Suor Monia Alfieri
Suor Monia Alfieri

 

 

di Comelli Lucia

 

Domenica 3 luglio[1]Dopo il saluto iniziale di Nicola Di Matteo[2], che ha esortato i presenti a fare rete nelle proprie città, instaurando un dialogo con figli e nipoti, anche per capire cosa accade loro a scuola; Giusy D’Amico ha introdotto Suor Monia Alfieri, esperta di politiche scolastiche e paladina della libertà educativa, presente all’incontro in collegamento online, auspicando la formazione ai primi di novembre di un tavolo di lavoro che permetta alle associazioni familiari di interloquire con i leader dei maggiori partiti, per trovare nel Family Act[3] le risorse necessarie a garantire ai genitori, in particolare a quelli meno abbienti, una libera scelta educativa. Questi ultimi sono infatti costretti dalle ristrettezze economiche a iscrivere in ogni caso i figli alle scuole statali per evitare di pagare per due volte lo stesso servizio (uno attraverso le tasse, l’altro attraverso le rette scolastiche delle scuole paritarie), malgrado la loro libertà di scelta educativa sia riconosciuta – dalla nostra Costituzione e dalle Dichiarazioni Internazionali – come un diritto umano fondamentale. 

La relatrice ha sottolineato il rilievo in Italia dell’argomento della parità scolastica, a 22 anni dalla promulgazione della relativa legge. Le difficoltà legate alla pandemia, scoppiata nel marzo del 2020, hanno evidenziato infatti in modo drammatico tutti i limiti non solo della sanità, ma anche e soprattutto del nostro sistema scolastico. Come mai solo qui il covid, a differenza di quanto accaduto negli altri Paesi europei, ha portato ad una chiusura tanto prolungata delle scuole, mentre altrove esse hanno riaperto già ad aprile? Perché il sistema scolastico italiano dopo la pandemia non è ripartito, come invece è accaduto in altri Paesi europei e nelle poche regioni italiane (quali la Lombardia, il Veneto e l’Emilia – Romagna, le stesse che si collocano in cima alle statistiche OCSE Pisa) che possono disporre di un sistema integrato di scuole statali/paritarie? Anche in un paese laicissimo come la Francia, in cui tuttavia pubblico non coincide con statale, le classi pollaio (impossibilitate a garantire durante la pandemia il distanziamento previsto per ragioni sanitarie) non esistono: da noi la sovrautilizzazione delle scuole statali e il sottoutilizzo di quelle paritarie hanno imposto il lockdown europeo più prolungato, con tutte le sciagurate conseguenze della didattica a distanza. Nella scuola pubblica statale italiana infatti scarseggiano da anni i mezzi per accogliere degnamente tutti gli studenti: cioè da anni mancano gli spazi, i docenti e i mezzi di trasporto adeguati. Eppure, lo Stato italiano spende per la scuola più di altri Paesi europei: dove vanno a finire questi soldi, se ci sono genitori che devono portare a scuola persino i rotoli di carta igienica?

Per uscire dalle sterili polemiche che hanno impedito a lungo nel nostro paese una legge sulla parità e, una volta ottenuta, hanno comunque riservato alla scuola non statale le briciole delle risorse reperite con le tasse, è stato cruciale individuare il costo standard di ogni allievo. Secondo il Ministero dell’Istruzione, lo Stato paga oggi annualmente per ogni studente 7.500 euro di tasse, di cui però solo 500 euro all’anno vengono concessi alle scuole pubbliche paritarie per pagare gli insegnanti, le spese di gestione … In questi anni di gravi difficoltà economiche per molte famiglie, gran parte delle scuole che si dedicavano all’educazione dei meno abbienti, cioè quelle cioè da rette annuali di 3000 e 4000 euro sono state quindi costrette a chiudere. Nello stesso tempo si sono resi evidenti notevoli sprechi in diverse scuole statali: rendere effettiva la parità, aumentando sensibilmente i contributi delle scuole paritarie, permetterà quindi allo Stato italiano un enorme risparmio, visto che esse riescono a garantire spesso un insegnamento di qualità con un costo standard di 4.500 euro per studente! l’Italia spende anche di più di altri Stati europei per le scuole, ma spende malamente: per questo necessita di un sistema scolastico plurale, che permetta una concorrenza virtuosa tra istituti diversi! Oggi non esistono più gli impedimenti ideologici che ostacolano da anni l’attuazione della legge sulla parità scolastica: è ampiamente presente tra le forze politiche la consapevolezza che tutte le scuole del sistema scolastico pubblico, a gestione statale o meno, servono alla ripartenza del Paese! Anche grazie al decisivo contributo culturale e organizzativo delle associazioni familiari di giovane formazione come la vostra, la legge sulla parità può oggi trovare finalmente compimento. Il primo e il secondo articolo del Family Act[4] deve tradursi in decreti legislativi affinché la famiglia possa scegliere liberamente: dal 12 maggio il governo ha la delega per legiferare e noi ci auguriamo che da ottobre lo faccia, per dare a tutte le famiglie, anche a quelle economicamente disagiate un’effettiva libertà di scelta educativa!

