Una storia che ci racconta di come il Mistero possa toccare la nostra vita fino alla conversione. Come nel caso di padre Alan Robinson, che si è convertito al cattolicesimo grazie alla “spinta” di Padre Pio, lui che era un pastore anglicano.
Ecco la storia nella mia traduzione.
Il 23 settembre commemoriamo il 50° anniversario della morte di San Pio da Pietrelcina, meglio conosciuto come Padre Pio. Solo tre giorni prima, il 20 settembre, è stato il centenario del ricevimento delle stimmate da parte di Padre Pio. Ci sono milioni di persone, viventi e defunti, che devono molto ai consigli, all’intercessione e all’esempio di questo grande santo; e io sono uno di loro.
Il mio primo incontro con San Pio è stato intorno a una tavola nel 1990, dove uno degli ospiti aveva regolarmente servito la Messa per il santo. Ci ha intrattenuto con le storie dei suoi numerosi incontri con questo straordinario frate francescano cappuccino. Alla fine della serata, l’ospite mi infilò in mano una piccola busta di plastica contenente una reliquia di terza classe, che misi nella tasca della mia tonaca. A quel tempo, ero un ministro anglicano che lottava con la “chiamata a Roma” (cioè con la conversione al cattolicesimo, ndr) fin da prima della mia ordinazione diaconale. Ascoltare quei racconti e mettere quel pezzetto di stoffa in tasca portò la mia vita sulla strada giusta.
In quei giorni, a differenza di adesso, avevo il dono del sonno. Quando andavo a letto mi addormentavo subito e mi svegliavo la mattina seguente. Alcuni mesi dopo aver ricevuto la reliquia, ho iniziato a svegliarmi nelle prime ore del mattino. La prima volta che è successo mi sono reso conto che c’era “qualcuno” nella stanza. Non ero ansioso per questo. In realtà, mi sentivo completamente in pace. Ma questo continuò notte dopo notte, alla stessa ora, e alla fine mi resi conto che era Padre Pio. Alla sua presenza, e in primo piano nella mia mente, in questo clima di pace, c’era solo un pensiero: “Devo convertirmi alla fede cattolica”. Una volta presa quella decisione, il mio normale ritmo di sonno ritornò e le visite cessarono. E così, a tempo debito, lasciai la Chiesa d’Inghilterra, e nel 1997 fui ordinato al sacro sacerdozio dal cardinale Basil Hume.
Mentre visitavo la famiglia a New York, ho incontrato una meravigliosa famiglia cattolica, i Realis. Michael, il marito, è vivo e vegeto oggi grazie alle preghiere e all’intervento diretto di Padre Pio. È una storia incredibile e commovente, raccontata in pieno nel libro di Diane Allen: “Prega, spera e non ti preoccupare”. Ma in sintesi, Padre Pio guidò la mano del chirurgo quando Michael nacque da un difficile cesareo. Attraverso il Realis, ho imparato a conoscere San Pio ancora di più e ho sviluppato una maggiore consapevolezza della devozione che c’era per lui, così come la conoscenza di quante vite ha influenzato in modi così meravigliosi.
Mentre ero parroco a Bayswater, e portavo ancora quella reliquia lacerata nella tasca della mia tonaca, fu annunciato che Padre Pio sarebbe stato canonizzato il 16 giugno 2002. Sapevo che dovevo solo andare a Roma e ringraziare Padre Pio per avermi dato il coraggio e la spinta di cui avevo bisogno e che mi ha portato al sacerdozio.
Una mattina dopo la Messa, un frequente visitatore della parrocchia venne da me e mi disse: “So che hai una grande devozione a Padre Pio”. Come faceva a saperlo? Non ne avevo mai parlato con lei. Mi disse che era così importante che facessi quel pellegrinaggio che voleva renderlo economicamente possibile per me. E così sono andato via, pieno di gratitudine verso questa generosa benefattrice.
La canonizzazione è stata un’esperienza meravigliosa, con circa un milione di pellegrini riuniti in una Piazza San Pietro calda da ardere, Via della Conciliazione traboccava di persone fino a dove riuscivo a vedere. Quando Papa Giovanni Paolo II fece la proclamazione della santità, scoppiò un enorme boato dai pellegrini, mentre venivano portate le reliquie del santo.
Il giorno seguente, dopo la Messa di ringraziamento, tornai al mio albergo dove mi fu detto che qualcuno aveva cercato di contattarmi, e che aveva il numero per me affinché la richiamassi. Quando lo feci, parlai con una suora della casa papale.
Mi disse: “Potrebbe essere qui domani alle 7 del mattino, porti il suo celebret (permesso per celebrare la Messa), e non dimentichi di baciare l’anello del Santo Padre”. La mattina seguente ero stato invitato a celebrare la Messa con il Santo Padre nella sua cappella privata.
Sono sicuro che potete immaginare quanto meravigliosa sia stata questa esperienza, offrire il Santo Sacrificio della Messa con qualcuno che ora è un santo della Chiesa. Nonostante l’avanzare del suo Parkinson, il suo sguardo mi ha riempito di grande gioia e amore per lui e per la Chiesa. Attraverso tutto questo, ho potuto sentire l’incoraggiamento di Padre Pio a sforzarmi di essere un sacerdote migliore.
Padre Pio mi ha dato l’ultima spinta di cui avevo bisogno per lasciare la Chiesa d’Inghilterra e diventare cattolico. Mi ha attirato verso il sacerdozio cattolico. Mi ha condotto più a fondo nella sua vita attraverso il mio continuo rapporto con la famiglia Realis. E mi ha portato pienamente a casa, attraverso la Messa con il Santo Padre.
Ora mi resta solo una cosa da fare: andarlo a visitare a Pietrelcina, in modo che io possa inginocchiarmi davanti alle sue reliquie terrene e ringraziarlo per tutto quello che ha fatto nella mia vita sacerdotale.
Fonte: Catholic Herald
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