture del mercoledì della I sett. Di Avvento).

  1. La prima venuta, è quella della nascita di Gesù a Betlemme, quella verso la quale i Magi, secondo la narrazione del Vangelo di Matteo che si legge in questo giorno, effettivamente si incamminarono.

In rapporto alla prima venuta, con quel “primo pellegrinaggio”, al seguito della “stella”, essi seguirono, “scientificamente” (guidati dalla “ragione”), le “leggi di natura” che indicavano, la traiettoria, il percorso da seguire per arrivare ad un “luogo” importante, “Il Luogo” del centro della “Creazione nuova”. Con i loro doni essi indicarono

– la regalità di Cristo (con l’oro);

– la Sua dignità di unico Sacerdote abilitato a compiere il rito che ripristina la “giustizia” tra l’uomo e Dio Creatore (con l’incenso);

– La modalità di quel rito che consiste nel Sacrificio della Croce (con la mirra), come un “prezzo pagato” (quasi qoddam praetium) per il riscatto dell’uomo prigioniero di Satana e di se stesso.

  1. La seconda, quella finale di Cristo, verso la quale tutta l’umanità, consapevolmente o meno, si sta dirigendo, perché in essa si concentra tutto il destino della storia degli uomini e del cosmo.

In rapporto alla seconda e finale venuta di Cristo, il viaggio dei Magi rappresenta il viaggio dell’umanità intera verso il compimento della sua storia. Per chi ne è consapevole, attraverso la “fede in atto”, o almeno “in desiderio”, questo viaggio è un vero “pellegrinaggio”, vissuto nella piena conoscenza della “meta santa” alla quale si è diretti (guidati dalla “fede”, oltre che dalla “ragione” che l’accompagna). Questo è propriamente il nostro “pellegrinaggio” di cristiani. Oggi più che mai «consapevoli del momento presente» (Rm 13,11) che ci fa riconoscere di essere più vicini «ora di quando divenimmo credenti» (v. 12) al punto di arrivo, alla “grotta” del secondo appuntamento con Cristo Re dell’Universo.

Più che in passato, la solennità dell’Epifania tiene desta, oggi, la nostra “coscienza escatologica”, il pensiero degli Ultimi Tempi, rendendoci più attenti a non perdere di vista la “stella” della “fede” e della “ragione” da essa illuminata. Soprattutto nel vedere il disorientamento generale delle singole persone, come dei popoli interi, degli Stati e delle culture, che inseguono, invece della “stella”, ogni “meteora” fuorviante, qualsiasi “UFO” di moda, finendo per schiantarsi in qualche deserto dove non c’è né vita, né sorgente.

  1. La terza venuta, o venuta intermedia, che san Bernardo indica come quella con la quale il Signore inabita l’anima di coloro che lo invocano nella fede, camminando lungo i lunghi anni della storia che si snodano tra la prima venuta e la seconda venuta, quella finale.

In rapporto alla venuta intermedia si deve dire che essa avviene lungo il “pellegrinaggio”, durante il tempo del cammino della storia, quella personale che è la vita di ciascun cristiano che attinge ai Sacramenti, alla fedele preghiera, alla regola dei Comandamenti. Attraverso questi mezzi, il Signore principalmente si comunica nella Sua presenza reale nell’Eucaristia, e nell’inabitazione dell’anima in Grazia di Dio. Non lascia colui che lo segue, solamente affidato alla guida, pur certa, della “stella” della “ragione” e della “fede”, ma lo accompagna in “prima Persona”, essendo Lui stesso, ora «quella stella che non conosce tramonto […] che […] fa risplendere sugli uomini la sua luce serena» perché «vive e regna nei secoli dei secoli», come ci ricorda, con espressione liturgicamente poetica, il canto pasquale dell’Exultet.

In tutte e tre queste venute i Magi ci rappresentano, ci anticipano, ci fanno da guide simboliche, suggerendoci come comportarci, lungo il triplice “pellegrinaggio”.

La Vergine Maria con san Giuseppe, suo sposo, nella grotta di Betlemme hanno assistito e ci assistono in questo “triplice pellegrinaggio”, insieme ai Magi appena arrivati.

Ad essi, oggi, siamo uniti anche noi, in silenzio e adorazione, portando ciascuno in dono le piccole e grandi “offerte” che vengono dalla nostra vita.

Puer natus est nobis. Venite, adoremus!

 

Bologna, 6 gennaio 2023

 

 


 

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