Successivamente, è intervenuto in video collegamento anche l’on. Rossano Sasso, Sottosegretario all’Istruzione, che – salutati i presenti – ha sottolineato il proprio interesse per le tematiche educative e il proprio coinvolgimento politico nella battaglia delle associazioni familiari contro la diffusione delle ideologie di genere a scuola.

Giusy d’Amico ha presentato un progetto di lettura per la scuola primaria: Uguali. Diversi[5],  nato da un’attività che aveva svolto in classe qualche anno fa con una terza elementare, e un video sulle iniziative svolte in questi anni dall’Associazione che presiede, nonché un progetto di cineforum per medie e superiori: Oltre il muro[6], ideato in collaborazione con il regista Pupi Avati.

Infine, per il progetto Diritti di libertà – inteso ad informare le allieve sui rischi per la salute legati all’assunzione della pillola del giorno dopo e alla pratica dell’aborto – è intervenuta la dott. Rachele Sagramoso, ostetrica specializzata in queste tematiche, presentando un progetto di educazione sessuale nelle scuole, comprensivo di testi per educatori – in primis genitori – e per gli studenti, che non riduca la sessualità alla genitalità e l’educazione sessuale a una serie di istruzioni sull’uso, ma faccia comprendere la centralità della relazione uomo – donna e la bellezza del dono della vita. Il progetto illustra – oltre ai meccanismi di funzionamento – anche i possibili effetti collaterali negativi della contraccezione d’emergenza – rappresentata dall’assunzione della cosiddetta pillola del giorno dopo, il cui acquisto è ormai accessibile alle minorenni, anche sprovviste di ricetta – e dell’aborto chirurgico, nonché di quello farmacologico (sempre più diffuso), tramite la somministrazione della pillola RU486.

Il convegno si è concluso con l’impegno, da parte dei partecipanti, a diffondere i contenuti degli incontri e l’Associazione Non si tocca la Famiglia, facendo rete tra loro e con gli altri soggetti interessati.  

 

Note: 

[1]  Appunti non rivisti dai relatori.

[2] Presiede, insieme a Giusy d’Amico, l’associazione Non si tocca la Famiglia che ha organizzato l’evento.

[3] Trattasi della legge n.32/2022, che delega il governo a legiferare in favore delle famiglie con figli con l’obiettivo di sostenerne la funzione sociale e educativa, contrastare la denatalità, valorizzare la crescita armoniosa dei figli e favorire la conciliazione della vita familiare con il lavoro, in particolare quello femminile.

[4] Quelli che impegnano il Governo a:

   – istituire un assegno universale mensile per ogni figlio a carico fino all’età adulta, senza limiti di età per i figli con disabilità;

 – rafforzare le politiche di sostegno alle famiglie per le spese educative / scolastiche e per le attività sportive / culturali.

[5] Famiglie (stra)ordinarie il testo, a cura di Giusy D’Amico: “Il progetto pensato per i bambini del nido, scuola dell’infanzia e scuola primaria, propone un percorso di lettura animata da parte del docente di riferimento o di educatrici invitate a collaborare al progetto, per sensibilizzare il bambino alla percezione del proprio sé in una relazione positiva con gli altri, con la mamma, il papà, i fratelli e le sorelle, gli amici e le amiche di scuola e di famiglia”. Per informazioni sul progetto scrivere una mail a Info@nonsitoccalafam.org

[6] Percorso didattico – educativo finalizzato al contrasto delle discriminazioni nell’ambito della disabilità. In collaborazione con il regista Pupi Avati e la Duea film. Un itinerario per costruire relazioni, aprire spazi di riflessione, comprendere l’altro per capire noi stessi. Il progetto è gratuito. Per info, inviare un sms al numero 333 – 2538444.

 

L’articolo precedente lo trovate qui.

 

 

 


 

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